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Il 2020 della cultura piacentina: tanti eventi in attesa di poter apprezzare il Klimt

Un logo con il Cavallo, il Cardo, il Decumano e oltre 500 eventi faranno volare alto il territorio piacentino nel 2020. A cui si è aggiunto, in questi giorni, il Ritratto di Signora. Il punto sulle iniziative culturali da parte di Comune, Diocesi, Fondazione e Camera di Commercio

A Palazzo Farnese, nell’anticamera del Trono, è stato presentato davanti a un folto pubblico di autorità, operatori culturali e giornalisti, il ricco calendario di eventi che nei prossimi 12 mesi, affiancherà l’avventura di Parma capitale italiana della Cultura 2020, spaziando dall’arte al teatro, dalla musica all’enogastronomia, sino allo sport. A rendere un’idea di quel che sarà, il logo Eventi a Piacenza 2020 - Crocevia di Culture con il disegno stilizzato di un particolare del monumento equestre del Mochi, il cardo e il decumano - gli interventi del sindaco e presidente della Provincia Patrizia Barbieri, del vescovo monsignor Gianni Ambrosio, del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Massimo Toscani, del presidente della Camera di Commercio Alfredo Parietti; poi l’assessore alla Cultura Jonathan Papamarenghi, Manuel Ferrari, responsabile culturale della Diocesi di Piacenza – Bobbio e l’architetto Manrico Bissi, presidente di Archistorica.

Quel che è emerso dai vari interventi è il grande affiatamento che ha animato la fase progettuale organizzativa tra pubblico e privato, tra associazioni e gruppi culturali; tutti uniti per promuovere le eccellenze del nostro territorio, dal patrimonio artistico a quello architettonico, dai tesori culturali alle emozioni enogastronomiche che la nostra provincia sa regalare, proponendo un palinsesto di oltre 500 eventi su tutti e tre i territori (Piacenza, Parma e Reggio) il cui già eccellente profilo potrebbe ulteriormente brillare con ricadute a livello artistico, culturale nazionale e internazionale, se venisse confermata l’autenticità di quello che potrebbe rivelarsi essere il Ritratto di Signora sparito dalla Galleria Ricci Oddi quasi 23 anni fa.

A Natale 2018, ha detto il sindaco, Curia Vescovile, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Camera di Commercio e Comune di Piacenza firmavano un protocollo d'intesa per l'ideazione e la realizzazione di iniziative culturali in città, cui nei mesi successivi hanno aderito tanti altri soggetti e altri ci auguriamo possano ancora farne parte. Quella firma era, a nostro avviso, da un lato il naturale proseguimento di una collaborazione già sperimentata con successo nel concreto e, dall'altro, la migliore certificazione dell'impegno delle istituzioni piacentine nel fare squadra nell'ideazione di eventi e iniziative culturali in grado sia di offrire il miglior biglietto da visita della nostra città, sia di realizzare uno straordinario lavoro di ricerca capace di esaltare nel tempo le eccellenze di cui il nostro territorio è ricco.

Oggi, quel protocollo di intenti, si è riempito di contenuti e di progetti concreti, di appuntamenti di altissimo profilo culturale che abbraccerà l'arte pittorica e la musica, il teatro e l'enogastronomia, la scultura e il cinema: un crocevia di culture, che disegna per il nostro territorio non il ruolo di luogo di passaggio, ma di luogo di incontri e di contaminazioni culturali, di sapori e di saperi. L’assessore Papamarenghi si è soffermato sul logo, sul fatto che «noi abbiamo cose che loro non hanno», e vede il 2020 come una «traversata». Verso quale meta? «Ovvio: Piacenza futura Capitale italiana della Cultura».

«È nota la parabola dei talenti – ha aggiunto mons. Ambrosio - con quel servo che, per paura, nasconde il suo talento sotto terra. Per tutti, non solo per quel servo, è facile pensare di salvare un bene nascondendolo. Ma non è la strada giusta: occorre seguire l'esempio virtuoso degli altri due servi che valorizzano ciò che hanno ricevuto. La diocesi di Piacenza è ben lieta di lavorare insieme e di cooperare con l'amministrazione comunale di Piacenza per il programma "Piacenza 2020-Emilia2020", valorizzando il patrimonio comunitario del nostro territorio».

«Piacenza 2020 – sono le parole del presidente della Fondazione Toscani - rappresenta una novità persino rivoluzionaria rispetto ai tanti progetti di promozione territoriale che si sono succeduti anche in anni recenti: Parma, Reggio, Piacenza, ovvero metà della regione emiliana, lavorano finalmente insieme per offrire al pubblico delle arti un anno che vorremmo indimenticabile. È la prima volta che accade e noi ne siamo orgogliosi. Finalmente il 2020 - dico finalmente dopo anni nei quali se n'è parlato molto ma in superficie, sarà l'occasione per riflettere sulla natura complessa di una "città di passo" come la nostra, cioè di transito per le merci e le persone: crocevia di culture, appunto, come è scritto nel marchio del programma».

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«L'aspetto realmente qualificante – ha aggiunto Parietti, presidente della Camera di Commercio - è la collaborazione tra le varie istituzioni e le associazioni locali. Questa collaborazione che fino ad ora è stata solo occasionale magari in concomitanza con alcuni eventi particolari, ora sta diventando continuativa, si è consolidata, strutturata e lo si percepisce a tutti i livelli. "Piacenza2020" è importante ma ciò che realmente conta è che tutti gli sforzi e le attività produrranno frutti perché condivisi e portati avanti insieme. Tutta la programmazione ha lo scopo di far conoscere ai numerosi l’intero territorio, mostre, eventi, musei, prodotti enogastronomici che sono il fiore all'occhiello di una Piacenza che vuole essere accogliente e ospitale».

Gli architetti Manuel Ferrari e Manrico Bissi hanno poi rapidamente percorso il ricchissimo palinsesto di città e provincia messo a punto per accogliere e incuriosire il visitatore, che avremo via via occasione di illustrare.

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