«Facoltà di Medicina troppo lontana dall'ospedale. Ecco quali saranno i problemi di docenti e studenti»
Il medico piacentino Davide Bastoni pone una riflessione sul progetto di recupero dell'ex ospedale militare che sta avanzando in questi giorni
Riceviamo e pubblichiamo un intervento del dottor Davide Bastoni - medico piacentino specialista in Medicina d'Emergenza Urgenza, Ecografia clinica, Ecocardiografia - riguardo i recenti sviluppi del progetto di apertura della facoltà di Medicina all'interno dell'ex ospedale militare di via Beverora.
Ho letto con interesse l’accordo tra ministero della Difesa, Regione Emilia Romagna, Comune di Piacenza e Università di Parma per portare, in futuro (non si sa quanto prossimo in realtà), la sede del corso di studi in medicina e chirurgia in inglese presso l’ex ospedale militare di Piacenza.
Ringraziando per l’impegno tutti gli attori coinvolti, pongo alcune questioni di carattere pratico, da ex studente di medicina. Nella mia formazione professionale ho avuto modo di frequentare non solo l’università di Parma, ma anche altre università italiane e ho speso parte del mio percorso in Germania e Inghilterra.
In tutti i posti che ho frequentato, la sede del corso di laurea in medicina e chirurgia è vicina all’ospedale o addirittura inclusa negli edifici di esso.
A Piacenza invece si vorrebbe creare la sede in zona Via Beverora (cioè ex ospedale militare) e contemporaneamente si sta prospettando la costruzione del nuovo ospedale vicino al carcere, fuori dal perimetro della tangenziale: praticamente dall’altra parte della città.
Ora, espongo alcune domande, che spero siano già state affrontate in sede di analisi:
- lo studente che ha lezione teorica e poi pratica nello stesso giorno, dovrà spostarsi con i mezzi pubblici da una parte all’altra della città avanti e indietro? Saranno previste navette ad hoc?
- lo studente che vuole studiare nella biblioteca che immagino sarà presente nella sede del corso, dopo un tirocinio in Ospedale, dovrà farsi mezz’ora nel traffico per ritornare in biblioteca?
- lo studente che frequenta un reparto come attività didattica elettiva aggiuntiva e che ha i tempi stretti per arrivare alle lezioni, dovrà rinunciare alla pratica in reparto?
- non si dovrebbe andare verso la riduzione del traffico cittadino?
- saranno presenti laboratori (ad esempio anatomia patologica, autopsie, laboratori di vetrini istologici, ecc.) oppure gli studenti dovranno spostarsi all’ospedale nel traffico?
- si è pensato che la maggioranza dei professori saranno anche clinici che magari lavorano in Ospedale? Li facciamo viaggiare avanti e indietro per la città nel traffico con grande perdita di tempo?
Sicuro che ci saranno delle spiegazioni a tutte queste mie domande, ringrazio tutti coloro che si sono spesi per avere portato il corso di medicina e chirurgia in inglese a Piacenza: ora cerchiamo di non fare scappare gli studenti.
Davide Bastoni
Medico e piacentino