Da San Rocco al Porto a Farini per fare il barbiere: «Mi fermo a vivere qui»
Il 25enne lodigiano Federico Tamborra si è trasferito a Farini, in Alta Valnure, per aprire un'attività di barberia: «Il barbiere storico aveva lasciato, durante il lockdown ho iniziato a pensare di sostituirlo»
Da San Rocco al Porto a Farini per fare il barbiere. In Alta Valnure da un mese lavora il 25enne lodigiano Federico Tamborra, che ha aperto la sua attività in via Genova. La barberia “Ruvido” è aperta tre giorni alla settimana: lunedì per tutta la giornata, giovedì mattina e domenica mattina. Questo perché il giovane si divide tra Farini e il suo primo negozio a San Rocco al Porto. A Farini è ancora operativa l’attività di parrucchiera di Clara Cavanna, ma il paese da qualche tempo non aveva più barbieri.
Quello nuovo è originario di Santo Stefano Lodigiano. Dopo le scuole a San Rocco, ha iniziato a lavorare prestissimo – prima durante le estati, e poi a tempo pieno – in un negozio da parrucchiere. «Lavavo i capelli – racconta il giovane - pulivo per terra, la solita gavetta che fanno tutti. A 16 anni sono andato a lavorare in un altro negozio: un sacco di teste lavate… Poi sono venuto a lavorare a Piacenza a “La Barberia”, dai 19 fino ai 21 anni. Qua ho preso l’idea di tornare al vintage, ai barbieri classici, rivisitati in chiave moderna». Sempre a 21 anni Federico ottiene l’attestato e apre il suo negozio a San Rocco, dove lavora da solo.
«C’è bisogno di mantenere vivi i vecchi negozi da barbiere – spiega le sue intenzioni il 25enne - luoghi che richiamano il passato. L’idea di ripristinare il panno caldo e un locale che richiama ai nostri nonni è molto apprezzata. Dal barbiere ci andavo da piccolino con mio padre e i miei fratelli e troppi sono scomparsi senza essere rimpiazzati». Il lavoro non sembra mancare. «Faccio una sessantina di clienti alla settimana, la metà vuole farsi fare anche la barba. Anche chi ne ha poca una sistemata se la fa sempre dare». Secondo Federico l’uomo presta molta più attenzione ai capelli, rispetto al passato. «C’è sempre chi si accontenta di un taglio e di una tosata da cinque minuti di lavoro. Ma adesso la moda da uomo si è fatta strada, ci sono sempre più richieste, occorre più cura e più stile».
IL BARBIERE STORICO LASCIA E IL 25ENNE INIZIA A PENSARE DI SOSTITUIRLO
«Fino a qualche anno fa non sapevo neanche dove fosse l’Alta Valnure, ora ci vengo a lavorare…». Federico ha conosciuto Farini grazie a una relazione sentimentale, poi finita. «Sono comunque nate diverse amicizie, qualcuno iniziava a passare a San Rocco a farsi tagliare i capelli. Poi, durante il lockdown, ho iniziato a pensare di voler passare più tempo possibile a Farini». Il giovane voleva affittare una casa per il periodo estivo, per trascorrere tutti i weekend. «Il barbiere storico del paese, Piero Segalini, qualche tempo fa aveva lasciato il negozio per riposarsi. Si è iniziata a spargere la voce che lo sostituivo, ma in realtà non ci pensavo proprio. Forse mi era scappata una battuta e qualcuno mi aveva preso sul serio. Così hanno iniziato a chiedermi se avevo intenzione di aprire sul serio…Beh, a quel punto ho iniziato a rifletterci davvero».
Federico prova a fare due conti e chiedersi se ne vale la pena. «Ho capito che c’era bisogno di un barbiere per gli uomini. La gente chiedeva, il titolare di prima me lo ha confermato. Alla fine del lockdown chiedo di parlarne di persona e dopo essermi confrontato con lui mi sono convinto: lo faccio. Così a inizio estate mi sono insediato e a settembre ho aperto».
I tuoi clienti più affezionati a San Rocco cosa dicono di questo cambiamento? «Alcuni mi hanno sconsigliato - risponde - altri sono sbalorditi per la scelta. Non tanto per l’essermi trasferito a Farini, ma più che altro per la volontà di gestire due negozi così distanti. Ci riesco perché è un lavoro che mi piace molto, non sento particolare fatica. I lavori faticosi sono altri. Il mio negozio lo vedo come se fosse casa mia, entra una persona alla volta a fare due chiacchiere e intanto gli faccio barba e capelli. Apro alle 9, quindi la sveglia non suona prestissimo. Va bene così».
L’incontro con Federico è in una classica giornata autunnale, dove non si vede molta gente per il capoluogo dell’Alta Valnure. «Mi piace la tranquillità – interviene lui -, apprezzo questo paese. Quando supero con la mia auto Pontedellolio “mi si aprono i polmoni”, è già un’altra cosa e sto meglio. Poi le amicizie che ho coltivato qui sono importanti e guardo molto a questi aspetti». «È vero – va avanti nel discorso - ci sono giornate con poca gente in giro, però non mi giro i pollici. Domenica mattina e lunedì si lavora molto. Il giovedì, pur essendo giorno di mercato, c’è meno gente. Comunque i clienti di Piero sono tornati e grazie a loro sto imparando anche un po’ di dialetto. Si conversa molto qua dentro, sento parlare molto spesso di caccia, funghi e boschi e sto diventando un esperto pure io».
LA DECISIONE DI RIMANERE A VIVERE A FARINI
Ma Federico ha fatto un passo ulteriore. «Ho preso in affitto una casa. Inizialmente solo per l’estate, poi ho deciso di rimanere a vivere qui a Farini. Sono diventato un pendolare, ma tra la casa di Farini dove abito e San Rocco, dove scendo per aprire l’attività nei giorni in cui a Farini è chiusa. Insomma, il negozio è stata una scusa per venire a vivere a qui. Vorrei fare anche domanda per diventare residente in questo comune».
Manca qualcosa per vivere qui tutto l’anno? «No, sto facendo il pendolare, se ho bisogno qualcosa la vado a prendere. Non sento la mancanza di alcun servizio a Farini. I familiari sono contenti, mi sono lanciato in questa avventura, ho 25 anni ed è giusto provarci. Avevo già aperto il negozio a soli 21 anni con il loro appoggio ed è andata bene, perchè non tentare anche questa volta».