rotate-mobile
Andar per calendari

L’Antico e vero Solitario Piacentino

Viaggio nel tempo con gli almanacchi di una volta e i calendari 2023

A ogni mese di dicembre, da ben 228 anni è in edicola e nelle librerie “l’Antico e vero Solitario Piacentino” ponendosi sul podio nazionale della continuità editoriale. A quanto ci è noto la sua longevità è superata solo dallo storico Almanacco Barbanera dell’Editoriale Campi di Perugia, la cui fondazione risale al 1762.

La storia del “Solitario Piacentino” ha inizio con Padre Agostino da Piacenza, Cappuccino, al secolo Luigi Tagliaferri, nato il 16 agosto 1747. Laureato in medicina il 15 ottobre 1772 nel Noviziato di Carpi. Istruito in astronomia, nel 1795 pensò di comporre e pubblicare il lunario “Il Solitario Piacentino”, e sino al 1833 ne fu costantemente il redattore. Vi introdusse i pronostici meteorologici, notizie politiche, aforismi e notizie di pronta necessità. Religioso di specchiata virtù, stimato e venerato dal popolo della città nativa, dimorò nel Convento dei Cappuccini sullo Stradone Farnese, dove morì il 17 dicembre 1839 alla tarda età di 92 anni e 4 mesi compianto e benedetto.

Dopo la morte del fondatore "il Solitario” continuò la vita editoriale con gli allievi di Padre Agostino e altri studiosi che affidarono i loro “apprendimenti” nel primo decennio dell’800 ai torchi di Ignazio Orcesi e in seguito a quelli del tipografo Tedeschi.

Il 20 aprile 1869 quando “Si rendeva defunto il signor Antonio Gotti Tedeschi, titolare della Ditta Giuseppe Tedeschi di Piacenza (Via S. Pietro 10) e consocio del tipografo Cairo, il Reverendissimo Cappuccino compilatore dell’Almanacco” accordò al Cairo, che aveva tipografia a Codogno, il manoscritto del Solitario 1870 con ampia facoltà di pubblicazione. La ditta Giuseppe Tedeschi di Strada Diritta n. 89, ne era però comproprietaria e i nomi dei due editori figurarono nella seconda pagina di copertina fino ai secondi Anni ’30, del secolo scorso, quando la proprietà dell’intera testata la cui tiratura dichiarata era di 100.000 copie anno, era rilevata dall’editore Tedeschi che la stamperà fino al 1949.

Fu poi la volta della Tipografia Maserati, nel 1960 dell’Unione Tipografica Piacentina; dal 1988 a oggi la testata è della Tep Arti Grafiche.

Una copia de “Il Solitario” nel 1916 costava 40 centesimi di lira, nel 1919 i centesimi erano 50. Nel 1927 il prezzo era 1,20 lire, 10 centesimi in più nel 1942. L’edizione 2023 mantiene il prezzo dello scorso anno: cinque euro.              

Di formato cm 10 x 15 circa, l’Antico e vero Solitario Piacentino identifica la pagina del mese con una antica formella grafica sotto la quale scorrono i giorni con i nomi dei santi ricorrenti e le fasi di luna. Sono poi elencate le date delle solennità civili e religiose, le feste mobili, l’inizio delle stagioni, le eclissi lunari e solari; informazioni su sagre, mercati e fiere nella nostra provincia e in quelle limitrofe.

Rispetto alle passate edizioni sono state eliminate le previsioni sugli andamenti stagionali, dei mesi e delle settimane in quanto la “imprevedibilità degli eventi, dei giorni nostri, non ha più alcuna attendibilità statistica, come dimostrata dagli scienziati”. Chiude ogni mese una illustrazione tratta dal libro di Carlo Francou “Nei laboratori dell’Arte” vol. 1, Tep edizioni.

L’ EDITORIALE DEL SOLITARIO PIACENTINO 2023

Si chiude un anno e se ne apre un altro nel segno dell’incertezza. Verrebbe da dire che ormai ci siamo abituati. Sembra quasi strano girare in molti ambienti per paesi e città senza mascherina, ma c’è un’angoscia che ha trovato posto dentro di noi che è difficile cacciar via.

La mente torna alla fine del febbraio 2020, che ha visto l’esplosione della pandemia, e anche al febbraio 2022 con l’avvio del conflitto tra Russia e Ucraina, riflesso della “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, come sottolinea spesso Papa Francesco. Per non parlare del vertiginoso aumento dei prezzi, del caro energia… l’elenco dei fatti negativi sarebbe davvero lungo. Sembra quasi che tutte le disgrazie si siano date appuntamenti in questi anni.

Le parole del salmo 89 nella Bibbia, “Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore”, ci aiutano a fare memoria del volgere inesorabile delle cose. Se ci lasciamo investire dagli avvenimenti, in noi cresce il pessimismo: tutto andrà male. Ma se riflettiamo sul senso delle cose, se cogliamo l’occasione di scavare dentro di noi, anche nel silenzio, scopriamo di avere in noi un tesoro di forza e di amore da spendere nella vita di tutti i giorni.

Quando Dio, come racconta la Bibbia, terminò la creazione, al settimo giorno si riposò. Cioè fece festa, si fermò, contemplò la sua opera. È a lui, che fu capace di fermarsi e di riposare, che possiamo gridare di aiutarci, di aprirci mente e cuore per dare un senso a questo tempo, per giungere alla “sapienza del cuore”. Questa sapienza non è conoscere tante cose, ma riuscire a dare un sapore, un senso alle cose di ogni giorno, a rialzarsi anche nei momenti di crisi.

-----------------------

continua; per segnalazioni: renatopasserini@libero.it

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L’Antico e vero Solitario Piacentino

IlPiacenza è in caricamento