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La polemica / Argine di Po / Via Nino Bixio

«Discarica in via Bixio, se il privato non pulisce la legge obbliga il Comune a farlo»

Riceviamo e pubblichiamo l'intervento di alcuni lettori sulla recente polemica dell'aera privata in stato di estremo degrado da anni: «Ci sono anche rifiuti speciali pericolosi che potrebbero rilasciare sostanze inquinanti nel terreno»

Sulla spinosa vicenda dell'aera degradata di via Nino Bixio - al centro di un'accesa polemica di botta e risposta dei giorni scorsi tra i Liberali Piacentini (che hanno fatto un sopralluogo) e gli assessori Luca Zandonella e Federica Sgorbati (che hanno spiegato trattarsi di un intervento troppo oneroso) - riceviamo l'intervento di alcuni lettori che, Codice dell'Ambiente alla mano, dicono di smentire quanto invece detto dai due assessori della giunta Barbieri, affermando che a prescindere dalle vicende fallimentari che hanno coinvolto la proprietà dell'aera, «l'amministrazione comunale è comunque obbligata a intervenire per la bonifica dell'aera, esercitando il potere sostitutivo previsto dalla legge nel caso in cui il privato non vi dia seguito».

Nella lettera indirizzata alla nostra redazione, si cita l'articolo 192 del Testo unico ambientale (ovvero il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152) che al comma 3 recita testualmente: "Il Sindaco dispone con ordinanza le operazioni a tal fine necessarie ed il termine entro cui provvedere, decorso il quale procede all'esecuzione in danno dei soggetti obbligati ed al recupero delle somme anticipate".

«La situazione di degrado che si è venuta a creare in quell'aera privata - si legge nella segnalazione alla nostra redazione - non può assolutamente essere sopportata dal Comune. Si tratta infatti di una discarica abusiva che contiene anche rifiuti speciali pericolosi come i Raee, per cui vi è un preciso obbligo di intervento, in tempi brevi, per effettuare la bonifica. Anche perché una parte di quei rifiuti pericolosi insiste direttamente sul terreno, e questo comporta un consistente pericolo di infiltrazioni di sostanze inquinanti nel sottosuolo a causa delle piogge. E' ovvio che nessun curatore fallimentare in questo caso potrebbe trovare almeno 300mila euro per effettuare l'operazione; ma proprio per questo è l'amministrazione che è chiamata a provvedevi, e anche in tempi brevi, come espressamente previsto dall'articolo 192».

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