Guardia medica, Girometta (Ottone): «Incomprensibile questa ingiustizia»
Il vicesindaco del comune dell’Alta Valtrebbia: «Da Ottone a Bobbio ci sono quasi 30 chilometri. Alcune nostre frazioni come Orezzoli e Bertone, sono distanti da Ottone una ventina di chilometri»
«È stata davvero una doccia gelata la notizia, annunciata dal direttore dell’Ausl Luca Baldino, dell’accorpamento della guardia medica di Ottone con Bobbio. È inaccettabile che Bobbio, che proprio in Conferenza Socio Sanitaria ha avuto la soddisfazione positiva di veder votato nuovamente la trasformazione dell’Osco di Bobbio in “Ospedale di montagna”, possa essere dotato anche della guardia medica». Così Maria Lucia Girometta, vicesindaco di Ottone, commenta il taglio che penalizza la montagna.
«Da Ottone a Bobbio ci sono quasi 30 chilometri. Mi chiedo cosa possa accadere a una persona che sta male a Orezzoli o a Bertone, paesi distanti dal capoluogo una ventina di chilometri. Appare grave che decisioni di tale rilevanza, che incidono pesantemente sul livello del servizio sanitario erogato alla popolazione, siano adottate senza coinvolgere il sindaco, nella qualità di autorità sanitaria locale».
«Il sindaco, Federico Beccia, si prodiga giorno e notte per chi ha bisogno di assistenza e spero che qualcun altro capisca che la nostra montagna non può essere abbandonata. Mi auguro che questa scelta scellerata possa far meditare tutte le istituzioni e che queste dimostrino solidarietà al nostro Comune. Noi amministratori ci adoperiamo continuamente per mantenere i servizi tanto necessari alla montagna ma questa decisione vanifica qualsiasi sforzo di preservare la nostra terra e farla vivere.
«Credo che decidere di tagliare un servizio, che è di grande utilità in un comune lontano dai presidi ospedalieri ed è popolato da persone per lo più anziane e quindi bisognose di pronto intervento, sia davvero un atto incomprensibile. Non è bastato – conclude il vicesindaco Girometta - aver avuto un lungo periodo di difficoltà per la tremenda pandemia, non è bastato il crollo del ponte Lenzino con tutte le inevitabili conseguenze. La notizia della soppressione della guardia medica è stato un tremendo dolore e una grande ingiustizia».