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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Il concetto di "bello" nella storia, successo per la conferenza di Sciascia alla Ricci Oddi

Il concetto del "bello", l’avvincente argomento che Carmelo Sciascia ha trattato di recente sul nostro quotidiano è stato approfondito dall’autore in una affollata conferenza alla Ricci Oddi, proposta agli iscritti e alla cittadinanza dalla Società Dante Alighieri

Il concetto del "bello", l’avvincente argomento che Carmelo Sciascia ha trattato di recente sul nostro quotidiano è stato approfondito dall’autore in una affollata conferenza alla Ricci Oddi, proposta agli iscritti e alla cittadinanza dalla Società Dante Alighieri. Sciascia ha tracciato un viaggio virtuale nell’arte, nella letteratura, nel linguaggio figurativo alla ricerca di risposta a domande connaturali alla storia dell’uomo: è meglio vivere correttamente, comportarsi bene moralmente o vivere secondo canoni estetici di bellezza? Etica ed Estetica, sono poi così incompatibili tra loro o possono avere dei punti di contatto; fondersi addirittura in uno stesso modus vivendi? Agli interrogativi sono stati accostati i pensieri di scrittori di narrativa e di teatro, drammaturgi, di filosofi del passato e contemporanei con un’ampia citazione per Vittorio Sgarbi il quale si chiede perché la pittura italiana dall’Ottocento in poi è rimasta all’ombra dei grandi movimenti artistici internazionali, che generalmente vengono ricordati. La spiegazione il critico la trova in Hegel. Il filosofo aveva parlato di Spirito oggettivo del mondo che si manifesta in ogni periodo in un determinato luogo. Dal Trecento all’Ottocento l’Italia è stata il luogo prescelto della manifestazione dello Spirito, a iniziare da Giotto per finire con Tiepolo e il Canova. Dall’Ottocento al Novecento lo Spirito del mondo si sposta in Francia, più precisamente a Parigi, per collocarsi dalla metà del novecento, praticamente dal dopoguerra, in America, con Pollock e la Pop Art. Oggi conclude Sgarbi, anche se l’Italia non è il primo paese nel mondo in campo artistico, non bisogna dimenticare i tanti artisti comunque originali e formidabili. «Francamente e marxianamente - è il pensiero di Sciascia – è la ricchezza economica a imporre una certa supremazia culturale, in ogni epoca, in ogni continente: ogni tempo storico ha avuto i propri concetti, che spesso cambiando di senso e significato ci hanno mostrato il mondo in modo diverso». Tra l’apparire e l’essere, tra la morale e l’estetica. Non è l’avere, l’accumulare, proprio di una società che si basa su una economia neoliberista che può portarci alla verità, come unico modus vivendi, ma la bellezza; una bellezza che si basa sull’armonia della semplicità, su valori umani primari. Nessuna trascendenza, come avviene nella fisica, ma una continua ricerca affinché si possa realizzare un modello armonioso e reale di vita, dove ognuno può essere in pace con se stesso, con la propria coscienza. Se la verità scientifica è spesso il risultato di equazioni dotate di bellezza, e se questa bellezza ci conduce ad avere risultati certi sulla strada del progresso scientifico, allora perché non porre alla base di qualsiasi armonia sociale e politica proprio il concetto di bellezza? Dalla folta platea gran plauso a Sciascia e palese interesse espresso anche con appassionate differenti tesi.

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