Gilda: «La scuola media di Ottone non aprirà formalmente»
Il sindacato: «Gli amministratori locali hanno frainteso un dato tecnico. I tagli voluti dai politici fanno sentire il loro pesante effetto»
«Qualche giorno fa fonti interne agli enti locali della Val Trebbia hanno creduto che fosse stata scongiurata, per adesso, la soppressione del plesso di Scuola Secondaria di 1° grado di Ottone, che afferisce all’Istituto Omnicomprensivo di Bobbio, purtroppo non è così». Interviene in questo modo il sindacato “Gilda”, in merito agli sviluppi della vicenda che ha coinvolto le scuole di Ottone, Marsaglia e Bobbio. «Applicando i freddi parametri dei tagli imposti da tutti i governi che si sono succeduti dal 2008 (partendo dalla riforma Gelimini/Tremonti) fino a oggi, l’Ufficio Scolastico di Piacenza e Parma ha confermato alla Gilda degli Insegnanti di non poter considerare a tutti gli effetti di legge l’oramai ex plesso di Ottone come se fosse esistente, gli alunni risultano formalmente “caricati” a Bobbio e non fanno parte di una classe o una pluriclasse a se stante».
«Solo grazie a delle risorse rimanenti a livello provinciale sono state conferite ulteriori spezzoni di cattedra all’Istituto Omnicomprensivo di Bobbio: complessivamente 25 ore “extra” di italiano e matematica. Questo permette all’istituzione scolastica, in autonomia, di realizzare dei progetti al suo interno, ma ciò non significa che venga attivata una classe/pluriclasse a Ottone, ovvio che a rigore di logica quelle risorse verranno usate dalla scuola per gli studenti del comune dell’alta Val Trebbia, ma a Ottone per adesso rimane un ex plesso scolastico».
«I politici piacentini hanno dimostrato tutto il loro limite, avrebbero dovuto pretendere provvedimenti ministeriali in deroga dal Ministro dell’Istruzione l’emiliano romagnolo Patrizio Bianchi (vicino al Pd) e dai sottosegretari Rossano Sasso (Lega) e Barbara Floridia (Cinque Stelle). Salvatore Pizzo, coordinatore della Gilda degli insegnati di Piacenza e Parma, ancora una volta ribadisce: «fallita la politica, l’unica speranza per i cittadini e la via giudiziaria, provino a ricorrere al Tar».