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Giovedì, 18 Aprile 2024
La mostra

«Le italiane vincenti sconfiggono non solo le avversarie, ma un sistema che non aiuta»

Il noto giornalista di Sky alla mostra del fotografo Cesare Galimberti a "Volumnia": «Il Mondiale in Qatar? Non l'ho amato, ma Messi ha colto l'ultima occasione. Argentina e Napoli "spinte" da Maradona. San Siro lo terrei in piedi, ma nello sport la parte romantica perde sempre»

Il pugno chiuso di Tommie Smith e John Carlos a Messico ’68. Il carisma di Mohamed Alì. La gioia di Sara Simeoni dopo aver innalzato l’asticella dell’intero sport femminile italiano. Le imprese di Pietro Mennea, la “Freccia del Sud”. La partita a scopone più celebre della storia, quella della coppia Zoff-Pertini contro Causio-Bearzot, di ritorno dalla vittoria del Mondiale ’82. I grandi Giri d’Italia del dopoguerra. Le pagine azzurre più belle del calcio italiano. Alain Prost a Montecarlo visto nel riflesso di un casco di un vigile del fuoco. Il talento del “Magic” della Formula 1, Ayrton Senna. La grinta di Eddie Merckx mentre cerca di fare il vuoto dietro di sé. I primi ori del nuoto italiano a Sidney 2000. Le follie di John McEnroe e tante altre pagine di grande sport. 

È stata inaugurata "Immortalare, uno scatto, un'impresa, una storia", la mostra fotografica gratuita di Cesare Galimberti che trova spazio a Volumnia, l’ex chiesa di Sant'Agostino. Mostra, presente fino al 25 febbraio, dedicata alla carriera del fotoreporter sportivo, che ha all’attivo nove olimpiadi estive e sette invernali, nove mondiali di calcio, 22 Giri d’Italia, 9 Tour de France, 43 campionati calcistici. Organizzata dalla parrocchia di Roveleto, proprio nel paese della provincia venerdì 10 febbraio alle ore 21 seguirà l'incontro con il fotografo sportivo Galimberti a Roveleto. Ospite dell’inaugurazione della mostra a Piacenza, invece, accompagnato dal parroco di Roveleto don Umberto Ciullo,  il popolare giornalista Sky e narratore di sport, Federico Buffa.

  • Buffa alla mostra di Galimberti a Volumnia. Che sensazioni vive guardando più di cinquant’anni di sport?

È come vedere la tua infanzia che ti scorre davanti…Nonostante l’Italia non abbia mai dato valore sociale alla pratica sportiva nelle scuole - non è nemmeno presente nella nostra Costituzione - lo sport significa tanto per la nostra società. Passare davanti ad una rassegna del genere ti mette in relazione con le diverse "Italie" che ci sono state. È più facile raccontarle attraverso lo sport rispetto a pagine più dolorose della storia del nostro Paese.

  • Un momento dello sport italiano sottovalutato?

Succede ad ogni Olimpiade. Ad esempio le due ragazze - Federica Cesarini e Valentina Rodini - che hanno vinto a Tokyo la prima medaglia d’oro della storia del canottaggio femminile. Si allenano cinque ore al giorno, al gelo del lago di Varese, prima di andare al ritiro collegiale. Hanno ricevuto attenzione mediatica solo alla medaglia d’oro successiva. Poi non ne parla più. Una delle due, Federica, ha dichiarato: “Quanto vale una medaglia d’oro in questo Paese?”. Ha fatto notare che loro esistono solo in quelle poche ore in cui vincono. Che significato diamo a tutto quello che c’è dietro? Penso che le ragazze italiane vincenti sconfiggano non solo le avversarie, ma un sistema che non le aiuta. La percentuale di ragazze italiane che a 14 anni smette di fare attività sportiva è alta, per colpa dello studio, del fidanzato, dello studio più il fidanzato. E questo lo paghiamo come Paese. Ci sono sportivi italiani che non vengono riconosciuti per quello che danno. E soffrono gli sport che non riescono a raccontare la fatica. Piuttosto si preferisce parlare di fatti che con lo sport c’entrano poco. Si dimentica che lo sport è importante, è una delle poche vie che abbiamo per tornare a parlare con il mondo giovanile, insieme alla musica.

  • Ha raccontato diversi Mondiali di Calcio a Sky. Cosa rimarrà nel tempo di quello organizzato in Qatar?

Non lo ho amato particolarmente, ne ho viste poche di partite. Rimarrà che Messi aveva un’ultima possibilità e l’ha portata a casa. Questo incide molto sulla percezione del futuro di Messi: fino a due anni fa non aveva mai vinto niente con l’Argentina. Ora ha conquistato Coppa America e Mondiale nello spazio del tempo in cui Diego (Armando Maradona, nda), dall’alto, ha detto che “ci giochiamo tutto in questo anno e mezzo”. Così come il Napoli potrebbe vincere lo scudetto, è bello pensare che ci possa essere un abbrivio del “Diez” che chiaramente i giocatori sentono. Una presenza sciamanica. Il suo ricordo è sentito dagli atleti.

  • Dopo il Mondiale di calcio lo sport si è sentito poverissimo. In pochi giorni se ne sono andati Pelè, Sinisa Mihajlovic, Gianluca Vialli…

Aggiungo anche, da baskettaro, un quarto nome: Bill Russell. Il giocatore con più anelli nella storia dell’Nba, un esempio, un uomo che ha scritto la storia dello sport americano e non solo di quello. È stato un periodo drammatico, purtroppo succede. Pelè e Russell credo che siano due dei quindici atleti più grandi della storia dello sport. Per il resto, c’è una strana sensazione… I giocatori iniziano ad alzare la mano e a chiedere “cos’è che ci avete dato”?, di fronte alla morte di cinquantenni. Si sente dire “A noi ce lo davano e non ci dicevano neanche cosa prendevamo”: la cosa sta iniziando a serpeggiare nel mondo del calcio, perché ti spaventi. Non è un bel momento, da tanti punti di vista, anche per questo.

  • Tra le foto esposte alla mostra di Galimberti, c’è uno scatto che ricorda con particolare affetto?

Questa, il più bel gol della storia del calcio azzurro. Gigi Riva che segna di testa su cross di Angelo Domenghini grazie ad un tuffo, Italia 3-Germania Est 0 del 1969. Gol che “n-o-n-s-i-f-a-n-n-o-p-i-ù” ora! Bisogna essere lui, per fare questo gol. Galimberti "bravo eh a fare le foto", ma servono anche i modelli giusti. Poi c’è un altro gol, al quale ero presente. Roberto Bettega che segna di tacco a San Siro nel 1971 contro il Milan. Ero con i miei genitori nei pressi della bandierina del calcio d’angolo che si vede nella foto. All’epoca c’era il parterre, si poteva stare in piedi: ero a 25-30 metri da questo gol, me lo ricordo come se fosse adesso, mi giro verso mio padre e dico che “se ci fanno gol così, questa partita persa non ce la dimentichiamo”. Questo gol, infatti, ce l’ho sempre in testa.

  • Gol segnato nello storico San Siro. Stadio nuovo o le milanesi devono rimanere a giocare lì?

Io sono per San Siro, sono come un vecchio romantico che vorrebbe spargere le sue ceneri nel luogo dove è stato di più, rispetto alle sue case. Temo che prevarranno altre logiche. Io sono decisamente per tenerlo in piedi, ma di solito non va a finire così. La parte romantica tende a perdere.

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