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Il "Dante Dì" in un coinvolgente cocktail di voci e musiche

Tutto esaurito alla Famiglia Piasinteina per l’evento che ha celebrato il Sommo Poeta. Letture interpretate e accompagnate da appropriati motivi musicali hanno coinvolto emotivamente la platea

Il giorno 25 Marzo di ogni anno ricorre il “Dante Di” celebrazione nazionale dedicata dal Consiglio dei ministri a momenti di approfondimento e di conoscenza del Sommo Poeta. Nella nostra città le ricorrenze calendariali 2020 e 2021 - programmate dal Comitato della Società Dante Alighieri ma rimaste bloccate dall’emergenza epidemiologica Covid19 - sono state riconquistate con un evento di elevato spessore culturale, organizzato nella sede della “Famiglia Piasinteina”, al quale ha fatto riscontro il ricorrente applauso delle persone presenti (fra loro anche l’assessore alla cultura Jonathan Papamarenghi), che hanno esaurito la capienza del salone sociale. 

La rappresentazione “Oggi si legge Dante: dalla Selva Oscura alla Visione divina” (questo il titolo dell’evento) ha offerto letture interpretate di significativi “Canti” della commedia dantesca, accompagnati da appropriati motivi musicali. 

Un successo per i lettori-interpreti Edoardo Bavagnoli, Gian Pietro Taìna e Roberto Laurenzano e per gli intermezzi delle giovani musiciste Elisa Dal Corso al pianoforte e Maria Dal Corso violino, che oltre ad aprire e concludere l’evento hanno introdotto i vari canti. Le loro appropriate interpretazioni musicali hanno creato un “mix” di sicuro effetto ed un’atmosfera quasi magica: note sussurrate dal violino di Maria e da Elisa al piano, talora anche con il delicato suono della fisarmonica. 

I singoli brani della “Commedia”, sempre preceduti da una breve introduzione di Roberto Laurenzano, evidenziati anche con proiezioni di immagini riferite ai canti in lettura, hanno percorso “momenti” intensi della “Commedia”: dall’Inferno, attraverso il Purgatorio, al Paradiso.

Le interpretazioni hanno via via rievocato la “Selva Oscura” (Inferno, I), lo sfortunato amore di Paolo Malatesta e Francesca da Rimini (“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse... da quel giorno più non leggemmo avante”-Inferno V); l’altero e sdegnoso Farinata degli Uberti, carismatico Capo dei Ghibellini (“O Tosco che per la città del fòco... ”Inf. X); l’incontro con Ulisse (Inferno-XXVI) punito per aver tradotto la propria intelligenza in astuzia fraudolenta, e annegato travolto assieme ai compagni dalla tempesta marina per la sua illimitata presunzione di “voler sapere” (“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”).

A seguire l’incontro festoso tra i due “mantovani” Virgilio e Sordello da Goito, alla potente invettiva di Dante contro il degrado civile, politico, morale, e l’illegalità nella “sua” città, luogo di sanguinarie discordie cittadine (“Ahi serva Italia, di dolore ostello... /... non donne di province ma bordello” – Purgatorio VI); poi l’appassionato dialogo del poeta con il suo antenato Cacciaguida che gli profetizza il prossimo esilio e l’amarezza del “come sa di sale lo pane altrui/, e lo scendere e salir l’altrui scale”- Paradiso-XV-XVI-XVII). 

A concludere il Canto finale (Paradiso XXXIII), con la dolcissima “Preghiera alla Vergine”, mirabilmente cantata da Elisa e Maria Dal Corso, poi proseguita dalla lettura del brano.

Come detto unanime apprezzamento da parte del folto pubblico che coinvolto emotivamente, ha tributato ripetuti lunghi applausi a tutti gli interpreti le cui voci, fluide, dolci, appassionate e drammatiche hanno conferito la giusta tensione al tessuto poetico.

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