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Fare rete per attrarre le risorse del Pnrr, la Fondazione incontra i confederali dei pensionati

L’ente di via Sant’Eufemia ha posto al centro della sua azione programmatica dei prossimi mesi le tematiche connesse al welfare, per promuovere uno sforzo condiviso che risponda alle emergenze sociali

Fare rete per attrarre le risorse del Pnrr (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) varato dal Governo, affinché queste siano utilizzate per rispondere al meglio ai bisogni del territorio piacentino. Con questo obiettivo i sindacati dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil stanno promuovendo una serie di incontri con i sindaci dei comuni piacentini, con l’Azienda Usl locale e con i rappresentanti delle istituzioni. Ed è in quest’ottica che, nei giorni scorsi, i sindacalisti Luigi Baldini, Aldo Baldini e Pasquale Negro hanno incontrato il presidente della  Fondazione di Piacenza e Vigevano, Roberto Reggi. L’ente di via Sant’Eufemia ha posto al centro della sua azione programmatica dei prossimi mesi le tematiche connesse al welfare, per promuovere uno sforzo condiviso che risponda alle emergenze sociali, acuite dalla pandemia, e al potenziamento dei servizi territoriali a contatto con le criticità. 

Proprio per questo l’incontro ha posto al centro della discussione gli interventi da realizzarsi in ambito sociale e sanitario, cui il Pnnr riserva due missioni ad hoc: lavoro, famiglia e coesione sociale e, soprattutto, salute.  “Il presidente Reggi – sottolineano i rappresentanti sindacali – si è dimostrato attento e coinvolto dall’approccio partecipativo e dalla finalità della proposta. Da parte nostra, anche in considerazione degli effetti negativi della pandemia che si sono innestati su situazioni spesso già in sofferenza, come solitudine, depressione, crisi dei nuclei familiari, auspichiamo che vi sia una reazione con l'attuazione di progetti rilevanti a livello locale”. 

Le richieste al presidente Reggi sono state molteplici: “Vorremmo che la Fondazione partecipasse allo sforzo in vari ambiti: ristrutturare, completare o costruire le Case della Comunità (ex-salute), e progettare o adeguare nuove strutture, almeno una in ogni distretto (come prevede il Pnrr) per le cure intermedie e/o le lungodegenze, perchè due cliniche in tutta la provincia sono insufficienti”. 

Il tema della sanità è prioritario: “Ospedali, Case di Riposo e Rsa vanno riprogettate – sottolineano i sindacati –. Solo la Fondazione può avere mezzi e tempi veloci per aiutare enti e privati a fare presto. Se si aspettassero i bandi di Ausl o Comuni, sarebbe troppo concreto il rischio di arrivare tardi. In più occorre progettare in ogni comune nuove proposte di incontro per i bambini e i giovani con attività e iniziative per il tempo extra scolastico: dopo le 13, o al massimo dopo le 16.30, le famiglie sono ancora lavoro. Quindi occorre promuovere attività che migliorino la socializzazione di ragazze e  ragazzi e non è utopia: spesso basta adeguare spazi esistenti”. 

Secondo i rappresentanti dei sindacati confederali gli interventi dovranno essere specifici e ben calibrati: “La pandemia da Covid-19 – sottolineano – da un lato ha ricordato a tutti noi il valore primario della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza dei servizi sanitari pubblici, dall’altro ha reso più evidenti alcuni aspetti critici del sistema sanitario. Vi sono disparità territoriali nell’erogazione dei servizi; un’integrazione non sempre adeguata tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali; tempi di attesa elevati per l’erogazione di alcune prestazioni. Ora però ci sono le risorse da conquistare per poter intervenire per una sanità nuova, senza dimenticare di investire in una sana socialità”.

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