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Venerdì, 29 Marzo 2024
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In viaggio per tutta la settimana con Dante, tra amore e stelle

Applaudito reading teatrale del regista e attore Finazzer Flory con i Canti I e II dell’Inferno letti nella suggestiva cornice del giardino del Chiostro del Convento. Domani il secondo appuntamento

Il giardino del Chiostro del Convento di Santa Maria di Campagna ha fatto da suggestiva cornice al reading teatrale di Massimiliano Finazzer Flory sulla Divina Commedia che si è tenuto questa sera nell’ambito delle Celebrazioni dei 500 anni della Basilica, a cura della Comunità francescana e della Banca di Piacenza. Il regista e attore - che celebrerà Dante per tutta la settimana, con la giornata conclusiva, sabato 7 maggio, nella quale interverrà il filosofo Massimo Cacciari - ha recitato i Canti I e II dell’Inferno, dopo il saluto introduttivo del condirettore generale della Banca Pietro Coppelli.

«Per celebrare i 500 anni della Basilica - ha premesso il M° Finazzer Flory - iniziamo stasera un viaggio con il Dante poeta e con il Dante uomo. La selezione dei Canti vuole sottolineare l’importanza delle stelle (che chiudono l’ultimo Canto del Purgatorio e il XXXIII del Paradiso) nella Divina Commedia, che andrebbe letta almeno quattro volte per comprenderne appieno gli aspetti letterari, allegorici, morali e quelli legati alle sacre scritture». Nel primo Canto Dante si ritrova smarrito in una “selva oscura” e incontra - oltre alle tre fiere (lonza, leone e lupo, che simboleggiano lussuria, superbia e avarizia) una delle sue guide, Virgilio. «Tra i due - ha sottolineato il regista e attore - non c’è solo un rapporto tra maestro e allievo ma anche un legame assimilabile a quello che c’è tra un padre e un figlio, rapporto decisivo per farci entrare nella psicologia dei personaggi».

Il tema dell’amore e delle stelle ci accompagna nel Canto II: qui Dante incontra tre figure divine, la Vergine Maria, Beatrice e Santa Lucia, protettrice di coloro che hanno problemi di vista («e il Poeta li aveva - ha ricordato il drammaturgo - condizione che lo ha facilitato come scrittore, consentendogli di vedere, oltre che con gli occhi, anche con il cuore»). Dante in questo Canto ci appare con le sue debolezze umane; ha dubbi e incertezze, è angosciato dal cammino che dovrà intraprendere e teme di non essere degno di affrontare il viaggio nell’aldilà, ma Virgilio lo esorta a mettere da parte i propri timori dal momento che può contare sul sostegno di “tre donne benedette”.

«Domani - ha concluso Finazzer Flory dopo l’applaudita lettura - entreremo nella città dolente (con i Canti III e V, sempre alle 18 nel Chiostro del Convento, ndr) sapendo che Dante, così lontano ma così vicino, è dentro di noi. Sommo Poeta che ci ha lasciato un grande dono: non vi è Paese alcuno, tranne il nostro, che abbia la fortuna di comprendere la lingua medievale».

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