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"Internet delle cose", partita la sperimentazione dei parcheggi intelligenti

Convegno e dimostrazione pratica all’Unione Commercianti sull’Internet delle Cose: big data e data science a servizio della collettività e delle imprese per una città sempre più intelligente ed ecologica

Si è tenuto presso l’Auditorium dell’Unione Commercianti un convegno sull’Internet delle Cose e sulle infrastrutture tecnologiche che possono consentire alle città come Piacenza di diventare più “intelligenti”, ecologiche e inclusive.

Nel corso del convegno è stata avviata la sperimentazione pratica sul sistema di “Parcheggi Intelligenti” che, sfruttando l’infrastruttura tecnologica dell’Internet delle Cose, possono garantire un rotazione più elevata rendendo la vita di tutti giorni più facile a cittadini, residenti, operatori economici, categorie protette. Grazie a sensori che dialogano tra loro e scambiano informazioni attraverso la rete con i nostri smartphone, sarà possibile essere guidati al parcheggio libero su strada più vicino. La sensoristica posizionata consente, contestualmente, di raccogliere un’infinità di dati (la qualità dell’aria, solo per fare un esempio) che possono supportare i processi decisionali degli amministratori, oltre a consentire servizi come accertamento della sosta, rendicontazione, manutenzione e pianificazione.

Il convegno - coordinato da Nicola Bellotti di Blacklemon - è stato aperto dal saluto del Presidente di Unione Commercianti, Raffaele Chiappa, che ha sottolineato come l’innovazione tecnologia e il lavoro del gruppo del Terziario Avanzato di Confcommercio siano fondamentali per il futuro delle attività in città e in provincia. “Unione Commercianti ha fatto da incubatore ad un progetto concreto, quello dei Parcheggi Intelligenti, che permetterà a tutti di comprendere quali sono i servizi che già oggi possono essere attivati per migliorare la nostra vita. Abbiamo scelto di puntare sui parcheggi perché si tratta di un tema strettamente legato al commercio, soprattutto nella ZTL. Una gestione più “smart”, più intelligente, delle aree di sosta può raggiungere il duplice obiettivo di rendere maggiormente accessibili le attività dei nostri associati e – ottimizzando il traffico - di ridurre in modo significativo l’inquinamento atmosferico”.

Al convegno hanno partecipato anche il Sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, e il vice Sindaco con delega alle Smart City, Elena Baio. L'Internet delle Cose sta entrando sempre più in gioco nelle scelte urbanistiche, ma promette di esprimere le sue potenzialità anche in zone disagiate come l'alta montagna o le isole più sperdute. Ci troviamo di fronte ad nuova dimensione tecnologica grazie alla quale qualsiasi tipo di oggetto può diventare "connesso" e comunicare dati in grado di essere analizzati.Le cose, diventando “parlanti”, consentono di sviluppare un’infinità di nuovi servizi capaci di migliorare la qualità della nostra vita e del nostro lavoro. Tutto diventa così più smart, cioè più intelligente, più comodo e più utile.

“Piacenza è pronta per questo cambio di paradigma,” ha spiegato nel suo intervento Francesco Merenda, il primo a portare la connessione ad Internet nella nostra provincia nell'ormai lontano 1995 con la società Agonet. Durante il convegno Merenda, che riveste il ruolo di coordinatore del gruppo del Terziario Avanzato in Confcommercio, è entrato nel vivo dell’argomento presentando il progetto che si chiama, curiosamente, "Alicudino". La prima fase sperimentale di Agonet - infatti - è avvenuta nella sperduta isola di Alicudi, senza elettricità e con tutti i problemi tecnici che si possono immaginare. “L’enorme potenziale dell’Internet of Things (IOT) si traduce nella raccolta di enormi quantità di dati da diversi sensori e dispositivi, in una analisi sempre più accurata e nell’elaborazione dei dati finalizzata a rendere i processi decisionali più rapidi e più efficaci,” ha spiegato il relatore. “Per anni questo enorme potenziale è stato frenato da difficoltà tecniche quali la durata limitata delle batterie, la capacità dei dispositivi di coprire distanze di comunicazione brevi, i costi troppo elevati e la mancanza di regole. Abbiamo scelto di puntare sulla tecnologia chiamata LoRaWAN (Long Range wide-area network), che risolve questi problemi, essendo basata su un protocollo per le reti wide-area a basso consumo, in grado di collegare i sensori sulle lunghe distanze, offrendo nel contempo una durata ottimale della batteria e richiedendo un'infrastruttura minima”.

L’intervento conclusivo è stato affidato a Massimo Pancini, consulente della scuderia Toro Rosso e per anni responsabile IT del team Ferrari in Formula 1. “Il funzionamento del sistema dei parcheggi intelligenti all’interno della test area di Unione Commercianti prevede che l’auto parcheggiata sia rilevata dal sensore che comunica con il server centrale e con il software gestionale per la gestione completa di tutti i dati relativi alla sosta,” ha spiegato il relatore. “Grazie a questi dati e alle app che saranno installate sugli smartphone e sui navigatori ogni utente potrà essere guidato al posto libero più vicino, con la possibilità di pagare, senza esporre biglietti e senza quindi dover tornare all’auto in caso di prolungamento della sosta. Il software gestionale permette di monitorare in tempo reale lo stato dei parcheggi, inviando avvisi per eventuali interventi mirati in caso di violazioni”. Una telecamera posizionata in prossimità dei parcheggi rappresenta una valida alternativa in caso di installazioni in cui la conformazione urbana o ambientale non consenta l’interramento dei sensori.

Una città più intelligente è anche una città più ecologica? Gli esempi portati in questo incontro hanno offerto una risposta positiva a questa domanda. La connessione di oggetti in rete può consentire l’ottimizzazione in tempo reale di processi produttivi, attività economiche e servizi infrastrutturali, riducendo in maniera sensibile l’inquinamento e il consumo di risorse. Gli esempi sono tanti. Basti pensare alla gestione efficiente dell’illuminazione pubblica che, grazie a un sistema di sensori, potrebbe essere regolata soltanto in base alle reali esigenze, riducendo il quantitativo di energia elettrica consumata. O ai dispositivi che monitorano la qualità dell’aria e l’inquinamento acustico al fine di pianificare interventi risolutivi basati su analisi più precise. Pensiamo alle smart road che dialogano con le auto, i semafori e la segnaletica per garantire un’ottimizzazione dei flussi di traffico al fine di ridurre l’inquinamento e migliorare la viabilità stradale. Oppure alla gestione del verde pubblico, dove grazie a un sistema di sensori si può gestire l’irrigazione in modo più efficiente e intelligente, rispondendo ai reali bisogni delle piante, attraverso un’analisi dei livelli di umidità, temperatura e in base alle condizioni climatiche in un dato momento. L’Internet delle Cose può risolvere anche problemi molto pratici, come la gestione dei posteggi per disabili che, grazie ai sensori in grado di comunicare istantaneamente con lo smartphone o con l’auto del possessore del titolo autorizzativo, possono segnalare violazioni in tempo reale.

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