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Dopo 35 anni monsignor Perazzoli lascia l’insegnamento al Collegio Alberoni

Monsignor Bruno Perazzoli, parroco dal 1985 presso la chiesa di San Paolo Apostolo ha deciso di lasciare, dopo 35 anni di attiva e feconda collaborazione, l’insegnamento al Collegio Alberoni di San Lazzaro

Mons. Bruno Perazzoli, parroco dal 1985 presso la chiesa di San Paolo Apostolo ha deciso di lasciare, dopo 35 anni di attiva e feconda collaborazione, l’insegnamento al Collegio Alberoni di San Lazzaro per il quale, nel 2009 la Commissione di verifica di Storia della Filosofia aveva sancito “Il voto10 e Lode”.

Nell’occasione il Superiore Padre Nicola Albanesi ha fatto pervenire al sacerdote una cordiale missiva dalla quale riprendiamo alcuni passaggi: “La sua presenza in Collegio è stata importante. Per tanti studenti lei è stato un punto di riferimento, per il suo modo di fare e di essere. Ha aiutato diverse generazioni di seminaristi, compresa la mia, a considerare la filosofia una disciplina simpatica. E a non aver timore degli esami di una materia che "i più" trovano ostica, difficile, non immediatamente comprensibile.

Tutti, studenti e professori, le hanno sempre riconosciuto una grande competenza. Questo non l'ha reso distante, ma al contrario, le ha permesso di stabilire relazioni di fiducia, di grande cordialità. In tutti questi anni non ricordo mai da parte sua una insofferenza, una presa di posizione aspra, un giudizio sulle persone fuori posto. Una presenza, la sua, preziosa, di grande umanità, rivestita di una fede matura, solida. Lascerà un vuoto nel nostro Collegio.

Ricordo ancora il suo primo giorno di scuola in Collegio alla nostra classe, quella entrata nel 1985. Quanto entusiasmo ci ha riportato con le sue prime lezioni di storia della filosofia antica. Io e molti altri in quegli anni, arrivavamo dalle scuole tecniche senza mai aver fatto lezioni di filosofia. Poi sono arrivate le sue lezioni e il suo modo di fare in classe. Ci guardava con indulgenza, dall'alto della sua preparazione. Ma nello stesso tempo ci ha sempre trattati con estremo rispetto. Ha cercato (e ci è riuscito!!) di rendere tutto facile. Questo ci ha incoraggiato a studiare e a superare gli inevitabili ostacoli degli inizi. Grazie ancora!! E se è vero che negli "inizi" si riceve una specie di "imprinting", io e la mia classe abbiamo ricevuto il suo. Abbiamo sempre ammirato la sua capacità di relativizzare tutto (in materia filosofica), di non prendere troppo sul serio le dispute di scuola, a trattare con leggerezza le questioni più gravi e  impegnative, segno di una preparazione profonda abbinata ad una grandezza di animo non comune negli ambienti clericali”.

La scheda

Don Bruno è stato Ordinato in Duomo il 8 giugno 1963, vescovo mons. Umberto Malchiodi; è seguita la prima messa, il 9 giugno a Sarmato nel Santuario della Madonna di Caravaggio. Nell’agosto dello stesso anno, per i successivi 12 mesi è curato alla parrocchia di San Nazzaro d’Ongina e Isola Serafini, quindi a Borgotrebbia fino al luglio 1965. Don Bruno passa poi a Bedonia, dove, tra docenza in Seminario, rettorato e cappellania al Santuario della Madonna di S. Marco, ha trascorso 20 anni. In questo periodo ha trovato modo di laurearsi in filosofia a Genova, fruendo delle lezioni di Michele Federico Sciacca. L’invito a un concorso, immediatamente dopo la laurea, gli ha aperto il cammino alla docenza universitaria: all’Università di Genova, dove ha insegnato per oltre 30 anni, poi dal1985 sino al settembre scorso, al Collegio Alberoni. Ha inoltre tenuto conferenze e guidato esercizi spirituali in molteplici località italiane: da Trento a Santa Maria di Leuca e pubblicato anche apprezzati studi sul pensiero filosofico-cristiano. In questo ambito, rilevanza particolare è riconosciuta ai suoi studi sul sacerdote Antonio Rosmini, proclamato Beato nel 2007.

Nella parrocchia di san Paolo Don Bruno pur in una comunità in continuo cambiamento, con un’età media che ogni anno sale e con tanti stranieri, ha comunque saputo tenere viva la fede per la Chiesa, aiutato finche sono stati in vita, da papà Giacomino e da mamma Guendalina.

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