rotate-mobile
Attualità

Il passaggio ai Borbone della collezione farnesiana

I contributi scientifici dei numerosi studiosi protagonisti del convegno internazionale

Notevole interesse per i contributi scientifici dei numerosi studiosi protagonisti del convegno internazionale organizzato dall’Istituto Araldico Genealogico Italiano e dalla Banca di Piacenza al PalabancaEventi, con il con il patrocinio della Confédération Internationale de Généalogie etd’Héraldique dal titolo “I Farnese, una grande dinastia, nascita, affermazione ed alleanze nella storia europea”. Proseguiamo la presentazione con la seconda parte del contributo di Marco Horak sul tema.

Nel 1731, morto senza eredi Antonio Farnese, l'ultimo esponente del ramo maschile della dinastia, il patrimonio passò a sua nipote Elisabetta, consorte di Filippo V di Spagna e madre del nuovo duca di Parma e Piacenza Carlo di Borbone, il quale ereditò l'intera raccolta d'arte. Scoppiata la guerra di successione tra la Spagna e l'Austria, nel febbraio 1734 Carlo partì alla conquista delle Due Sicilie e nel lasciare Parma mise in sicurezza i suoi averi e dispose il trasferimento della raccolta farnesiana a Genova, in attesa di rientrare a Parma in momenti più favorevoli. La collezione venne però poi definitivamente dirottata a Napoli a seguito dei trattati di pace, con i quali si stabiliva che Carlo rinunciasse al titolo di Duca di Parma e Piacenza per diventare Re di Napoli. Il trasferimento delle opere venne completato tra il 1735 e il 1739. A Napoli Carlo intanto ordinò l'edificazione di una «lustre dimora» che servisse come sede delle opere. Nacque così la reggia di Capodimonte, sorta inizialmente come adeguato contenitore della collezione e solo dopo utilizzata come residenza reale. 

Il trasferimento della collezione Farnese venne poi completato solo diversi anni dopo, quando Ferdinando IV di Borbone decise di spostare a Napoli anche la collezione romana, costituita essenzialmente da sculture e reperti archeologici conservati nel palazzo Farnese di Roma. Il trasferimento avvenne nel Real Museo Borbonico, che dopo l'Unità d'Italia divenne "museo nazionale" (oggi Museo Archeologico Nazionale) e dal 1957 venne distaccata la pinacoteca e risistemata assieme ad altre opere ed oggetti nella reggia di Capodimonte. La biblioteca farnesiana è invece confluita nella biblioteca nazionale di Palazzo Reale.

Attuale collocazione delle principali opere

Se oggi è abbastanza semplice prendere visione del nucleo principale dei dipinti che componevano la raccolta farnesiana, perché si trova esposto al Museo di Capodimonte a Napoli, così come per le sculture, tutte raccolte al Museo Archeologico Nazionale di Napoli, indubbiamente più difficile da inventariare sono le cosiddette arti minori che si trovano delocalizzate in varie zone d’Italia e all’estero.

Mi riferisco all’importante raccolta di arazzi, all’armeria, ai bronzetti, alle gallerie delle “cose rare”, alle maioliche, ai libri antichi, ai marmi e le pietre dure e alle medaglie. Fra le raccolte di arti minori una delle più cospicue, per precise ragioni storiche, è certamente quella dei grandi arazzi che arriva a contare centinaia di pezzi e costituisce una fra le più importanti collezioni europee del genere. Dicevo che la genesi di tale raccolta ha precisi riferimenti storici: in effetti la principale collezionista di arazzi nell’ambito della famiglia Farnese fu la duchessa Margherita d’Austria, figlia illegittima di Carlo V e sposa di Ottavio Farnese, il celebre condottiero delle Fiandre e secondo duca di Parma e Piacenza. Margherita d’Austria nasceva da parte di madre da una stirpe di tessitori di arazzi fiamminghi ed era quindi in grado di apprezzare la buona qualità di questa espressione d’arte. Oggi il nucleo più significativo della grande raccolta farnesiana di arazzi è collocato a Roma nel Palazzo del Quirinale, ma altri pezzi molto pregiati li troviamo pure ai Musei Vaticani, a Napoli nel Museo di Capodimonte, nel Museo di Amsterdam, nella villa medicea della Petraia, nel Castello Reale di Wawel a Cracovia e in altri siti ancora. 

 Per quanto attiene alle statue e manufatti vari in bronzo - genere assai in voga fra i collezionisti rinascimentali, tardorinascimentali e dell’età barocca – nella raccolta farnesiana sono rappresentati quasi tutti i principali artisti del tempo: dal Giambologna a Pietro Tacca, da Guglielmo della Porta a Tiziano Aspetti, da Girolamo Campagna ad Andrea Briosco detto il Riccio a molti altri ancora. Tale raccolta, che costituiva uno dei nuclei più cospicui della collezione farnesiana, si trova oggi concentrata nelle sue componenti più importanti presso il Museo di Capodimonte di Napoli. 

Più frazionata risulta essere invece la collocazione della grande raccolta di “cose rare”, ossia di quegli oggetti che potremmo definire da wunderkammer, molto ambiti dai collezionisti dell’epoca. Mentre a Roma, nel Palazzo del Quirinale, troviamo diversi monetieri o stipi, a Parma e a Piacenza si trovano ancora vari mobili che arredavano i palazzi farnesiani del Ducato, spesso oggi in collezioni private o in palazzi pubblici, come ad esempio gli splendidi paracamini realizzati da Lorenzo Aili, visibili a Palazzo Farnese in Piacenza.  Ma non vi è dubbio che nell’ambito della collezione farnesiana di cose rare primeggi la notissima Cassetta Farnese, manufatto in argento dorato, sbalzato e fuso, lapislazzuli, smalto e sei cristalli di rocca intagliati, opera di Manno Sbarri e Giovanni Bernardi, che è considerata uno dei maggiori capolavori dell'oreficeria manierista.

Conclusioni

Non ci sono dubbi sul fatto che il caso dei Farnese costituisca un esempio significativo di come l’affermazione del prestigio internazionale di una dinastia possa consolidarsi anche attraverso il collezionismo d’arte: a distanza di ormai oltre 250 anni dall’estinzione della famiglia (Elisabetta Farnese, ultima rappresentante dello storico casato, scomparve nel 1766) oggi assistiamo a un graduale ridimensionamento degli spazi dedicati a tale storica famiglia nell’ambito dei testi scolastici, in particolare in quelli dei licei, così che non è difficile ipotizzare che le future generazioni conosceranno sempre meno i personaggi e le vicende storiche dei Farnese, fino a perderne probabilmente in buona parte la memoria fra cento o duecento anni; viceversa la dinastia farnesiana continuerà ad essere ricordata grazie alle sue sfarzose residenze e alle prestigiose raccolte d’arte, come i grandi reperti scultorei (Toro Fanese ed Ercole Farnese in primis), i grandi ritratti di Tiziano Vecelio, la raccolta di arazzi ora al Quirinale e tantissime altre opere che ci ricorderanno per sempre la grandezza e il prestigio della storica casata.

----

Precedente puntata:

https://www.ilpiacenza.it/attualita/l-affermazione-di-una-dinastia-attraverso-il-collezionismo-d-arte-il-caso-dei-farnese.html

2- continua

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il passaggio ai Borbone della collezione farnesiana

IlPiacenza è in caricamento