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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il museo archeologico esempio di una "politica assennata" indirizzata al bene comune

L'ex assessore alla cultura Tiziana Albasi: «La sezione romana è un ottimo progetto, restituito un patrimonio dell'umanità alla nostra città in primis e al mondo intero»

Con l'inaugurazione del Museo Archeologico di Piacenza di Palazzo Farnese la nostra città ha tagliato un traguardo di eccellenza; come è stato detto dal senatore Enrico Aimi “un tesoro a livello di capitale europea della cultura”. All’Amministrazione comunale in carica va il grande merito dell’ultimo miglio, lo sprint, il rush finale di un progetto complessivo dei Musei di Palazzo Farnese che parte da lontano come evidenziato domenica scorsa alla cerimonia di presentazione alle autorità dalla presenza accanto al sindaco Patrizia Barbieri, degli ex primi cittadini Stefano Pareti, Gianguido Guidotti, Roberto Reggi e Paolo Dosi.

L’occasione ci ha fatto ricordare gli appunti, di poco precedenti le elezioni amministrative 2017, di un’intervista alla assessore alla Cultura Tiziana Albasi, non completati per il cambio di Amministrazione comunale. Li attualizziamo ora grazie alla disponibilità della professoressa Albasi:

In effetti, in questi decenni si sono avvicendati amministratori di diversi orientamenti politici, accomunati tuttavia dalla determinazione del completamento della sezione Archeologica. Come Assessore alla Cultura e Turismo della giunta Dosi, nell'autunno 2016, mentre erano già partiti i lavori per "Guercino a Piacenza", con Daniela Locatelli e Annamaria Carini, incominciai a occuparmi del Progetto dell'Archeologico, nell'ambito dell'asse 5 Por- Fers: la regione Emilia Romagna mise a disposizione 770 mila Euro, i restanti 330 furono messi a bilancio dall'Amministrazione. Insieme alla Dirigente Antonella Gigli concordammo poi il comitato scientifico: lo storico ed epigrafista Nicola Criniti Presidente, Marco Podini (Soprintendenza), Manuela Corvi (architetto), Antonella Gigli (Direttore dei Musei e Dirigente Servizio Cultura e Turismo) e l'architetto Chiara Gazzola gli altri componenti. Con il successivo bando aperto dall'amministrazione Barbieri (dal giugno 2017) l'incarico dell'allestimento scientifico viene assegnato ad Arti e Pensieri.

- Ci parli del progetto

Il progetto preliminare, quello che ha ottenuto il finanziamento dalla Regione, lo abbiamo redatto in tempi rapidissimi: non si poteva perdere l'occasione di poter portare a Piacenza le risorse necessarie. La bontà del Progetto è stata decisamente colta dall'amministrazione Barbieri che, pur in tempo di pandemia, ha provveduto all'espletamento delle pratiche burocratiche tra le quali quelle necessarie per il trasferimento a dei reparti, i bandi di assegnazione per allestimenti, luci etc. Il Comitato scientifico ha continuato a lavorare con le archeologhe di Arti e Pensieri senza sosta: del resto chi - come me - ha avuto la fortuna di collaborare a vario titolo ininterrottamente con il prof. Nicola Criniti dal 1981 a oggi- conosce bene i ritmi serrati della ricerca. In quest'ottica infatti Antonella Gigli, Marco Podini e le archeologhe Miki Bertuzzi, Maria Rosa Lommi e Sara Ferrari, hanno intuito con acribia storica quanto materiale romano, proveniente da Piacenza e dintorni, fosse disperso nei depositi di altre città italiane: hanno corso con il tempo per poter raccogliere i reperti, oggi in esposizione sono circa 1400! e definito le linee di ricerca, lavorando senza soluzione di continuità per anni.

- Come giudica l’allestimento finale?

Oggi chi arriva a Piacenza può conoscere con questo Museo non solo la storia della colonia romana, ma anche spaccati di vita quotidiana, affanni del vivere e del morire che dalla suggestiva iscrizione sepolcrale si involano nell'aere contemporanea, a ricordarci quanto l'invida hora fugit. È un Museo questo che contamina a livello espositivo stili e strumenti diversi con equilibrio: musiche e multimedialità, suggestioni iconiche e spazi metafisici, testi plurilinguistici e precise ricostruzioni di luoghi, usi, costumi. Dobbiamo essere tutti orgogliosi di questo Museo Archeologico. Innanzi tutto perché abbiamo dimostrato come una "politica assennata”, lavori per il bene comune e non per autoaffermarsi; poi abbiamo ridato alla città un patrimonio archeologico che, fino ad ora, non era possibile ammirare e conservare in un solo luogo.

L'assessore Papamarenghi da anni, anche quando è stato Sindaco a Lugagnano val d'Arda, è impegnato sul fronte della cultura romana: lo ringrazio non solo per il lavoro svolto per l'Archeologico ma anche per aver dimostrato correttezza e riconoscenza nei confronti di chi lo ha preceduto, coinvolgendomi in diverse occasioni. Credo tuttavia che ci sia un altro aspetto importante da sottolineare, ossia la consapevolezza di aver restituito un patrimonio dell'umanità alla nostra città in primis e al mondo intero.  Inoltre, si apre anche la possibilità, per il territorio piacentino, di definire itinerari archeologici sempre più articolati, a partire da Veleia Romana, la nostra piccola Ercolano del Nord.

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