rotate-mobile
Venerdì, 29 Marzo 2024
Attualità

Fondazione Fare Cinema alla Mostra di Venezia con “Passatempo” di Gianni Amelio

Il cortometraggio è il frutto del corso in regia “Fare Cinema” svoltosi a Bobbio nel 2018

La Fondazione Fare Cinema presieduta da Marco Bellocchio e diretta da Paola Pedrazzini ha aperto la sezione Short Italian Cinema con “Passatempo”, il cortometraggio diretto da Gianni Amelio e realizzato nell'ambito del progetto di alta formazione cinematografica “Fare Cinema” 2018. Un evento speciale fuori concorso che ha inaugurato la quarta edizione di Sic@Sic - Short Italian Cinema @ Settimana Internazionale della Critica alla 76esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia. 

Presente in sala, insieme al pubblico degli accreditati e alla delegazione del film, il presidente di Cinecittà-Istituto Luce, Roberto Cicutto, ha ringraziato Gianni Amelio e la Fondazione piacentina Fare Cinema, motore del progetto artistico. 

Da Venezia Paola Pedrazzini, direttrice di Fondazione Fare Cinema, così ha commentato: «Il cortometraggio diretto da Gianni Amelio è un piccolo capolavoro: estremamente rigoroso nella forma, straordinario nelle immagini, originalissimo nella fabula: una storia surreale e allegorica che racchiude una riflessione profonda sulla realtà, filtrata dal linguaggio dell’arte in modo assolutamente non banale e non retorico. Notevole la fotografia di Luan Amelio UJkaj che amplifica la suggestione dei luoghi (piazza Cavalli in notturna, la piazza del duomo di Bobbio e il fiume Trebbia…) e dei volti degli straordinari protagonisti: il pluripremiato Renato Carpentieri e l’esordiente Daouda Sissoko. E’ un onore e un grande piacere vedere “premiato” il nostro lavoro: il mio grazie va in particolare al Maestro Amelio e alla generosità con cui ha lavorato a questo progetto. Sono felice della sinergia con una realtà viva e interessante come la Settimana Internazionale della Critica di Venezia curata con passione e competenza da Giona Nazzaro». 

Interpretato da Renato Carpentieri e Daouda Sissoko, “Passatempo” vede protagonisti un professore in pensione e un giovane studente che viene dal Mali, impegnati in una sfida enigmistica “impossibile”.  

Il cortometraggio, come accennato, è il frutto dell'edizione 2018 del progetto “Fare Cinema”, storico corso di alta formazione in regia cinematografica parallelo e contestuale al Bobbio Film Festival (Bobbio, PC), rassegna cinematografica estiva diretta da Marco Bellocchio. Ad ogni edizione, infatti, il corso viene finalizzato alla realizzazione di un cortometraggio, che lo scorso anno si è avvalso della prestigiosa direzione di Gianni Amelio, fornendo ai corsisti non solo la straordinaria occasione di seguire e partecipare direttamente alla preparazione e alle riprese di un film, acquisendo conoscenze e competenze cinematografiche “sul campo”, ma di sbarcare su scenari prestigiosi ed internazionali come quello offerto dalla Mostra di Venezia. 

Bobbio Film Festival e Fare Cinema 2018 sono stati diretti artisticamente da Fondazione Fare Cinema, presieduta dallo stesso Bellocchio e centro di alta formazione cinematografica che offre corsi di regia, sceneggiatura e produzione, progettati e costruiti coinvolgendo registi, sceneggiatori, autori e professionisti del settore, tutti di altissimo profilo artistico. 

Realizzato in collaborazione con il Comune di Bobbio e con il sostegno di Ministero, Regione Emilia Romagna, Provincia di Piacenza,Fondazione di Piacenza e Vigevano e Camera di Commercio di Piacenza, il progetto ventennale “Fare Cinema” è fiore all’occhiello dell’Alta Formazione Cinematografica della Fondazione Fare Cinema. 

Passatempo

di Gianni Amelio. Italia, 2019. Col., 16’

Sceneggiatura: Gianni Amelio. Fotografia: Luan Amelio UJkaj. Montaggio: Simona Paggi. Suono: Alessandro Zanon. Scenografia: Giancarlo Basili. Costumi: Maurizio Millenotti. Interpreti: Renato Carpentieri, Daouda Sissoko. Produzione: Massimo Di Rocco, Luigi Napoleone – Bartlebyfilm srl; Simone Gattoni – The Film Club srl, con Rai Cinema.

In collaborazione con Paola Pedrazzini, Piergiorgio Bellocchio - Fondazione Fare Cinema e Vision Distribution. Realizzato con il contributo di MIBAC, con il sostegno di Emilia-Romagna Film Commission e Regione Lazio- Fondo Regionale per il Cinema e l’Audiovisivo.

Gianni Amelio (1945) assistente di Vittorio De Seta, ha esordito come regista negli anni 70 con alcuni film per la televisione (La fine del gioco, La città del sole, La morte al lavoro, Il piccolo Archimede). Al cinema debutta con Colpire al cuore (1982), che segna la sua prima partecipazione in concorso alla Mostra di Venezia. I film successivi, I ragazzi di via Panisperna (1988), Porte aperte (1990), Il ladro di bambini (1992), mettono in luce una particolare attenzione alla Storia, ai temi del lavoro, e al rapporto tra le generazioni, che sarà quasi una costante nella sua attività a venire. Nel 1994 dirige Lamerica, interamente ambientato nell’Albania post‐comunista, in cui conferma uno stile di forte impatto realistico, ma aperto a una visione epica, con influenze sapientemente assorbite dal cinema italiano classico. Con il successivo Così ridevano (1998) intreccia esperienza pubblica e memoria personale rappresentando l’emigrazione interna dal sud al nord dell’Italia negli anni 50. Il film vince il Leone d’oro alla Mostra di Venezia dello stesso anno. Nel 2004 Amelio dirige Le chiavi di casa, storia del rapporto tra un giovane padre e un figlio disabile, girato interamente a Berlino. In seguito, realizza La stella che non c'è (2006), storia di un operaio italiano che va da Shanghai in Mongolia cercando un pezzo della “sua” fabbrica comprata dai cinesi. Nel 2010 Amelio affronta in Algeria la memoria dell’infanzia di Albert Camus, come il grande scrittore l’aveva narrata nel suo libro incompiuto Il primo uomo. Il film vince il premio dei critici al Festival di Toronto. Del 2013 è L'intrepido, ancora in concorso a Venezia, del 2017 La tenerezza e il cortometraggio Casa d’altri. Amelio ha diretto per quattro anni il Torino Film Festival, e scritto libri come Il vizio del cinema, Un film che si chiama desiderio, L’ora di regia. Ha scritto due romanzi Politeama, Mondadori, 2016 e Padre quotidiano, Mondadori, 2018. È l’unico regista italiano vincitore per tre volte del premio EFA, altrimenti detto Felix. Attualmente insegna al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Fondazione Fare Cinema

La Fondazione “Fare Cinema” nasce nel 2017 a Roma, punto di arrivo del percorso iniziato a Bobbio nel 1995 da Marco Bellocchio, che decise di dare vita al progetto di formazione “FareCinema/incontro con gli autori”, laboratorio per insegnare il mestiere della regia cinematografica ai giovani. Fondazione Fare Cinema, che vede tra i soci fondatori l’Istituto Luce e l’Associazione Marco Bellocchio, è il centro di alta formazione cinematografica che offre ogni anno corsi (regia, sceneggiatura, produzione…) progettati e costruiti coinvolgendo, nella direzione didattica e nella docenza, registi, sceneggiatori, autori e professionisti del settore, di altissimo profilo artistico. L’eccellenza dei docenti, l’originalità dei percorsi didattici che prevedono perlopiù un esito artistico, la sinergia tra teoria e pratica caratterizzano la proposta formativa della Fondazione “Fare Cinema”.  La Fondazione - presieduta da Marco Bellocchio e diretta da Paola Pedrazzini - vede tra i suoi consiglieri Maite Carpio Bulgari, in rappresentanza dell'Istituto Luce. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Fondazione Fare Cinema alla Mostra di Venezia con “Passatempo” di Gianni Amelio

IlPiacenza è in caricamento