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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Agli Amici dell’Arte la retrospettiva di Gian Pietro Salsetti

È in corso al salone “Arisi” dell’associazione culturale “Amici dell’Arte” la retrospettiva “Terra cielo. Opere di buon cuore dedicata a Gian Pietro Salsetti 1931-96”

È in corso al salone “Arisi” dell’associazione culturale “Amici dell’Arte” la retrospettiva “Terra cielo. Opere di buon cuore dedicata a Gian Pietro Salsetti 1931-96” con presentazione di Silvia Bonomini.  La rassegna è visitabile nei giorni di venerdì e domenica dalle 16 alle 19, fino a venerdì 11 dicembre.

Molte le opere esposte, tele ad olio di piccolo e grande formato a ribadire sia l’ecletticità dell’autore, sia la sua naturale predisposizione anche per schizzi e bozzetti per opere più grandi.

La mostra è innanzitutto il ricordo di una persona umanissima e sensibilissima; poi un implicito omaggio alla sua raffinata arte; infine un arricchimento per chi volesse approfondire la sua poetica grazie anche al catalogo preparato a cura della figlia Enrica con contributi di Fabio Bianchi e di Ippolito Negri.

Nativo di Bettola, Gian Pietro Salsetti si formò alla scuola d’Arte della “Istituzione di Grazzano Visconti” nel dopoguerra tra fine anni ’40 e primi anni ‘50 quando il borgo neo-medioevale si distinse a livello non solo provinciale soprattutto per la lavorazione manuale del ferro ma anche per la scuola di disegno.

Se questo è il contesto in cui s’è formata la sensibilità di Gian Pietro Salsetti, comprensibile come i suoi studi siano passati per l’Istituto Gazzola di Piacenza e più brevemente per la milanese Brera che avrebbero potuto aprirgli una via professionale.

L’’arte di dipingere – ha evidenziato Ippolito Negri – fu per lui un impegno costante, a cui si aggiunge il realizzare sculture in legno. E qui il segno lasciato dagli anni grazzanesi si fa inequivocabile; quella che veniva brevemente chiamata “l’Istituzione”, la scuola di formazione voluta da Visconti di Modrone (che per altro si trova in un quadro di Salsetti, rappresentazione della piazzetta della fontana col biscione), era fucina di talenti nell’uso delle sgorbie e per chi fu giovane in quegli anni a Grazzano fondamentale era la capacità di conoscere e lavorare il legno.

Ma di quel periodo grazzanese Gian Pietro Salsetti ha riportato oltre che quelle abilità e sensibilità, che tanto ricordo hanno lasciato in chi l’ha conosciuto, anche la serenità che quell’ambiente che univa la campagna a buona società (la presenza pressoché costante in paese dei Visconti e dei Caracciolo accrescevano un’aura di ovattata eleganza) sapeva trasmettere accanto ad una indubbia abitudine al bello.

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