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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità

«Il valore del gioco negli adolescenti come fondamento di vita»

Alla trentesima sessione dell’Accademia Olimpica Nazionale Carlo Devoti ha richiamato l’esperienza di Casa Montagna a Ferriere

Nella splendida cornice naturale degna del più grande genio artistico, all’Accademia Aeronautica di Pozzuoli, si è tenuta la 30a sessione dell’Accademia Olimpica Nazionale Italiana. Distribuita su tre giorni di incontri ha avuto quali relatori autorevoli personalità accademiche, giornalisti, scrittori, medici biologi e maestri di sport che hanno svolto relazioni non attinte agli scaffali che “custodiscono” la storia in ambienti riservati a pochi eletti, ma decisamente vissute, frutto di esperienza concreta sul campo che, maturate anno dopo anno, a contatto con una vasta gamma di soggetti, hanno sviluppato convinzioni, prospettive, certezze e il bisogno di dare voce e promuovere le potenzialità che ognuno porta in sé, fondamentali per la vita come lo sono per lo Sport. Filo conduttore degli interventi è stato il tema “Quali orizzonti nell’educazione Motoria, Fisica e Sportiva nella Scuola e nell’Extra Scuola”.

Molto applaudito l’intervento del Maestro di Sport Carlo Devoti che ha evidenziato: «Chiunque, seppure per breve tempo, abbia vissuto un’esperienza di insegnamento a bambini, adolescenti, giovani, è più che consapevole di una verità inalienabile: la persona umana, nella sua unitarietà si costruisce a partire dai primissimi anni. Motricità, manualità fine, capacità di gestire spazio e tempo, di interagire e collaborare con gli altri, apprendimenti di qualunque disciplina, sono talmente connessi tra loro, da non accettare ritardi o permettere salti, da esigere tutti quei passaggi che fanno crescere in un graduale superamento degli ostacoli, in una capacità di rapportarsi con se stessi, con gli altri, con l’ambiente».

Devoti, attraverso una proiezione di foto che hanno catturato la vivacità e l’espressività di bambini e ragazzi di varie parti del mondo, ha fatto luce sul valore del gioco come fondamento, non solo di future espressioni sportive, ma della vita stessa. Molte di queste immagini si riferivano all’ attività svolta in Valnure, dove Carlo Devoti ha promosso nelle scuole il progetto Giochiamo a Giocare ed il Festival Internazionale dei Giovani che per anni ha avuto sede a Ferriere.

Un gioco “giocato” con gusto e passione fin dalla prima infanzia, da recuperare e insegnare nella sua modalità più semplice e familiare, “casalinga”, dal sapore gustoso come del “buon pane di casa”, fondamentale per sviluppare competenze e capacità di confronto; dialogo e inclusione; sfida e competizione che mirino a saper stare insieme e insieme divertirsi; a saper gioire – e condividere – una vittoria, così come ad accettare con realismo una sconfitta, quale occasione di crescita e miglioramento, non come una perdita irreparabile. Sta qui il segreto: “lasciare giocare” per “imparare a giocare”…

Fra i partecipanti numerosi giovani studenti universitari che si stanno preparando in questo settore. A loro, in particolare, l’invito a recuperare il valore del gioco come momento di aggregazione, primo mattone di un’esperienza di vita su cui poggia il futuro, non solo del singolo, ma di tutta l’umanità che ha da risvegliarsi da abitudini malsane e devianti per affrontare con coraggio le proprie sfide e ritrovare se stessa.

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