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«Il vento del liberalismo non soffia in Italia, ma Piacenza è un’isola felice»

Prima giornata del Festival della libertà a Palazzo Galli. Protagonista in apertura il giornalista Alessandro Sallusti

Ricca di spunti di riflessione la prima giornata della quarta edizione del Festival della cultura della libertà, in corso a Palazzo Galli per iniziativa dell’Associazione dei Liberali Piacentini (in collaborazione con Confedilizia, Il Foglio, il Giornale ed European students for liberty). Analizzando lo stato di salutedel diritto di proprietà - tema di quest’anno - «svuotato e indebolito da tasse, regole, espropri, è stato sottolineato che dove la proprietà latita tutto finisce nelle mani dei governanti, con una dannosa dilatazione dei poteri dello Stato e con il serio pericolo che nella società prevalga la legge del più forte».

Gli aironi stilizzati hanno cominciato a volare con i saluti di Corrado Sforza Fogliani. «Il nostro Festival - ha osservato - è liberale e libertario, né di destra né di sinistra, ma occasione di confronto per fornire soluzioni ai problemi che abbiano una loro logica. Non beneficia di contributi pubblici: siamo liberali e vogliamo anche qui a Piacenza dare l’esempio condividendo il principio che il denaro pubblico debba essere rispettato e destinato a ragioni di pubblica utilità. La proprietà - ha proseguito - è un’isola di indipendenza che ci assicura libertà nell’agire ed è oggi l’unico argine che il cittadino può porre all’invasività dello Stato. Viviamo questo Festival con lo spirito di passare due giorni a respirare aria fresca che ci depuri dalle miserie della situazione politica italiana».

Il direttore de il Giornale (new entry tra i partner dell’evento) Alessandro Sallusti si è rammaricato che a contendersi la vittoria delle elezioni siano due forze non liberali. «In Italia - ha spiegato - il vento del liberalismo non soffia. Piacenza, da questo punto di vista, è un’isola felice, ma siete una mosca bianca. La soluzione per invertire la tendenza nazionale ci sarebbe: clonare degli Sforza Fogliani». Sallusti ha poi espresso una preoccupazione: «Amazon, Facebook e persino lo Stato vogliono sapere tutto di noi per “venderci”. Queste piattaforme web sono dittature a cui stiamo regalando la nostra libertà in cambio di comodità. Dobbiamo chiederci, da liberali, come sia stato possibile non accorgersi di questo fenomeno e cercare di capire in che modo sottrarsi a questa perdita di libertà».

Il direttore de Il Foglio Claudio Cerasa, trattenuto a Roma da un impegno improvviso, ha mandato il suo saluto attraverso un video, nel quale si è detto «orgoglioso di essere, con Il Foglio, complice di un Festival che combatte il pensiero unico cialtronista e complottista».

LE SESSIONI

La prima sessione - moderata dal giornalista Robert Gionelli - si è occupata della “Proprietà nella Costituzione italiana”. I giuristi Silvio Boccalatte, Michele Fiorini e Giuseppe Portonera hanno condiviso l’opinione che la proprietà non venga considerata dalla nostra Costituzione un diritto fondamentale della persona venendo tutt’al più tollerata.

A seguire il filosofo della politica Raimondo Cubeddu, presentato dal presidente dell’Associazione Liberali Antonino Coppolino, non ha avuto mezze misure nell’affrontare il tema “Proprietà e libertà”, sostenendo che il tutto va ripensato partendo dal fatto che né la politica né tanto meno la Costituzione devono occuparsi del diritto di proprietà: «E’ una follia - ha sentenziato - perché la progettualità della politica è morta». 

Nel pomeriggio, la seconda sessione ha affrontato la delicata questione della “Proprietà di sé tra biopolitica e questioni morali”, con i sociologi Sergio Belardinelli (che ha stigmatizzato la leggerezza con la quale si affrontano problematiche come il fine vita) e Pio Marconi (si è dichiarato non pessimista, in quanto sta vedendo avanzare una nuova attenzione per l’individuo) e con Daniele Capezzone, giornalista de La Verità, che si è proclamato tifoso del modello anglosassone del Common law, con il diritto che si curva su ogni caso concreto. 

L’urbanista Stefano Moroni, il giovane economista svizzero Paolo Pamini e il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa si sono invece confrontati su “Proprietà e comunità: il ruolo dei beni condivisi” (entrambe le sessioni sono state coordinate dal giornalista Emanuele Galba). Il prof. Moroni ha proposto la soluzione delle comunità contrattuali: gruppi di persone che condividono alcuni interessi accettando regole di comportamento (tre le tipologie: comunità contrattuali di proprietari, di affittuari e di comproprietari) e che potrebbero ottenere agevolazioni fiscali perché in grado di autofornirsi di alcuni servizi come lo sgombero della neve, trattare spazzatura, produrre localmente energia da fonti rinnovabili. Il dott. Pamini ha rivalutato l’esperienza storica delle comunità che sono state capaci di autogestirsi: una forma di convivenza destinata a svilupparsi, stante il collasso della finanza pubblica. L’avv. Spaziani Testa ha lamentato le ripetute violazioni del diritto di proprietà, citando esempi concreti come le locazioni passive, gli affitti brevi, le occupazioni abusive. 

Contemporaneamente in Sala Verdi si sono svolte altre due sessioni condotte dal giornalista Mauro Molinaroli: la IV (“L’attualità di John Locke, Frédéric Bastiat, Ayn Rand e Murray N. Rothbard”, con Roberta Modugno, storica delle dottrine politiche; Carlo Lottieri, filosofo del diritto e direttore del Festival; Stefano Magni, giornalista, Paolo Zanotto, imprenditore e storico delle dottrine politiche) e la V (“Di chi devono essere le scuole? Il sistema educativo tra Stato, comunità e famiglie”, con suor Anna Monia Alfieri, religiosa e specialista in sistemi formativi; Paolo Luca Bernardini, storico; Andrea Favaro, filosofo del diritto).

A tutti i relatori, in ricordo della loro partecipazione al Festival, è stata donata una pubblicazione della Banca di Piacenza.

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