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Il “basulon” della montagna piacentina: «In alcune frazioni vado per una sola persona»

Il 61enne Gianni Rocca parte da Ozzola (Marsaglia, in Alta Valtrebbia) anche con la neve per servire con il suo supermercato itinerante i comuni più piccoli e spopolati della montagna: è l'antico e prezioso mestiere di "basulon". «Il camion è la mia passione, mi faccio sempre trovare pronto»

«SI LAVORA 7 GIORNI SU 7, IN CERTI PAESI VADO SOLO PER UNA PERSONA»

Il basulon di Ozzola lavora 7 giorni su 7. Vacanze? «Eh, ne ho fatte “poche poche”. Vacanza per me è stare un po’ in casa a riposare». Questo è il periodo dell’anno in cui la montagna è più spopolata: l’inverno. «D’estate c’è più gente e finisco di lavorare a notte fonda, comunque mi muovo tutti i giorni dell’anno». Più volte nel corso della conversazione Gianni sottolinea la parola “rispetto”. «Tutte le cose che mi ordinano per telefono e a voce, poi le faccio. Le donne anziane hanno molto rispetto per me e io per loro: mi hanno visto bambino e quindi si fidano». Questa è la sua clientela, che si ritrova un supermercato sotto casa. «Domani vado a Cattaragna per tre signore anziane. Faccio 3-4 famiglie a Curletti, a Casella una persona, a Colla altre 3-4, a Tornarezza c’è ancora un po’ di gente. A Ciregna d’estate faccio 50 scontrini, d’inverno servo solo due donne, quattro se va bene. D’estate Ciregna, Solaro e Grondone sono invece i paesi Gianni Rocca-2con più clienti». Gianni si sposta anche quando c’è la neve. «Cambio camion, prendo un furgone più piccolo e arrivo lo stesso da chi mi ordina i prodotti. Io di gente “senza roba” non ne lascio: svolgo un servizio sociale e questo deve proseguire».

UNA SERIE DI COLPI DI CLACSON: «E’ ARRIVATO “VUSTON”»

Il mestiere è uno dei più tosti, su e giù con un camion tra i paesini di Valtrebbia, Valnure e Valdaveto. «È la mia passione, quella della mia vita. Mi ero diplomato, potevo anche proseguire negli studi, ma mio padre mi chiese di continuare il mestiere. Sono contento di aver sempre fatto questo: il contatto con la gente dà grande soddisfazione, è un contatto umano che nei grandi supermercati si è perso. Le donne raccontano i piccoli e grandi problemi del quotidiano, mi chiedono se posso fare commissioni per loro, come passare in farmacia. E io le aiuto. I clienti si sono comportati sempre bene con me, alcuni mi aspettano nel loro paesino fino a tarda sera». Quando arriva nei paesi ha l’abitudine di suonare il clacson. «Sì, lo faccio perché i residenti non sono obbligati a fare la spesa. Devono solo sapere che ci sono, che sono arrivato in paese. E non mi offendo se prendono le cose al supermercato. Io faccio il mio: cerco di stare al pari della concorrenza di un vero supermercato; mi procuro tanti prodotti e così, faccio anche tanti scarti. Il magazzino viene “aggiornato” sempre. Perché se chiamano, devo essere pronto ad esaudire le richieste. Ecco, un ambulante in città lavora diversamente, fa meno magazzino, la maggior parte della roba gliela comprano».  

 

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