I sette giorni della Società Dante di Piacenza tra il Salento e i Sassi di Matera
Il racconto di un sontuoso tour d’arte, storia, civiltà
L’aggiornamento della conoscenza di civiltà e aspetti storicamente ed artisticamente d’Italia accresce sia le cognizioni turistiche, ma soprattutto la formazione culturale, finalità che la Società “Dante Alighieri” di Piacenza persegue anche attraverso viaggi e gite quali il recente viaggio di 7 giorni con mete il centro-Puglia, la tutta la penisola salentina, per poi risalire fino ai celebri “Sassi” di Matera, in Basilicata. Vere giornate di incanto, dalla splendida Cattedrale sul mare di Trani all’intenso cammino tra le tortuose e mirabili viuzze fra i trulli di Alberobello, dimore tutt’oggi abitate e anche adibite a piccoli “residence” dotati di “naturale” frescura estiva e calore invernale grazie al sistema costruttivo del trullo.
Poi i “misteri” dell’ottagonale Castel del Monte di Federico II di Svevia re di Sicilia e di Napoli, imponente struttura di ricercata perfezione “matematica” in ogni elemento, e la tipicità di Bari-Vecchia, centro storico con le sontuose Basiliche di San Nicola e della Cattedrale, e con la simpatica varietà di banchi con le tipiche “orecchiette” di ogni tipo. In successione l’eleganza della Bari “Murattiana” (iniziata da Gioacchino Murat, re di Napoli), il ricostituito Teatro Petruzzelli ed un’urbanistica essenzialmente neoclassica.
Il sontuoso tour d’arte, storia, civiltà è proseguito con la visita dell’intero Salento. Lecce ha offerto la vista del suo sontuoso e tipico “barocco”, sia con la Cattedrale e il vasto circondario del vastissimo piazzale (Seminario, Palazzo Vescovile, altissimo Campanile), sia con la magnificenza della Basilica di Santa Croce con a propria volta l’annesso antico ex-Monastero dei Celestini (oggi Prefettura). Il tutto in un “destar stupore e meraviglia”, come vuole l’arte barocca.
A seguire Otranto con l’imponente Castello Aragonese, la Cattedrale pavimentata a mosaici di tradizione Cristiana - e con la Cappella in memoria degli “800 SS. Martiri di Otranto”, barbaramente uccisi dai Saraceni nell’eccidio del 14 agosto 1480 – e la costa più orientale fino al “tacco d’Italia”, scoglio che “chiude” a Sud-Est il nostro Paese, con la “Punta Mèliso” (alias Capo S. Maria di Leuca) sull’amplissima “spianata” del Santuario “de finibus terrae”, estremo “tacco” dove Adriatico e Ionio si uniscono innanzi al grande “Faro” oltre cui, in un apparente infinito, si incontreranno coste di Est-Europa e di Nord-Africa. Allo scenario appare “attaccata” la “bianca” Leuca con il suo accecante lungomare solare; con le cosiddette “bagnarole” del primo -‘900, in muratura, poste sulla riva marina ad evitare sguardi indiscreti verso le nobildonne in costume (del...’900), con le sontuose ville talora in stile pseudomoresco, e col suggestivo porticciolo.
Dopo Galatina con la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria ricca di “affreschi”, ecco Gallipoli, centro peschereccio-commerciale di importanza medievale così come tuttora, con la Cattedrale e l’affascinante interno della Chiesa Confraternita di Santa Maria della Purità. Infine, nella Basilicata il “salotto” di Matera, Capitale della Cultura 2019: “unico” il cammino fra i celebri “Sassi”, rione definito “vergogna d’Italia” nel dopoguerra perché abitato da povera gente in grotte o tuguri “casa e stalla”; ma poi valorizzato ad espressione di storicità e di vita secolare. Oggi i “Sassi” sono visitatissimi: chiese rupestri, scorci, slarghi-pavimento per il turista e, nel contempo, tetto per la casa sottostante; “location” di vari importanti film - tra i quali “Il Vangelo secondo Matteo” di Pasolini, e “The Passion” di Mel Gibson, per la naturale scenografia - fanno di Matera un polo di attrazione e di Cultura, oltre che di ammirazione per la bella città lucana, con un “centro” vitalissimo ed elegante, in una regione purtroppo ancor poco valorizzata, nonostante meriti. Il famoso libro “Cristo si è fermato a Eboli” del confinato antifascista Carlo Levi fa pensare a luoghi isolati e arretrati. Oggi non più : arte, storia, civiltà, gastronomia, e gente ospitale meritano tantissimo.
Ecco, questo è stato il viaggio della “Dante”: un’esperienza unanimemente apprezzata, e sempre rallegrata da ottime “gastronomie tipiche locali”, non meno di quanto “gustato” e visitato nel corso della sosta marchigiana sul ritorno, nella bella Ascoli Piceno.