Il grande progetto: una casa residenziale per i ragazzi affetti da autismo
Ballerini (Oltre l’autismo), dopo la partenza della coop “San Giuseppe”, guarda avanti: «La prima pietra del centro diurno e residenziale quest’anno». Sorgerà su un’area dell’Opera Pia Alberoni
L’inaugurazione della cooperativa sociale per l’inserimento lavorativo di ragazzi affetti da autismo grave, che ha trovato sede in un capannone a San Bonico, ha rappresentato per la comunità piacentina un evento di festa. L’iniziativa è stata spinta da Maria Grazia Ballerini, presidente dell’associazione “Oltre l’Autismo”, che ha rilanciato l’impegno a favore di questi ragazzi e delle loro famiglie. «È una giornata di gioia – ha detto al microfono Ballerini, prima del taglio del nastro – e i ragazzi vorrebbero esprimere il loro grazie a tutte le realtà che hanno contribuito. La coop San Giuseppe è nata per rispondere a una necessità. Non restano bambini in eterno i nostri ragazzi, diventano adulti portandosi dietro la loro disabilità e non avendo opportunità di lavoro e di inserimento sociale».
L’autismo preclude tante possibilità, la cooperativa è nata per dare una svolta. «Questa realtà è accogliente, è un centro che può esprimere le potenzialità dei nostri ragazzi, che ovviamente sono affiancati da educatori e da operai qualificati. L'attività non finisce in un cassetto, ma è di aiuto alla grande distribuzione». Ballerini si è commossa nel ripercorrere la genesi della cooperativa. «I giovani affetti da autismo al termine della scuola non sanno cosa fare. Come genitore di uno di loro so cosa vivono le famiglie. Ne hanno passate tante. Grido l’aiuto di questi ragazzi».
Ora c'è un altro progetto. «Ho ricevuto risposte dal privato in questo percorso della coop San Giuseppe. Ora chiedo risposte alle amministrazioni comunali e dalla sanità. Non abbiamo convenzioni e riconoscimenti. Abbiamo diritto a una presa in carico seria per questi ragazzi. È da più di un anno che chiediamo aiuto al territorio». Ballerini ha così annunciato che l’idea di realizzare una “Casa di vita”, potrebbe iniziare a prendere forma quest’anno. «La casa residenziale e diurna sorgerà a San Lazzaro, la prima pietra verrà posata quest'anno».
Il centro residenziale potrebbe avere qualche decina di posti, con piccoli gruppi di ragazzi che convivono assieme. Sarà importante ottenere dall’Ausl di Piacenza la convenzione per aiutare le rette delle famiglie, ovviamente interessate al tema del “Dopo di noi”, ovvero al futuro dei ragazzi. L’area è di proprietà dell’Opera Pia Alberoni, che si è resa disponibile alla donazione. Si tratta di un pezzo di terreno – precisa il presidente dell’Opera Pia Alberoni, Giorgio Braghieri – tra il parco del collegio Alberoni e l’istituto delle suore di via Spinazzi. La realizzazione di un parcheggio ampio per la struttura permetterà anche di servire il collegio e le attività della galleria».
«Abbiamo davanti un periodo non facile – ha aggiunto il direttore generale Ausl Luca Baldino - non ci sono macerie, ma serve una ricostruzione dopo un anno di confinamento e isolamento. Ci sono scompensi, da qua alla fine dell'anno vedremo gli effetti che ha lasciato la pandemia. Abbiamo di fronte anche opportunità economiche e di ripensamento organizzativo. I servizi sono già buoni in questa regione, ma possiamo migliorare. Bisogna lavorare in questi mesi insieme alle associazioni e alle famiglie per rimodulare i servizi sul territorio nei prossimi anni».