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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Villanova sull'Arda

Intitolazione del centro paralimpico di Villanova, Veneziani: «Lavorare senza litigare, rispettando la storia di quei luoghi»

E' l'invito del sindaco di Rottofreno, Raffaele Veneziani, rivolto alle parti politiche che nei giorni scorsi hanno avanzato proposte circa la persona da onorare con l'intitolazione del centro paralimpico che sorgerà a Villanova. «Meriterebbe menzione anche il medico Angelo Saitta»

"Il centro paralimpico del Nord Italia sarà un patrimonio che avremo la fortuna di avere a Piacenza e, in particolare, a Villanova d'Arda. Abbiamo la responsabilità come territorio piacentino, verso quel luogo, verso la disabilità e verso l'Italia intera, di lavorare uniti, di fare quadrato, di pensare in grande. Significa anche evitare di dividerci e litigare prima ancora di cominciare, rispettando la storia di quei luoghi". E' l'invito del sindaco di Rottofreno, Raffaele Veneziani, rivolto alle parti politiche che nei giorni scorsi hanno avanzato proposte circa la persona da onorare con l'intitolazione del centro paralimpico che sorgerà a Villanova.

"Varcai la soglia dell'ospedale di Vilanova la prima volta nel 1997, per trovare uno dei miei più cari amici - scrive Veneziani sul suo profilo Facebook -.Ci sono ritornato negli anni a seguire e dal 2007 l'ho frequentato attivamente ed assiduamente per molti anni. Lì dentro ho conosciuto le persone che più di chiunque altro mi hanno insegnato il senso della vita, il potere salvifico della determinazione, la costanza come motore di ogni cosa. Lì dentro ho visto declinato il motto "sorridere anche nelle difficoltà" e toccato con mano il concetto di "prendersi cura", del fisico così come della psiche. Molti dei miei amici - quelli veri - sono stati ospiti di quelle stanze, hanno stretto i denti tra quelle mura, sono rinati come uomini percorrendo quei corridoi. Io amo, profondamente, quel luogo. Nessuno può capire quanto mi sia costato concorrere con il mio voto nel 2017 alla decisione - tanto dolorosa quanto ormai inevitabile - di chiudere quel che restava della gloriosa unità spinale di un tempo. Nella mia esperienza ho avuto il piacere di conoscere personalmente Gianni Scotti, uomo straordinario e la cui memoria merita certamente di essere ricordata ed onorata. Mi iscriverò alla lista di chi vorrà ricordarlo, ma credo che quello proposto da un formidabile comitato promotore sia il modo sbagliato di farlo. Conosco perfettamente, per averne raccolto le confessioni e qualche volta le ire, quanto chiunque sia passato lì dentro abbia percepito come una sorta di amputazione la chiusura dell'ospedale. Per molti di loro era un pezzo di sè, ma sono certo che tutti, cittadini, ex degenti, atleti, sapranno innamorarsi delle nuove prospettive di quel luogo, che - non ne dubito - renderebbero entusiasti sia l'amico Gianni Scotti che il Maestro Verdi, "Peppino", come molti lo chiamano in quei luoghi"

"Ma quel posto un nome ce l'ha già - prosegue Veneziani -, ed è quello del suo fondatore, un nome la cui eventuale rimozione sarebbe percepita dagli amanti di quel luogo come un'amputazione (un'altra!), violenta e questa volta non dovuta. Questa disputa, che è diventata territoriale (Val Tidone, zona di origine di Gianni Scotti e della quale geograficamente faccio parte, contro Val d'Arda, Ponente contro Levante) e politica (questo e quel leader a contendersi la palma di paladino di questa o quella frangia) non può che fare male al territorio piacentino e costituire un pessimo inizio per quella che potrebbe essere un'avventura straordinaria. Sono tra i primi a voler ricordare ed onorare l'amico Gianni Scotti, ma credo che il modo migliore di farlo non sia quello di usarne il nome per una battaglia divisiva che, in fin dei conti, potrebbe solo nuocere ad un grande progetto dedicato alla disabilità. Abbiamo tutti la responsabilità di trovare un modo altrettanto straordinario di ricordarlo, ma anche di andare insieme - tutti insieme - nella direzione da lui indicata: l'unità a sostegno della disabilità. Credo peraltro che in quel luogo una menzione d'onore la meriti anche il dott. Angelo Saitta, scomparso nel 2007, che di quei degenti è stato certamente medico ma anche amico, confidente, presenza indispensabile da vivo come nel ricordo sempre attuale. Non dubito che il mondo paralimpico troverà il modo di onorare questi grandi uomini senza cancellare una storia incancellabile"

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