«Investire sugli scali ferroviari esistenti. Progetto assurdo il porto di merci lungo il Po»
Per Legambiente e il Comune di Caorso il progetto di sviluppo a supporto della logistica a San Nazzaro è «irrealizzabile»: «Criticità degli altri poli logistici sono sotto gli occhi di tutti. A Monticelli nessun coinvolgimento della popolazione». Battaglia: «Da noi non solo un freno ma un secco no»
«La nostra contrarietà come alla previsione di ulteriori 2 milioni di metri quadrati di logistica a Monticelli e Caorso e di un centro intermodale al servizio di un polo logistico che ancora non c'è, è totale». Lo dichiara Legambiente Piacenza, secondo cui «la provincia di Piacenza deve evidentemente diventare per molti sindaci ed amministratori, abbagliati da ricchi oneri di urbanizzazione e dai fondi del Pnrr in arrivo, la capitale della logistica in Regione, il tutto con buona pace della qualità della vita dei loro cittadini e di ogni forma di tutela dell'agricoltura e del paesaggio agrario». «Ci sono già poli logistici a Piacenza, Castelsangiovanni e nuove previsioni ed autorizzazioni a spezzatino date a Gossolengo, Fiorenzuola e Caorso, con il loro carico di consumo di suolo agricolo, inquinamento e traffico, ma probabilmente per gli Amministratori non bastano», dicono sempre da Legambiente, i cui referenti spiegano la contrarietà della logistica tra Monticelli e Caorso e si augurano «non abbia realmente seguito».
«La decisione della Giunta Municipale di Monticelli per l’attuazione dell’Accordo Territoriale sottoscritto nel 2012 dai Comuni di Monticelli e Caorso e dalla Provincia di Piacenza, rappresenta una evidente forzatura tesa a sfruttare gli ultimi mesi di transizione consentiti dalla Legge Regionale Urbanistica prima dell’adozione dei nuovi strumenti di pianificazione territoriale. C’è una totale assenza di una minima procedura partecipativa dei cittadini, prevista tra l'altro dalla legge regionale, a fronte di un progetto di così vaste dimensioni e impatto e la decisione unilaterale del Comune non tiene in debito conto della contrarietà espressa dal Comune di Caorso, che dell’Accordo Territoriale è partner fondamentale».
Proprio il Comune di Caorso «si è espresso molto chiaramente con secco no e non solo un freno al progetto logistico – spiega il sindaco Roberta Battaglia -: il diniego non è superabile per problemi strutturali e viabilistici presenti nel progetto, per gravi mancanze di atti urbanistici a monte legati alle procedure ed alle tempistiche (la scadenza di tale accordo è il 31 dicembre 2021 non derogabile)». «Le aree interessate necessiterebbero di varianti sostanziali essendo aree agricole – prosegue Battaglia -. Noi abbiamo messo la parola fine su un progetto che non condividiamo e che importerebbe in modo sostanziale sul territorio e sulla viabilità del nostro comune, senza infrastrutture sufficienti e togliendo terreno non consolidato ma ancora agricolo». La Giunta ha già deliberato l’atto di indirizzo politico-amministrativo e, aggiunge il sindaco, «seguiranno altri atti necessari per ribadire la nostra posizione: scelte così strategiche devono tener conto non solo dell'aspetto economico, ma soprattutto dei benefici per il territorio. Questo progetto non può essere e non verrà realizzato».
Tornando a Legambiente: «Abbiamo sempre sostenuto la necessità di sostituire il trasporto ferroviario a quello su gomma, ma il beneficio è tale solo a parità di merci trasportate e quindi a scenario immutato. Aumentare a dismisura la movimentazione di merci annulla qualunque beneficio che l’intermodalità potrebbe portare. Per la comunità piacentina è invece necessario dare piena funzionalità dello scalo ferroviario nel polo di Le Mose e di Castelsangiovanni, dopo ben 23 anni di attesa. Appare quindi del tutto illogico avviare un investimento di queste proporzioni a Monticelli, dove nessuno chiede l’espansione di un polo logistico, mentre là dove il polo logistico esiste già non si è ancora pienamente attuata l’intermodalità».
«E’ inoltre assurda la tendenza – prosegue la nota – a pianificare nuovi insediamenti secondo la logica estemporanea della domanda da parte di investitori privati senza alcun governo dello sviluppo sul territorio della logistica, che possiamo definire a spezzatino. Sono sotto gli occhi di tutti le numerose criticità che caratterizzano tutti i poli logistici della nostra provincia: dal consumo di suolo, alla assenza di opere di ambientalizzazione, e non ultimo per la presenza di migliaia di camion con il loro carico inquinante, rumore e problemi di sicurezza, oltre alle ben note problematiche sociali». Infine Legambiente si esprime sull’ipotetico porto fluviale che nel progetto affiancherebbe lo scalo ferroviario: «La previsione del porto fluviale sul Chiavenna è un vecchio ed assurdo progetto, dormiente da anni, oggi rianimato solo dalla possibilità di ottenere dei finanziamenti europei. Ma a Piacenza non servono certo progetti di questo tipo, bensì veramente funzionali ai reali bisogni delle comunità che vivono lungo il Po, la navigabilità turistica e alla fruizione del Po in chiave ambientale e naturalistica. Il recente riconoscimento del MAB Unesco dice esattamente questo. La navigabilità per scopi commerciali del Po, oltre che irrealizzabile, non ha alcuna convenienza economica».