Il coraggio di Raffaele e la lotta al bullismo a Tu Si Que Vales: «Siate gentili»
Il piacentino Raffale Capperi arriva su canale Cinque e incanta il pubblico e i giudici di Tu Si Que Vales. Nel monologo racconta la sua vita difficile con la sindrome di Treacher-Collins
«Sono nato con la sindrome di Treacher-Collins, una malattia che provoca malformazione al viso, problemi di respirazione e udito ma non mina l’attività cerebrale.? Forse molte persone conoscono questa malattia per avere visto il film Wonder il cui protagonista nasce con questa sindrome e a scuola subisce feroci attacchi di bullismo e di scherno a causa del suo aspetto.? Ho subito tante operazioni di ricostruzione del volto. Fino a 19 anni sono stato quasi del tutto sordo e adesso sento grazie a un apparecchio acustico. Invece la voce mi è rimasta nasale ma me ne sono fatti una ragione. Da bambino pensavo che sarei riuscito ad avere un aspetto simile a quello degli altri bambini in breve tempo. Invece ci sono voluti molti anni e molti interventi chirurgici per diventare come sono adesso». Il piacentino Raffale Capperi arriva su canale Cinque e incanta il pubblico e i giudici di Tu Si Que Vales, la nota trasmissione con Maria De Filippi, Luca Zerbi, Teo Mammuccari, Gerry Scotti e Sabrina Ferilli.
Il suo monologo, di cui riportiamo alcuni passi, ha emozionato i conduttori che lo hanno applaudito e ringraziato per aver portato sul palco del sabato sera un argomento così importante come la lotta al bullismo. «La mia famiglia - spiega - mi ha fatto operare da piccolo, non per com’ero ma per permettermi di vivere una vita più serena. Li ringrazierò a vita perché mi hanno trasmesso solo amore. Purtroppo non tutti i bambini hanno avuto la stessa fortuna. Il mondo è stato cattivo con me. Fin da bambino il mio aspetto ha generato reazioni esagerate e di disprezzo. Ho pianto in silenzio per non pesare sui miei genitori. Inizio diverse scuole ma le difficoltà erano troppe per poter stare al passo degli altri e in più non ci sentivo.? Sono stato preso in giro da coetanei e adulti. Il bullismo mi ha fatto male, mi sentivo disprezzato. Non sapevo davvero cosa fare per non essere visto. Mi hanno chiamato mostro e alieno, ridendo alle mie spalle. Ma perché tutto questo? Dopo tanti anni di vita passata a nascondermi, ho avuto il coraggio di mostrare il mio viso sui social. Ed è proprio lì che ho ricevuto gli attacchi più terribili.? Oggi sono qui perché vorrei riuscire a dire basta al bullismo. Nessuno dovrebbe accanirsi contro chi ha il coraggio di mostrare la propria diversità.? Siate gentili».
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