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Il principio di precauzione come principale punto di riferimento dei medici per l’ambiente

Dalla XXI edizione del convegno Periti Day. Il dottor Flavio Della Croce ha illustrato la “mission” dell’Associazione Medici Cattolici e gli Atti del recente Convegno "Ambiente e salute"

L’Associazione Medici per l’Ambiente, Isde (Society of Doctors for the Environment), è presieduta a livello provinciale da Giuseppe Miserotti, ex presidente dell’Ordine dei Medici. Fondata il 25 novembre 1990, è riconosciuta dalle Nazioni Unite e dall’OMS e si occupa di ambiente a 360 gradi, con la finalità di un contributo globale alla salute e al benessere dell’umanità. Si rivolge ai medici per promuovere la loro formazione in questo ambito, valorizzandone l’impatto culturale e nel pratico esercizio professionale; alle istituzioni, alla scuola, al mondo economico e ai media, mettendo a disposizione il metodo scientifico per dare informazioni su tutti i fattori ambientali che condizionano la salute umana.

“Il principio di precauzione il principale punto di riferimento di tutta la sua opera.

Il dottor Della Croce ha quindi illustrato i temi svolti dal convegno “Ambiente e Salute” fornendo alcune anticipazioni sugli Atti, ora disponibili in versione editoriale.

La dottoressa Alice Corsaro, Ricercatrice CUAMM - Medici con l’Africa, Padova

Ha illustrato il concettosalute globale” che consiste in un’ampia area di studio, ricerca e pratica che pone come priorità il miglioramento della salute e il perseguimento dell’equità, su scala transnazionale prediligendo un approccio preventivo e di popolazione, ponendo attenzione ai determinanti ambientali e socioeconomici, all’integrazione sociosanitaria, all’interdisciplinarietà, grazie anche al contributo delle scienze sociali e umane, assieme alle naturali e biomediche. Si considera la salute non come condizione interna agli esseri viventi, ma come qualità intrinseca alle relazioni tra le persone, l’ambiente naturale e il contesto sociale. Solamente un approccio “ecologico” che promuova politiche e azioni multidimensionali, intersettoriali e multidisciplinari che coinvolgano i governi, le istituzioni, le comunità e i singoli individui, può offrire soluzioni efficaci a sfide di carattere planetario come quella relativa ai cambiamenti climatici ed il loro impatto sulla vita e sulla salute di tutte le popolazioni, in particolare sui sottogruppi più vulnerabili.

Un ambiente sano è garanzia di una migliore salute della mente, ha esordito il dott. Antonio Saginario, psichiatra, e per ambiente va inteso sia quello fisico, i luoghi in cui viviamo e che frequentiamo, sia quello delle relazioni umane e sociali. La psicologia può essere applicata in campo ambientale con lo scopo di descrivere e spiegare comportamenti umani potenzialmente inquinanti. Il problema è che ha maggior predisposizione a riconoscere il pericolo immediato e non i rischi futuri a lungo termine; non percepisce fino in fondo il danno ambientale perché è “nuovo” nella sua storia e perché oggi, almeno nei paesi sviluppati, i suoi bisogni primari sembrano soddisfatti.

Padre Bernard Jalkh, ha ruotato li suo intervento attorno all’enciclica Laudato si, in cui il Papa evidenzia che la nostra terra, maltrattata e saccheggiata, richiede una “conversione ecologica”, necessita di un cambiamento di mentalità e di prospettive per “la cura della casa comune”. Si tratta di un impegno responsabile, che include anche la lotta alla miseria, l’attenzione per i poveri, l’accesso equo e per tutti alle risorse del Pianeta. La nostra Terra è un dono di Dio, di cui siamo amministratori e non proprietari; le generazioni che seguiranno devono poter contare su nostri comportamenti consapevoli di tutela del creato. Il  dott. Corrado Confalonieri, medico e diacono, ha trattato  l’inquinamento di origine militare, tema di grande attualità ed estensione (vedi le basi militari in Sardegna e le tante guerre sparse in tutti i continenti); a seguire Anna Bosi – Dipartimento di Sanità Pubblica AUSL Piacenza ha illustrato il  rischio per la salute dei lavoratori esposti a Sostanze Pericolose (Agenti Chimici, Cancerogeni e Mutageni), anche in riferimento ad esperienze ed indagini dell’UO Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’AUSL di Piacenza.

Infine la dott.ssa Anna Baldini - Specialista in Otorinolaringoiatria, ha evidenziato il problema finestre e dei rivestimenti fonoassorbenti alle facciate).L'intervento di prevenzione, unico elemento che ci protegge dal danno, deve essere pertanto attuato alla fonte, lungo la propagazione del rumore e sull'uomo.

L’inquinamento acustico che coinvolge il 20 % della popolazione europea; è causato dal traffico stradale, aereo e ferroviario ma anche da fabbriche, officine, concerti, discoteche e da un uso smodato degli smartphone e degli mp3.

Il danno causato dal rumore all'organo dell'udito dipende dall'intensità del rumore, dalla durata dell'esposizione ma anche dalla suscettibilità individuale a subire il danno. L'azione del rumore si può realizzare nell'arco di anni (trauma acustico cronico) o svolgersi in breve tempo (trauma acustico acuto), generando un'ipoacusia da rumore. Gli interventi di riduzione del rumore sono: interventi alla sorgente (es. utilizzo di asfalto fonoassorbente, macchine industriali che erogano bassi livelli di rumore); interventi sulla via di propagazione tra sorgente e ricettore (es. posizionamento di barriere acustiche); interventi al ricettore (es. aggiunta di doppi vetri alle finestre).

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