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Draghi: «Si arriverà a obbligo vaccinale e terza dose, il green pass sarà esteso»

Conferenza stampa nel pomeriggio al termine del Consiglio dei Ministri. Tra i temi: scuola, lotta al Covid, economia e politica estera

"L'orientamento" del governo è quello di "estendere" l'utilizzo del green pass. Draghi, rispondendo a una domanda al termine della conferenza stampa indetta oggi per fare il punto sul lavoro del governo, ha detto che "la direzione è quella". Sui dettagli, "per decidere i vari passi e i settori che dovranno averlo prima, faremo una cabina unica di regia, come chiesto peraltro anche dal senatore Salvini", ha detto il premier. E a chi ha chiesto se si arriverà all'obbligo vaccinale, Ema e Aifa permettendo, e alla terza dose, Draghi ha risposto: "Sì a entrambe le domande", mentre il ministro Speranza, presente anche lui,  ha detto che l'obbligo vaccinale anti-Covid "è già disposto per il personale sanitario e quindi la sua estensione è una possibilità a disposizione del Parlamento". Quanto alla Lega, che in commissione sul Green Pass aveva votato contro il parere del governo, Draghi ha risposto: "è auspicabile una convergenza e una maggiore disciplina nelle deliberazioni politiche" ma "il governo va avanti".

Green pass e vaccini sono stati tra i temi al centro del discorso del premier - accompagnato oltre che dal ministro Speranza anche dai Giovannini, Bianchi e Gelmini - insieme all'andamento della campagna vaccinale, il ritorno a scuola in presenza, l'economica, i trasporti e la politica estera. 

"La campagna vaccinale procede spedita" ha esordito Draghi. Verso fine settembre sarà vaccinato l'80 per cento della popolazione e già oggi il 70 per cento è completamente vaccinato. Sono abbastanza fiducioso che raggiungeremo l'obiettivo dell'80% entro settembre", ha detto il premier. "Ribadisco l'invito a vaccinarsi, è un atto verso se stessi, di solidarietà verso gli altri e protezione di tutte le persone con cui si viene in contatto". Draghi ha espresso poi "solidarietà piena" a coloro che sono stati "oggetto di violenza e da parte dei cosiddetti 'no vax'". Il presidente del Consiglio ha puntato il dito contro quella che ha definito "una violenza particolarmente odiosa e vigliacca quando è fatta nei confronti di persone che fanno informazione sono in prima linea per combattere la pandemia". 

La scuola torna in presenza e i trasporti

Draghi ha poi ricordato "il grande entusiasmo dei giovani" per la campagna vaccinale. "L'adesione massiccia e la copertura estesa a livello nazionale ci permetterà di affrontare anche con certa tranquillità e minor incertezza la riapertura delle scuole", ha aggiunto Draghi. La scuola in presenza "è sempre stata la priorità di questo governo", ha ribadito. "A metà aprile decisi che bisognava ritornare in presenza, accompagnato dalle critiche di molti esperti. Beh, fu un successo, abbiamo dato un mese di più in scuola in presenza a tutte le studentesse e a tutti gli studenti italiani. Ora vogliamo continuare su quella strada", ha detto il presidente del Consiglio. Per quanto riguarda i vaccini tra il personale scolastico, "anche su quel fronte siamo pronti", ha detto Draghi sottolineando il fatto che il "91,5% ha fatto almeno una dose di vaccino e "l'applicazione del green pass mi pare stia andando bene". In generale, ha detto Draghi, "l'impressione è che la preparazione sia stata accurata e ben fatta e che il governo non ha 'passeggiato', come ha detto qualcuno".

"Ieri tutte le 8.500 scuole italiane hanno riaperto con il mandato di portare dal 13 settembre tutti gli studenti in sicurezza e in presenza", ha detto il ministro Bianchi, prendendo la parola dopo il premier. "Le regole" per il ritorno in presenza "sono quelle del Cts: mascherina, distanziamento e regole di igiene fondamentale", ha detto Bianchi, e "dove ci sono classi di vaccinati si possono togliere la mascherina e si può tornare a sorridere". 

Sulla questione dei trasporti e della certificazione, il ministro Giovannini è intervenuto per dire che "ieri sera Trenitalia ha comunicato che il numero delle persone sprovviste di green pass sui tremi a lunga percorrenza è stato pari allo 0,2% dei passeggeri, poco più di 70 persone". Un dato, secondo Giovannini, "che testimonia la precisione con cui si lavora ma anche un'adesione da parte dei viaggiatori cittadini alle nuove misure", dice Giovannini. "Stiamo lavorando da aprile per questa fase ripartenza. Ieri è partita la fase applicativa delle linee guida sui trasporti ed è operativo il Green pass sui trasporti di lunga percorrenza- conclude il titolare del MIMS- Vorrei ringraziare i gestori delle varie tipologie di trasporto e anche i viaggiatori", ha aggiunto.

Economia, politica e immigrazione

Per quanto riguarda l'economia, Draghi si è detto soddisfatto ma ha anche messo in guarda sul futuro. "La nostra economia continua a crescere, anche più delle aspettative e molto di più di quello che ci si sarebbe aspettato, basta vedere le cifre previste dal Mef nei documenti ufficiali a marzo di quest'anno. Anche questo ci dà incoraggiamento. Il mercato del lavoro va bene, ci sono circa mezzo milione di occupati in più e l'occupazione non mostra di cedimento" ma "vi sono situazioni riprovevoli per il modo in cui sono state condotte e anche lì il governo dovrà intervenire in questi casi". Tuttavia, ha aggiunto poi Draghi, "è vero che le cifre sulla crescita sono alte come l'economia italiana non ne vedeva da decenni ma è anche vero che il nostro pil nel 2020 è caduto come non si vedeva da molti decenni. Nei grandi paesi sta avvenendo un grande rimbalzo, chi è caduto di più rimbalza di più – ha sottolineato il premier -  La vera sfida sarà nei prossimi due trimestri dell'anno prossimo, ossia riuscire a mantenere un tasso di crescita considerevolmente più elevato che c'era prima della pandemia. Lì si giudicherà veramente la capacità dell'economia italiana di trasformarsi  e divenire strutturalmente più solida". 

Per quanto riguarda il governo, ha detto Drarghi, "vedo una coalizione con le sue divergenze, ci sono provenienze politiche, culturali, personali e professionali diverse in questa maggioranza. Il governo va molto d'accordo nei suoi membri, il Parlamento ha fatto un lavoro straordinario e continua a farlo: non vedo nessun disastro all'orizzonte e non mi preoccupo per me stesso di sicuro". Sul tema dell'immigrazione, Draghi ha rinnovato la propria fiducia alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese: "Lavora molto bene". "Il problema è molto difficile, non ho trovato qualcuno che avesse la bacchetta magica e lo risolvesse in un attimo. I numeri di quest'anno non sono spaventosi, abbiamo avuto anni peggiori di questo. Credo che la ministra Lamorgese faccia il suo dovere e lo faccia molto bene".

"La cosa più importante è aiutare e proteggere gli afghani"

Per quanto riguarda le questioni di politica estera, il discorso si è aperto ovviamene con l'Afghanistan. Per Draghi bisogna pensare "soprattutto al futuro immediato" del paese e concentrarsi per il "massimo impgno in direzione umanitaria, per aiutare gli afgani". Il presidente del Consiglio ha ringraziato "le Forze militari sul campo e il comparto Difesa ed Esteri per le operazioni di evacuazione dall'Afghanistan degli italiani e degli afghani che hanno collaborato nel corso degli anni con il nostro Paese". Draghi parlerà "stasera" con il presidente francese Emmanuel Macron su "Afghanistan, rapporti bilaterali, di Europa e Libia".

"La cosa più importante ora è aiutare e proteggere gli afghani - ha spiegato Draghi - È la cosa che possiamo fare ora e su cui abbiamo risultati immediati". "C'è qualcuno che è stato concludente" sull'Afghanistan?, ha detto Draghi. "L'Ue indubbiamente è stata abbastanza assente, su certi piani perchè non organizzata". Sulla questione "c'è molto da fare" in un periodo in cui si "ripensano tutte le relazioni internazonali internazionale" ma, ha aggiunto il premier, "io non credo all'abbandono e isolazionismo". "Io continuo a pensare che si farà, ora avremo una serie di altre conversazioni, con il presidente Xi la prossima settimana, vedremo che cosa succede all'assemblea Onu, il G20 in ogni caso si farà dopo l'assemblea Onu", ha commentato poi Draghi. 

"Il salvataggio degli afghani ha ancora una volta dimostrato la povertà dell'Ue per quel che riguarda la gestione dell'immigrazione, è un problema mondiale e l'Ue unita da tanti principi non riesce ad affrontarlo, questo è una spina nella stessa esistenza della Ue, ne parlo oggi con Macron. Davanti a quella tragedia immane ci sono Paesi che hanno detto: non vogliamo rifugiati. Non so se ricordate. Ma come si fa?", ha concluso.

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