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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il 3 dicembre è Giornata internazionale delle persone con disabilità (IDPD)

La riflessione di Vittoria Albonetti, presidente della Fondazione Pia Pozzoli - Dopo di noi

Dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 3 dicembre è stato proclamato nel 1992  “Giornata internazionale delle persone con disabilità“ con lo scopo di promuovere i diritti e il benessere delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della società e di incrementare la consapevolezza intorno alle condizioni delle persone disabili in ogni aspetto della vita politica, sociale, economica e culturale. Da allora rappresenta un’importante occasione di riflessione su un tema che  annualmente viene proposto alla luce della Convenzione Onu sui diritti delle persone con  disabilità del dicembre del 2006 , diventata legge dello Stato Italiano nel marzo del 2009. Di seguito la riflessione di Vittoria Albonetti, presidente della Fondazione Pia Pozzoli - Dopo di noi.

Del tutto in linea con la Convenzione è il tema scelto quest’anno: “Leadership e partecipazione delle persone con disabilità alla creazione di un mondo inclusivo, accessibile e sostenibile dopo la pandemia da Covid”. La proposta di riflessione è che siano le persone con disabilità ad assumere una  posizione di preminenza e di guida ( leadership) verso un mondo post Covid-19 inclusivo, accessibile e sostenibile.

Secondo i dati forniti dall'Onu oggi la popolazione mondiale è di oltre 7 miliardi di  persone e più di un miliardo di esse, ovvero circa il 15 % della popolazione mondiale,  vive con qualche forma di disabilità inducendo a riflettere su come le persone con  disabilità siano da considerarsi “una parte del mondo e non un mondo a parte“ e che “prima occorre considerare la persona , poi la sua disabilità“ , principi questi che si tende  a non prendere nella dovuta considerazione e che comporterebbero significativi  cambiamenti della realtà attuale. 

La piena partecipazione ed uguaglianza, intese come il diritto delle persone con disabilità  a contribuire attivamente alla vita e allo sviluppo della loro società, a godere di condizioni  di vita uguali a quelle degli altri cittadini e ad avere la stessa quota di miglioramento delle proprie condizioni derivanti dallo sviluppo socio-economico potrebbe infatti dare un  contributo fondamentale ad una reale trasformazione. della società attuale.  Al riguardo occorre anche ricordare come dalla Convenzione Onu è stato introdotto il  concetto di inclusione, in contrapposizione a quello di integrazione cioè che occorre progettare pensando alle persone con disabilità, non che queste vi si debbano adattare a posteriori. 

Tutti questi sono concetti di cui si sta parlando ormai da tempo, ma che, per quanto la  legislazione vigente vi faccia riferimento, non si rileva ancora nella realtà d’oggi un’adeguata applicazione. Bisognerebbe quindi che ciascuno di noi, i governi, le persone con disabilità e le loro  organizzazioni, il mondo accademico e il settore privato lavorassero come un’unica squadra per far sì che i princìpi della Convenzione ONU vengano realmente attuati giorno  dopo giorno in un percorso in cui le persone con disabilità siano al tempo stesso beneficiari  e agenti di cambiamento . . 

Si tratta di costruire una nuova cultura che ispiri le politiche pubbliche, ma anche il nostro  modo quotidiano di relazionarci all’ altro; sulla base di una logica opposta a quella dominante occorrerebbe infatti un radicale cambiamento di mentalità che dia rilevanza alla debolezza  delle persone considerandole una risorsa e non un peso . 

Non resta quindi che continuare a impegnarsi sulla strada della concretezza, giorno dopo  giorno, e a lavorare per far sì che la ratifica della Convenzione Onu di ben 175 Stati, tra  cui l’Italia, non sia soltanto una “bella formalità”, ma che comporti precisi obblighi di  legge, da rispettare e far rispettare , ad iniziare dal nostro Paese, bravo ad avere ratificato  la Convenzione per tempo, ma non altrettanto ad applicarne le disposizioni .  

La giornata del 3 dicembre di quest’anno propone quindi di cogliere da questa difficile e  complicata esperienza Covid l’occasione di promuovere un cambiamento capace di  realizzare anche nella nostra città le istanze finora trascurate e disattese delle persone  disabili e delle loro famiglie in un approccio coerente e coordinato con tutte le realtà del  territorio e in cui la persona con disabilità abbia un ruolo prioritario di riferimento . 

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