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Il 19,7% delle scuole medie piacentine eccede la regola degli studenti stranieri

La commissione welfare fa il punto della situazione, portando i numeri degli studenti italiani e stranieri, con percentuali tra le più alte in regione. 1,5 milioni di euro stanziati per interventi di edilizia scolastica

Qual è lo stato di salute delle scuole medie piacentine, in particolare dei suoi studenti? E’ quello di cui si è parlato nel pomeriggio di martedì 5 novembre a Palazzo Mercanti, con la commissione welfare, cultura ed educazione presieduta da Carlo Segalini (Lega) che ha ascoltato la relazione di Maurizio Bocedi, dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Parma e Piacenza.

In particolare, sono stati esaminati i dati demografici riguardanti le scuole medie del nostro territorio, con un approfondito focus riguardante il numero di studenti stranieri. I dati emersi evidenziano una situazione che vede il 19,7% delle scuole medie piacentine eccedere la regola che vuole le classi formate da non più del 30% di ragazzi stranieri. Percentuali importanti, se messe a confronto con le città limitrofe di Parma e Modena, che si fermano al 14%, con Rimini fanalino di coda in regione, visto che si attesta solamente al 3%.

«Non è facile incidere sulla volontà di un genitore: la maggior parte di queste aggregazioni è dovuta anche ad un fattore linguistico da parte delle famiglie straniere, ad esempio relativo allo studio della seconda lingua in una determinata classe piuttosto che in un’altra» ha spiegato Bocedi.

Dal dibattimento è altresì emerso come uno dei fattori principali che portano Piacenza ad avere numerose classi in deroga sia la posizione geografica strategica della nostra città, che porta inevitabilmente ad avere una percentuale di cittadini stranieri maggiore rispetto ad altre province. Ma se l’integrazione è possibile, il consigliere Mauro Monti (Liberi) - che è preside all'Isii Marconi - ha evidenziato come, molto spesso, ci sia una grande disparità di percentuali e numeri tra gli istituti piacentini relativi alla ripartizione di studenti italiani e stranieri, con il concreto rischio di creare le cosiddette “scuole ghetto”. «Abbiamo scuole formate completamente da italiani e altre da stranieri: il 76% della Taverna o il 13% della Pezzani sono esempi significativi per quanto riguarda queste ripartizioni anomale».

Lorella Cappucciati (Lega) e Giulia Piroli (Pd) hanno invece messo l’accento sul problema dell’inserimento dei ragazzi stranieri che arrivano durante il corso dell’anno scolastico, magari senza nessuna conoscenza base della lingua italiana, con l’elevata possibilità di riflettere questo gap sull’intera classe frequentata, a discapito del percorso di studio di tutti gli altri studenti: «La soluzione - hanno proposto - potrebbe essere l’inserimento di un corso di italiano di 6 mesi». L’assessore alla politiche scolastiche Jonathan Papamarenghi ha parlato di un aumento di circa il 50% di studenti ogni anno, per un totale di circa 8763 ragazzi.

Si è parlato anche di edilizia scolastica, con l’assessore ai Lavori Pubblici Marco Tassi a fare il punto della situazione sulla posizione dell’amministrazione comunale e sui progetti in cantiere: «Abbiamo stanziato più di 1,5 milioni di euro per risolvere numerosi problemi relativi alla manutenzione straordinaria di diversi edifici scolastici. Per il prossimo anno abbiamo stanziato 600mila euro per lavori che comprenderanno la scuola Calvino, quella di Sant’Antonio, della scuola Pastore di Mucinasso, della scuola di San Lazzaro, dell’Alberoni, della Carella, della Gaspare Landi, della scuola Farnesiana di via Caduti sul Lavoro, dell’asilo Girotondo di via Don Dieci, oltre a lavori alle scuole comunali Anna Frank, Calvino, Dante Alighieri, Carella e Pezzani».

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