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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il lupo come simbolo dei parchi liguri per la promozione turistica: Rezzoaglio gli dedica una mostra fotografica

La mostra, che inaugurerà ufficialmente domenica 11 novembre alle 16, si inserisce in un progetto regionale di rilancio dei parchi liguri. La mostra ha titolo  “Attenti al lupo”, richiamando la nota favola ma allo stesso tempo volendo dimostrare la propria attenzione sugli aspetti legati alla presenza di questo animale

Il Parco dell’Aveto ospiterà nel Centro Visite del Parco di Rezzoaglio (Genova) una bella mostra dedicata al lupo, derivante dalla collaborazione con due fotografi di natura, Nicola Rebora e Paolo Ross, e con il Museo archeologico di Finale Ligure (Savona). La  mostra, che inaugurerà ufficialmente domenica 11 novembre alle 16,  si inserisce in un progetto regionale di rilancio dei parchi liguri, promosso dall’Assessorato al Turismo e dall’Assessorato ai Parchi, con la regia dell’Ufficio di Comunicazione della Presidenza, che ha individuato proprio nel lupo una delle principali icone/simbolo dei parchi liguri per la promozione del turismo e che molto presto verrà presentato pubblicamente dalla Regione. La mostra ha titolo  “Attenti al lupo” (#AttentialLupo), richiamando la nota favola ma allo stesso tempo volendo  dimostrare la propria attenzione, ossia la concentrazione e l’impegno sugli aspetti legati alla presenza di questo animale, protetto dalle leggi, ma anche possibile fonte di conflitto con gli allevatori.

IL RITORNO DEL LUPO

Su buona parte delle montagne italiane, dopo che agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso è stato a forte rischio di estinzione, il ritorno del pupo è stato giustamente salutato con favore da tanti: studiosi, ecologi, naturalisti, parchi, ambientalisti. Grazie a norme nazionali e poi europee di tutela, questo carnivoro, dapprima relegato solamente in Abruzzo e poche altre regioni del centro sud, è risalito a gruppetti lungo la Penisola e, giunto agli inizi degli anni ’90 in Liguria, regione cerniera tra Appennino, Alpi e Francia, è tornato a colonizzare anche quei territori, proseguendo la sua naturale espansione in cerca continua di aree adatte, sfruttando anche la presenza di ampie aree montane da tempo in abbandono. Purtroppo il lupo tende a sostare o stabilizzarsi non solo in aree ricche di prede naturali (lepri, caprioli, cinghiali), ma anche in aree montane dove è ancora residuale un’attività di allevamento già abbastanza dura e difficile, svolta in maniera tradizionale all’aperto, su antichi pascoli: la presenza di greggi poco custodite rappresenta infatti per questo carnivoro una fonte di prede cui attingere significativa e spesso meno difficoltosa rispetto alla fauna selvatica. Il Parco dell’Aveto, da subito, pur tutelando il lupo e monitorandone con attenzione la presenza, ha inteso però affiancare e sostenere i pastori, prima provvedendo ai risarcimenti in caso di predazioni, poi favorendo forme preventive di difesa delle greggi, comunque legittime e rispettose del lupo, come la distribuzione gratuita di recinti mobili elettrificati per proteggere, soprattutto di notte, gli animali. L’assenza prolungata del predatore (che mancava dalla Liguria da più di un secolo), ha senz’altro generato nel tempo scarsa capacità di difesa dal lupo nelle forme di allevamento oggi praticate sulle nostre montagne, che spesso avvengono allo stato brado o in maniera incustodita, mentre per esempio in Abruzzo gli allevatori -pur nel rispetto delle leggi di tutela del lupo- hanno sempre saputo come proteggere le proprie greggi. Uno strumento tradizionale e formidabile è l’ausilio fornito dai: anche cani da guardianìa, da sempre appositamente addestrati questo strumento è oggi diventato indispensabile per i nostri allevatori, per poter esercitare la propria attività anche in presenza del lupo, che ne eviterà il confronto. L’uso di questi cani da parte dei pastori è legittimo ed indispensabile per consentire loro di difendere attivamente il proprio gregge, porta ad evitare il ricorso a metodi illegali e pericolosi per tutti (trappole, veleni, fucilate), e da solo fa sì che un animale intelligente come il lupo capisca che per andare a mangiare è meglio rivolgersi altrove.

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