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I 365 giorni di Torrio Valdaveto

Viaggio nel tempo con gli almanacchi di una volta e i calendari 2023

La carrellata su almanacchi e calendari pubblicati nella nostra provincia per l’anno che è alle porte resta in comune di Ferriere per il lunario di Torrio Val d’Aveto, la cui prima edizione risale ai primi anni del secondo millennio.

L’edizione 2023 presenta in copertina una bella panoramica del nucleo abitato ripresa dall’alto, firmata da G. Baderacco. All’interno 12 fotografie a tutta pagina di Valnure e Valdaveto scattate da Giancarlo Peroni, Luciano Carpanese, Silvano Romairone, aforismi,  numerose immagini di persone  ieri e di oggi e richiamo alle iniziative realizzate per non disperdere i legami con il territorio specie nella stagione estiva.

 “Fra le pagine del Calendario di Torrio 2023 – evidenzia Gian Carlo Peroni - troverai panorami reali delle nostre valli, dei nostri paesi, detti e proverbi, aforismi, foto con le tracce del passato e vita presente. Trovano così spazio le esistenze minute e apparentemente invisibili di tutte quelle persone che hanno vissuto esistenze di fatica, di fede e lavoro senza lasciare traccia alcuna nella grande Storia, solo un lieve e discreto passaggio che non varrà mai la menzione nei libri e negli eventi del mondo.

Ecco allora una serie di flash su uomini e donne in festa, al lavoro, nelle cerimonie, nei gruppi famigliari e paesani, nelle tragedie, nelle adolescenze e nelle gioventù. Dalle pagine dei mesi emergono suggestioni e ricordi grazie alla forza evocativa delle immagini. Trovano così dignità le arti antiche e i mestieri che hanno garantito la sopravvivenza ai nostri avi, quassù nelle valli impervie delle nostre montagne: la falciatura, la fienagione, la costruzione degli attrezzi di lavoro, le attività casearie il riconoscimento delle erbe medicinali e commestibili.

Sino al Settecento il giorno cominciava all'Avemaria, ovvero mezz'ora dopo il tramonto. Ancora oggi d'altronde, gli Ebrei ne fissano l'inizio al tramonto, come facevano gli Ateniesi. È il tempo concepito come un anello, quello del calendario, in un rituale ripetersi di ciò che accade, benché ogni ciclo che passa si lasci qualche cosa per strada e qualche cosa d'altro sempre raccolga dalla storia. L'antica raffigurazione del tempo è siglata dalla parola latina annus, originariamente "anello", "intorno". Anche in ebraico shanah, cioè "anno" è ricavato da una radice che significa "ripetere". Dentro questo ciclo sempre uguale a sé stesso, ogni giorno che passa è una tappa della fede, della vita, dell'umano cammino. Nella Roma antica il mese di febbraio era un tipico periodo di passaggio che segnava il tramonto dell'anno vecchio e preludeva alla nascita del nuovo. E così ogni stagione, ogni fase di luna, portano con loro racconti del mondo. Perché se, come dice la fede cristiana, il tempo è “patrimonio di Dio e non se ne deve fare abuso” è anche vero che deponendolo sul mondo Egli l'ha in qualche modo affidato all'uomo, non perché se ne appropri, ma, quanto meno, perché lo usi consapevolmente”.

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