“Il viaggio”, terminata la mostra esperienziale di Amnesty e Caritas
Di Luigi Ferrari, è stata visitata da circa 600 persone tra studenti, insegnanti e cittadinanza
Il 7 marzo si è conclusa la mostra esperienziale “Il viaggio” di Luigi Ferrari, realizzata in collaborazione con Amnesty International - sede di Piacenza e Caritas Diocesana di Piacenza-Bobbio, che è stata visitata da circa 600 persone tra studenti, insegnanti e cittadinanza.
E' dunque tempo di bilanci. «Esperienza molto toccante soprattutto oggi che si respira un’aria di violenza e di guerra a poca distanza da noi», «Grazie per l’esperienza che è conoscenza, grazie per svegliare il nostro torpore e per farci sentire la concretezza del dolore ma anche la speranza della solidarietà», «Non è una mostra, è un’esperienza, un cambiamento. Grazie», «Sendero del dolor… y alegria. Forti emozioni», »Grazie per aver lasciato un’impronta concreta nella pelle di chi non sa nemmeno dell’esistenza di certi traumi e di certe tragedie».
Questi sono solo alcuni dei numerosi commenti che i visitatori hanno desiderato lasciare al termine della visita e che restituiscono il significato profondo di questa iniziativa. L’intento della mostra era quello di dare la possibilità al visitatore di poter vivere sulla propria pelle una simulazione del viaggio che i migranti affrontano in cerca di una vita migliore. Questo è stato reso possibile non solo attraverso un’osservazione delle suggestive opere dell’autore, ma anche per mezzo di stimoli che hanno permesso di fermarsi a riflettere e di provare a vivere la fatica, il disorientamento e la paura che le persone migranti vivono durante il loro viaggio.
Il visitatore è stato condotto dai formatori in un percorso che ha compreso: alcune testimonianze, come quella di Aya, che ha vissuto i bombardamenti in Siria, un’esperienza del sentimento di paura resa attraverso l’uso di bende, suoni e buio, un’esperienza di incertezza e spaesamento resa attraverso la compilazione di un modulo di richiesta d’asilo o il dover pensare e scrivere in pochi secondi cosa portare con sé nella fuga dalle città distrutte dalle guerre. Non sono mancati riferimenti a fatti di cronaca, resi visibili attraverso interviste, cartine geografiche e foto.
I partecipanti hanno potuto condividere i propri pensieri e i propri sentimenti attraverso un momento di debriefing conclusivo. Ne sono testimonianza i quasi milleduecento bigliettini affissi sulla vetrata all’uscita della mostra che riportano le aspettative dei visitatori, i quali, nel tentativo di immedesimarsi nei migranti, hanno portato a termine il viaggio e hanno così potuto esprimere il proprio sentire per la ritrovata libertà (la foto allegata riporta l’allestimento stabile che rimarrà nella sala del Samaritano per stimolare la riflessione anche dopo la chiusura della mostra).
Vorremmo ringraziare tutti gli operatori e i ragazzi volontari Caritas, il progetto Policoro, gli appartenenti ad Amnesty Giovani e ad Amnesty International che hanno contribuito alla realizzazione della Mostra.
Per maggiori informazioni rivolgersi a:
amnestygruppo6@gmail.com
Telefono: 3282817283 Luigi Ferrari