Gli “80 anni” di Lucio Dalla e quei concerti a Travo e Piacenza
Due grandi della musica italiana, i due Lucio, avrebbero compiuto in questi giorni ottant’anni: Dalla e Battisti, festeggiatissimi da fans e media, giustamente, per l’impronta musicale che hanno regalato che è indiscussa. Se di Lucio Dalla rimane memorabile il concerto allo stadio di Piacenza del settembre 1981, andando un passo indietro, ecco che lo ritroviamo in un altro memorabile concerto, tenuto a Travo nel luglio del 1978.
Il cantautore-compositore ancora non aveva raggiunto l’apice, che arrivò pochissimi anni dopo, con il concerto cittadino che venne ripreso dalla Rai, che oggi è visibile online senza difficoltà.
In una festa popolare, tra spiedini e “pisarèi” s’incastrò mirabilmente il concerto di Dalla: un successo enorme, accorsero oltre 4000 persone, là dove i ciotoli del fiume Trebbia “scoppiettano” sotto ai piedi con il rumore del calpestio.
Che Lucio Dalla ormai stesse conquistando una larga platea lo si capì anche in quel concerto travese, quasi “di nicchia”, era il cantore di “Disperato erotico stomp” quella del “...mi son steso sul divano...” e per certo tempo “censurata”, ma anche di “Com’è profondo il mare”, “Nuvolari”, “Piazza grande” e altri pezzi mitici, innovativi.
La frugale cena pre-concerto gli venne offerta sulla terrazza di Pigazzano, dove c’è una vista estiva mozzafiato sulla vallata, in un tipico ristorante piacentino, mentre sul far della sera era stato accolto, come una vera “star” dal sindaco di Travo e dal vice prefetto piacentino.
Il concerto in Trebbia davanti al castello del borgo, che era assediato dalle luci, fu un successo: Dalla era sul palco con una maglietta color aragosta, uno smanicato e con l’immancabile “dalliana” coppola blu di lana.
Un ricordo piacentino, di quel concerto travese, sotto alla luna piena di fine luglio e poi appena tre anni dopo a Piacenza, in uno stadio gremito e inneggiante ad un Lucio Dalla di “Balla balla ballerino”, quello del mitico disco a trentatrè giri dove compariva la sua coppola con i suoi piccoli, tondi occhialini.
Umberto Battini
