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Erbe da mangiare, ma anche con tante proprietà curative

Le erbe da utilizzare in cucina sono davvero tante ma oggi se n’è persa di molto la conoscenza. Soprattutto nei secoli scorsi, le erbe venivano utilizzate per le loro proprietà salutari

Le erbe da utilizzare in cucina sono davvero tante ma oggi se n’è persa di molto la conoscenza; ma soprattutto nei secoli scorsi, le erbe venivano utilizzate per le loro proprietà salutari. La loro presenza nel nostro territorio è codificata da un dettagliato erbario conservato nel Museo di storia naturale che è stato oggetto di una revisione nel 2000, compreso un catalogo curato da Enrico Romani. Ma per diffondere la conoscenza delle erbe, delle specie da coltivare e per il progresso dell’agricoltura piacentina, è stata fondamentale l’istituzione delle Cattedre ambulanti.

Storie e particolarità che sono state oggetto della relazione della dott. Patrizia Anselmi dell’Archivio di Stato che ha trattato di "Erbe in cucina. L’erbario della Cattedra ambulante di agricoltura (1920-1939)". Un incontro che si è svolto nell’ambito del ciclo di videoconferenze denominato “Carte da cucina”, organizzato dall’Ufficio Attività socio-ricreative del Comune di Piacenza per la terza età, con il contributo dell’Archivio di Stato.

«La parola d’ordine del contesto agrario italiano alla fine dell’800 - ha esordito la dottoressa Anselmi- era stato quello di trasferire le conoscenze dalla teoria alla pratica, motivo per cui nacquero le Cattedre ambulanti di agricoltura, con l’intento di migliorare e diffondere le migliori colture, i concimi, ed i macchinari.

A Piacenza le sezioni territoriali di città e provincia sorsero addirittura nel 1862 (Zangrandi, Laviosa, Fioruzzi, Lucca ecc); nel 1885 avvennero acquisti collettivi di concimi e grani da semina, poi nel 1892 venne fondata da Giovanni Raineri la Federconsorzi. Nel frattempo- ha ricordato la relatrice- si ampliò il progresso agricolo con le prime sperimentazioni come la trebbiatura a vapore, l’aratura, sempre a vapore, le falciatrici Valter Vood, le spandi e le raccattafieno.

Il “braccio armato” del progresso in agricoltura furono le Cattedre ambulanti nel 1892 finanziate dalla Cassa di Risparmio, da Provincia e Comuni. Il direttore fu Ferruccio Zago (1897-1919) che reclutava docenti girando a cavallo nei vari territori con chiamate dirette dei docenti, coinvolgendo le persone che si reputavano più preparate. Si tenevano pubbliche conferenze (zootecnia, viticoltura, frutticoltura), consultazioni gratuite, visite ai poderi, analisi delle sementi, sul calcare dei terreni, servizi antifillossera, si stampavano opuscoli illustrativi.

Tra il 1929 ed il 193, la Cattedra predispose un erbario con la catalogazione della flora piacentina di cui è stata effettuata la revisione nel 2000. E’ composto da 847 reperti, 14 cartelli per 771 specie, il che ci fa notare quanta conoscenza si è persa delle erbe rispetto a quella che possedevano i nostri antenati. Sono divise in Pteridofidi (felci), gimnosperme, dicotiledoni e monocotiledoni. I campioni sono “spillettati” su cartoncini, con cartellini che indicano data e luogo di raccolta.

La dott. Anselmi ha trattato poi emblematicamente di tre erbe (origano, salvia e rosmarino) evidenziandone le curiosità storiche, le leggende, le proprietà farmacologiche e quelle culinarie, tante peculiarità che ben conoscevano i nostri antenati, ma di cui oggi si è quasi del tutto perduta la conoscenza, se non per l’uso in cucina.

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