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«In Emilia-Romagna i 6 mesi più aridi dal 1961», atteso a Piacenza un aumento della portata del Po

Il punto dell’Autorità di bacino: «Calcolando le piogge dall’inizio del mese di marzo alla metà di settembre, emerge un deficit medio regionale, sul clima 2001-2020, di circa 178 mm (- 47.5 %)»

«In Emilia-Romagna i 6 mesi più aridi dal 1961», ma nei prossimi giorni è previsto un aumento delle portate del fiume Po nelle sezioni più a monte, Piacenza inclusa. A fare il punto della situazione l’Autorità distrettuale del Fiume Po-Mite. Le portate nelle principali sezioni del fiume Po, osservate e previste, sono riportate nella tabella e nei grafici successivi. Durante i primi giorni del mese di agosto è stato osservato, per tutte le principali sezioni idrometriche considerate, un notevole incremento delle portate fino a valori superiori rispetto a quelli di “portata di magra ordinaria”. A tale incremento è seguito poi un naturale esaurimento con valori tipici del periodo, mantenendo valori al di sopra della magra ordinaria nei primi giorni di settembre. Nei prossimi giorni è previsto un aumento delle portate nelle sezioni più a monte, ovvero Piacenza, Cremona e Boretto, che si propagherà nelle sezioni più a valle di Borgoforte e Pontelagoscuro, mantenendo sempre i deflussi su valori superiori a quelli di magra ordinaria.

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«La prima metà di settembre - riferisce la nota stampa - non ha portato novità rilevanti nel bacino del Po sul fronte climatico, la situazione generale di stress idrico diffuso già evidenziata ad agosto perdura senza inversioni decise di tendenza. Dall’inizio del mese le precipitazioni sono state infatti quasi del tutto inesistenti o comunque non significative visti i livelli registrati, drasticamente scarsi o addirittura nulli: in media, nell’area considerata, è caduta un solo 1 ml di acqua. Il contesto distrettuale, pertanto, risulta attualmente analogo ai monitoraggi del recente passato con gran parte della Lombardia in condizioni di progressivo peggioramento, dove le piogge di luglio e serbatoi colmi già da inizio stagione hanno garantito un “estate sostanzialmente tranquilla” sia alle colture tipiche locali che agli habitat naturali del territorio». «L’area a Sud del Po invece - prosegue - in costante sofferenza per tutto il periodo estivo, con zone di forte criticità a macchia di leopardo, ha ulteriormente patito le alte temperature registrate nell’ultimo mese e la pressoché totale assenza di precipitazioni significative ormai assenti da più di due mesi, hanno reso il territorio del tutto arido. Le zone che ad oggi manifestano criticità più marcata sono Piemonte Meridionale, Emilia-Romagna e Alto Marchigiano».

«Le portate del Grande fiume si mantengono invece costanti ma comunque sotto la media a Pontelagoscuro che, in queste ultimissime ore, risulta pari a 760 m3/s (- 30% sulle medie). I livelli idrometrici dei grandi laghi sono in linea con l'andamento stagionale e vedono un graduale abbassamento per garantire un volume di laminazione in previsione delle consuete piogge autunnali. Oltre alla scarsità evidente di precipitazioni nelle prime due settimane di settembre va sottolineato che, se il trend fosse confermato anche per il resto dei giorni del mese, quindi con assenza di ulteriori piogge consistenti, ci troveremmo ad affrontare uno dei mesi di settembre più secchi di sempre, tuttavia la forte variabilità del mese fa sperare in un aumento delle precipitazioni a lungo termine».

«In Emilia-Romagna, per esempio – si sottolinea - calcolando le piogge dall’inizio del mese di marzo alla metà di settembre, emerge un deficit medio regionale, sul clima 2001-2020, di circa 178 mm (- 47.5 %); su vaste aree del settore orientale, particolarmente in Romagna, sui rilievi del Bolognese e in altre aree più ristrette dei rilievi occidentali, il deficit di pioggia raggiunge i valori massimi con una percentuale superiore al 60%. Se consideriamo la pioggia complessiva dal 1° marzo al 2 settembre 2021 abbiamo i mesi più aridi dal 1961. Seppur in discesa, rispetto il clima torrido di agosto, anche le temperature rimangono, nei primi giorni di settembre, allineate con il mese precedente, con medie superiori di 2/3 gradi».

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«Crisi anche nella fascia Piemontese centro meridionale – il deflusso di tutti i corsi d’acqua è in progressiva diminuzione e l’unica fonte attuale di approvvigionamento è rappresentata dai laghi regolati. I cambiamenti climatici, con l’evidente tropicalizzazione del clima, stanno condizionando pesantemente il mondo dell’agricoltura e al contempo alterano progressivamente gli equilibri ambientali dei paesaggi naturali e fluviali. «In queste condizioni penalizzanti in continuo mutamento - ha evidenziato il segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po-Mite, Meuccio Berselli - è chiaro che la nuova normativa comunitaria che l’Unione Europea ha deciso di introdurre a breve e che prevede misure ancor più stringenti riguardo ai deflussi ecologici (pur ponendosi importanti obiettivi sotto l’aspetto della conservazione dell’ecosistema acquatico e degli utilizzi), va rivista in tempo utile. Serve un calcolo “ad hoc” per ogni area geografica che tenga conto delle medie reali e delle condizioni locali; è comprensibile che Italia, Spagna o Grecia non possano e non debbano essere comparate a Danimarca o Olanda, presentando condizioni climatiche e ambientali completamente differenti. Sotto questo profilo, non trascurabile in prospettiva, occorre agire prima che sia tardi».

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