rotate-mobile
Attualità

Ex rimessa locomotori Berzolla, dai tram agli uffici comunali

La storia dell’edificio (vincolato) al centro del progetto di riqualificazione della stazione ferroviaria all’interno del Bando Periferie

L’ex rimessa locomotori Berzolla ospiterà uffici comunali, e non solo. Lo ha deciso l’Amministrazione comunale, che ha corretto in parte il progetto di riqualificazione dell’area della stazione ferroviaria di Piacenza. Quando, però, non si sa. Il progetto fa parte del Bando Periferie, un sostanzioso contributo statale (da oltre otto milioni di euro) di cui si servirà il Comune per riqualificare l’area Nord della città (stazione ferroviaria, piazza Cittadella e piazza Casali). L’edificio “Berzolla” non si poteva abbattere: risulta infatti vincolato dalla Soprintendenza, che gli attribuisce un valore storico e architettonico. Non si conoscono ancora i tempi del Bando Periferie, rinviato al 2020, ma su cui pende l'indecisione della società "Terrepadane" a dare l'ok al progetto definitivo per la riqualificazione dell'area dell'ex Consorzio Agrario. Ma cosa ospitava l'immobile del "Berzolla", da moltissimi anni in una situazione di degrado e abbandono?

LA STORIA

Vicino al tracciato delle mura farnesiane, proprio nell’area in cui dopo l’Unità d’Italia la città assisteva ad uno sventramento delle mura per accogliere l’arrivo dei binari ferroviari, prende posto negli anni ’30 un edificio dal gusto liberty, dimostrazione dell’eleganza con cui si affrontava all’inizio del ‘900 l’edificazione anche in ambito industriale. Dapprima stazione tramviaria di Piacenza, viene poi inglobata nell’apparato a servizio della linea ferroviaria elettrificata. Il manufatto è infatti legato alla breve storia dell’elettrificazione delle tranvie extraurbane a vapore gestita dalla Società Italiana Ferrovie e Tramvie (Sift) che con Regio Decreto del 28 febbraio 1930 concesse alla Sift le linee Piacenza-Bettola, Piacenza-Carpaneto-Lugagnano-Fiorenzuola, Castelsangiovanni-Pianello.

Nel 1924 si progetta infatti di trasformare diverse linee tranviarie da vapore a trazione elettrica, ma il progetto non decolla. Tre anni dopo, nel 1927, riprende la progettazione di linee ferroviarie in sostituzione delle vecchie linee tramviarie a vapore e viene programmata l'elettrificazione della Piacenza-Bettola. Il tracciato, su massicciata ferroviaria, sarà periferico rispetto ai centri abitati. La società Sift affida al Politecnico di Milano la progettazione. Il progetto esecutivo è dell'ing. Marco Semenza, docente dell'Università di Milano, che cura anche la parte rotabile. L'ing. Arturo Danusso segue le opere edili sulla strada ferrata e realizza il ponte sul Nure a Ponte dell’Olio, uno dei pochissimi manufatti ferroviari in curva da 300 metri di raggio ed in salita del 15 per mille, con cinque campate da 40 metri ciascuna. La linea elettrificata viene inaugurata il 21 aprile del 1932, ma entrerà in esercizio il 27 settembre dell'anno successivo; tre giorni dopo l'ultimo tram a vapore percorrerà la vallata. La nuova ferrovia è la prima in Italia dotata di segnali di blocco, semafori luminosi e altri dispositivi di sicurezza. Il materiale rotabile ha le caratteristiche del sistema metropolitano; le carrozze, dette "rimorchiate", sono caratterizzate da cabine in testa e in coda. Raggiungono i 120 km/ora e per le loro peculiari caratteristiche, sono conosciute in tutta Italia come "Le piacentine".

È la prima linea in Italia ad adottare criteri di metropolitana, con lo scopo di valorizzare quella che era ritenuta una delle più ricche province italiane, dal punto di vista agricolo e industriale, collegando tutti i centri della provincia in modo veloce ed efficace. La rete tranviaria a vapore, costruita tra il 1880 e il 1891, si serviva infatti di sedi stradali strette che collegavano i centri col capoluogo e con la ferrovia, lasciando fuori una vasta superficie provinciale. Fu realizzata solo la Linea Ferroviaria Piacenza-Bettola, ritenuta molto importante per il trasporto di passeggeri, merci e materiali edili, come il sasso calcareo e la marna cementifera, provenienti dalle miniere della Val Nure, che dovevano essere trasportati fino ai cementifici del capoluogo. Nel marzo del 1928 erano già stati eseguiti imponenti lavori di abbattimento e sistemazione nella zona urbana nord, adiacente al tracciato ferroviario esistente.rimessa locomotori Berzolla-2

 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Ex rimessa locomotori Berzolla, dai tram agli uffici comunali

IlPiacenza è in caricamento