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I dati del 2022

Trentamila chiamate d’emergenza al 118 in un anno, in 13 minuti arriva l’ambulanza

Il report dell’attività 2022 del soccorso nel Piacentino. Il tempo medio di arrivo del mezzo di soccorso scende da 15 a 13 minuti

«La rete del 118 e di emergenza è il cuore del servizio pubblico legato alla sanità, quello più vicino alle persone». Così Paola Bardasi, direttore generale Ausl, ha commentato i numeri del servizio di emergenza del 118 della provincia piacentina relativi al 2022, presentati questa mattina. Un sistema, quello del 118 locale, che ha preso in carico oltre trentamila chiamate di aiuto nel corso dell’anno.

IL TEMPO DI INTERVENTO

La tempistica di intervento (che parte al momento della chiamata al 118) è di 13 minuti, contro i 18 fissati come standard dalla Regione e i 15 minuti che Piacenza registrava nel 2021. «La ramificazione sul territorio – aggiunge la dg Bardasi - dei mezzi permette di arrivare sul luogo dell’evento in tempi stretti». Inoltre il 118 gestisce anche la geolocalizzazione dei 1144 defibrillatori presenti sul territorio: quando servono il servizio si occupa di trovare il Dae più vicino. E ben 2500 piacentini sono stati formati nell’anno appena concluso sul loro corretto utilizzo.

ALCUNI NUMERI DEL SERVIZIO D'EMERGENZA

Stefano Nani, dirigente Professioni sanitarie Area Emergenza territoriale 118, ha fornito i numeri del 2022. Sono state 30.516 le chiamate d’emergenza in un anno per 31.837 pazienti coinvolti (in un incidente stradale possono essere coinvolte più persone).

Il 65% si sono poi rivelati codici verdi, per il 16% gialli, nel 2% dei casi gravi e nel 2% i pazienti sono deceduti.

Tra le patologie rimane sempre al primo posto l’evento traumatico. «Poi quello neurologico – precisa Nani - spesso accompagnato da quello cardiologico».

Medico e infermiere sono presenti nel 92% dei casi di codice rosso, mentre è del 100% la presenza su un codice rosso grave accertato.

«Nel 4% dei casi - ha spiegato Enrica Rossi, direttore Emergenza territoriale 118 - è intervenuto l’elisoccorso, nel 24% mezzi di volontariato di base, nel 46% un infermiere era a bordo o sul posto». La dottoressa Rossi ha indicato un settore nel quale bisogna garantire una risposta più efficace: i casi di insufficienza respiratoria, complessi da vagliare e diagnosticare.

I TRASPORTI DA UN OSPEDALE ALL’ALTRO

I trasporti intra-ospedalieri urgenti, da un ospedale all’altro, sono stati 280. «Sono viaggi “protetti” – ha spiegato la dottoressa Rossi - con la presenza di un infermiere, di un medico o di un rianimatore. Sono state individuate cinque classe di rischio per prevedere la presenza di professionisti a bordo del mezzo».

CRI: «ORGOGLIOSI DI FARNE PARTE». ANPAS: «PIACENZA E’ UN RIFERIMENTO»

Come si sono divisi gli interventi di soccorso le diverse realtà del territorio? Le pubbliche assistenze della rete Anpas sono state protagoniste di 18189 interventi (il 47%), i mezzi della Croce rossa piacentina in 12201 (31%, coprendo molto la fascia notturna), quelli di Ausl 8776 (22%).

Soddisfatti per i numeri i referenti delle due realtà di soccorso. «Per il mondo del volontariato - ha preso la parola Alessandro Guidotti (presidente Croce Rossa) - è un orgoglio far parte di questo sistema. L’impegno non indifferente ci permette di garantire i servizi che l’Ausl ci richiede». «È per noi motivo di tranquillità – ha aggiunto Guidotti - poter contare sulla presenza di professionisti, medici-infermieri, nella totalità dei casi più complessi. Tranquillizza i volontari, che si formano e si aggiornano al meglio delle loro possibilità. La presenza immediata del personale infermieristico e medico serve e c’è nei casi problematici. Io, ad esempio, iniziai a fare il volontario nel 1988, quando il 118 non era ancora nato: andavamo a soccorrere le persone al di là nei nostri compiti».

«Dobbiamo dire che il nostro è un territorio – è la riflessione di Paolo Rebecchi, coordinatore Anpas - che in ambito regionale viene preso come riferimento, perché integra bene professionisti e volontari. Altrove non è così naturale: a Piacenza il volontariato riesce a dare risposte immediate, mentre negli altri ambienti il rapporto è più ingessato». Per il coordinatore provinciale delle pubbliche assistenze è meritorio l’impegno di Piacenza per «implementare la cultura della rete dei defibrillatori».

Il dg Ausl Bardasi ha ribadito la proficua collaborazione con Cri e Anpas, ma anche con vigili del fuoco, prefettura e questura. «C’è un livello di formazione professionalizzata altissima e costante dei sanitari e del volontariato». Complessivamente su tutta la provincia il sistema del 118 può contare su 7 medici, 47 infermieri, una quarantina di autisti con 7 mezzi infermieristici, un’automedica, 6 mezzi per trasporti intraospedalieri e 35 postazioni di Anpas e Croce Rossa. «Siamo presenti – conclude Bardasi - a tutti gli eventi pubblici dove c’è da fare assistenza e prevenzione. Per questo dico che questo è il cuore dei servizi sanitari, garantendo un intervento professionalizzante di caratura altissima».

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