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«Grandine devastante? Eventi meteo estremi sempre più frequenti a causa del surriscaldamento globale»

Il meteorologo Edoardo Ferrara, caporedattore di 3Bmeteo.com, spiega da vicino il violento fenomeno che si è verificato in Emilia e che ha provocato gravi danni sia all'agricoltura che alle auto sull'autostrada A1 tra Parma e Piacenza

«In un contesto generale di surriscaldamento diffuso, andremo incontro con sempre maggiore frequenza a fenomeni atmosferici estremi, come siccità oppure piogge violente e grandinate». 

Edoardo Ferrara, caporedattore di 3Bmeteo.com e meteorologo esperto, spiega più da vicino quello che è accaduto il 26 luglio su una parte della pianura tra Piacenza e Parma, dove si è verificata la devastante grandinata che, oltre ad arrecare i consueti danni alle coltivazioni della zona, ha anche distrutto decine di automobili in transito sull'autostrada A1, crivellate da massicci chicchi di grandine. Un evento, tra l'altro, del tutto analogo a quello accaduto a Rozzano, nell'hinterland milanese, solo una decina di giorni fa.

Spiega Ferrara: «Le grandinate, per loro natura, sono eventi sempre molto localizzati e circoscritti: in un'area può avvenire il finimondo, e magari a meno di cinque chilometri di distanza non accadere quasi nulla. Per questo motivo anche prevederle con una certa precisione è ancora complicato, anche se possiamo comunque diramare in anticipo delle allerte a livello quantomeno provinciale. Esistono anche modelli, in fase di sviluppo, in grado di predire grandinate violente».

La grandine è un fenomeno tipicamente estivo legato ai temporali, che si verifica quando si vengono a creare tutte insieme alcune condizioni particolari («tipo di circolazione atmosferica e contrasti d'aria marcati» dice Ferrara) anche se ciò che ne aumenta l'intensità è sicuramente il fattore caldo-umidità. «Ieri infatti - ricorda il caporedattore di 3Bmeteo.com - sull'Emilia l'aria era molto umida e calda».

Tutto parte dalle correnti ascensionali calde e umide, come ci spiega Ferrara: «Le correnti ascensionali sono formate da aria calda, più leggera, e che per questo vanno verso l'alto, formando il cosiddetto cumulonembo. Questo spiega anche il motivo per il quale questi fenomeni avvengono quasi sempre nel tardo pomeriggio o di sera, proprio quando si ha maggiore accumulo di calore al suolo».

«Successivamente - prosegue l'esperto - il temporale raggiunge lo stadio di maturazione con la sommità del cumulonembo che, a circa 10mila metri, trovando la stratosfera si schiaccia assumendo la classica forma a incudine. La sommità è costituita da cristalli di ghiaccio che, essendo pesanti, tendono a cadere verso il basso, ma le correnti ascensionali calde li fanno risalire in quota, innescando un ciclo continuo durante il quale si formano appunto i chicchi di grandine. Ovviamente se le correnti ascensionali sono normali, il chicco sarà di dimensioni contenute, ma se invece c'è molto caldo, le spinte delle correnti ascensionali verso l'alto saranno più vigorose, prolungando il ciclo continuo di formazione del ghiaccio in quota, dando vita così a chicchi di grandi dimensioni che continueranno a crescere sospinti dalle correnti calde, fino a quando poi cadranno con gran forza al suolo».

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