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Guardie mediche, i sindaci: «La riprogrammazione deve prima coprire la montagna»

La Conferenza socio sanitaria: «Meglio mantenere i presidi nei comuni più lontani dalla città». Baldino conferma: «Ferriere e Ottone dopo l’emergenza riavranno il servizio, ora un bando di reclutamento»

I sindaci sono d’accordo: se mancano i medici ed è venuto il tempo di una riprogrammazione del servizio di continuità assistenziale (le guardie mediche), prima si dovrebbe tenere conto delle esigenze della montagna, ovvero del territorio più lontano dalla città.

In conferenza socio sanitaria si è tornato a parlare della sospensione del servizio di guardia medica a Ferriere e Ottone, maldigerito dai comuni e dalle popolazioni locali. «Ovviamente c’è preoccupazione - ha detto la presidente della conferenza, Lucia Fontana - chiediamo interventi che mitighino nel breve periodo le criticità di questi tempi, in particolare nelle aree di montagna che vengono sacrificate».

Il dg Ausl Luca Baldino ha ricordato la genesi della sospensione. «Il provvedimento dell’azienda è dettato da una necessità del momento - ha sottolineato – perché non riusciamo a coprire tutti i turni di guardia medica del territorio a causa della pandemia. Non è un intervento programmatorio e strutturale. Non s’intende chiudere definitivamente la guardia medica, vedo confusione nelle dichiarazioni. La rete dell’urgenza è rimasta immutata».

Nella giornata di ieri lo stesso Baldino si è confrontato con i sindaci Federico Beccia (Ottone) e Carlotta Oppizzi (Ferriere). «Nel 2015 - ha ricordato Baldino - confermai queste due guardie mediche dopo una lunga discussione antecedente al mio arrivo alla direzione dell’Ausl».

Partirà perciò nelle prossime ore un bando specifico di reclutamento per coprire il servizio a Ferriere e Ottone, con qualche risorsa economica in più a disposizione dei medici che accetteranno di lavorare qui.

Intanto l’Ausl apre alla possibilità di rivedere il quadro generale della continuità assistenziale, qualora l’assenza dei medici fosse cronica. L’Unione Alta Valtrebbia, all’unanimità, aveva infatti dichiarato che vorrebbe la presenza della guardia medica a Ottone, piuttosto che a Bobbio. «Più o meno la stessa cosa – ha puntualizzato Baldino – in Valnure aveva proposto Bettola per andare incontro a Ferriere». «O meglio – ha dichiarato il sindaco bettolese Paolo Negri – ho ricordato all’Ausl che la guardia medica è presente anche a Podenzano nella nostra vallata. È venuto il momento di spostarle dal basso verso l’alto e non viceversa. Da Podenzano ci vogliono 10 minuti a raggiungere Piacenza, da Ferriere occorre mezz’ora per raggiungere Bettola».

Baldino, durante il confronto, ha chiesto di «sospendere le ostilità nelle prossime due-tre settimane, nella situazione pandemia in cui ci troviamo adesso è impossibile coprire i due servizi». Poi si penserà a modificare l’impostazione attuale delle guardie mediche.

Per tamponare questo momento, il sindaco Beccia si sta intanto confrontando con la dottoressa Anna Maria Andena (presidente dell’ordine) per organizzare dei turni di medici almeno nel weekend. «Aspetto con fiducia una risposta ai nostri problemi – ha detto Beccia - partendo da 2-3 giorni alla settimana di copertura. I residenti del nostro comune e di Cerignale e Zerba hanno diritto a questo servizio. La montagna senza sanità muore».

«Non pretendiamo una risposta immediata in questo periodo complicato – ha aggiunto Oppizzi, sindaco di Ferriere – ma ci interessa avere una risposta finale al problema. Valuteremo il 10 febbraio il da farsi, sperando di uscire dall’emergenza pandemica. Questo servizio è essenziale e ha troppa importanza per una comunità come la nostra. Non si può riabitare la montagna senza una guardia medica».

«Noi sindaci montanari – ha concluso il sindaco di Bobbio, Roberto Pasquali - difendiamo i servizi nelle zone svantaggiate. Ferriere e Ottone sono due comuni che hanno pochi abitanti nel capoluogo ma ancora tanti nelle frazioni, sparpagliate su tutto il territorio, quindi è doveroso risolvere il problema. Giusta l’osservazione di Negri, è ora di ripensare i servizi in ottica “vallate”. I comuni vicini alla città possono essere coperti da “automediche”, più che da “guardie mediche”, che vanno invece garantite nei paesi più lontani dalla città e abitati prevalentemente da anziani».

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