I confederali: «Le attività lavorative aperte devono essere davvero essenziali o sarà sciopero generale»
Gianluca Zilocchi, Marina Molinari e Francesco Bighi per Cgil, Cisl e Uil annunciano la mobilitazione anche nel territorio piacentino
«Le attività lavorative che rimangono aperte, devono essere davvero essenziali o sarà sciopero generale. La pubblicazione dell'elenco di ottanta attività che potranno restare attive anche dopo il 25 marzo non deve diventare un alibi per mettere a rischio la salute delle lavoratrici e dei lavoratori»: Gianluca Zilocchi, Marina Molinari e Francesco Bighi per Cgil, Cisl e Uil annunciano la mobilitazione anche nel territorio piacentino.
«A differenza da quanto indicato in precedenza dal Governo alle parti sociali ed al Paese, - spiegano ii confederali - in queste ore sembra che nel decreto, l’esecutivo abbia aggiunto all’elenco dei settori e delle attività da considerare essenziali nelle prossime due settimane per contenere e combattere il virus Covid-19, anche attività produttive di ogni genere. Bisogna che sia fatta chiarezza, in modo che la tutela della salute pubblica sia effettiva in tutta la provincia di Piacenza».
A livello nazionale Cgil, Cisl e Uil chiedono infatti «con estrema urgenza un incontro con il Governo per chiarimenti sull’allegato che indica una serie di attività industriali e commerciali per le quali si dispone la sospensione fino al 3 aprile 2020. Tale allegato prevede un elenco molto consistente di attività industriali e commerciali aggiuntive, per gran parte delle quali i sindacati confederali non vedono sussistere la caratteristica di indispensabilità o essenzialità. Se mancasse un chiarimento, a difesa della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini, CGIL CISL UIL sono pronte a proclamare in tutte le categorie che non svolgono attività essenziali lo stato di mobilitazione e la conseguente richiesta del ricorso alla cassa integrazione, fino ad arrivare allo sciopero generale. In questa fase difficile del Paese - sottolineano Zilocchi, Molinari e Bighi - abbiamo messo in evidenza la necessità di mettere al primo posto, la salute e la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici».