«L'Italia si attivi contro le violenze sulle donne e i massacri in Iran»
In piazzetta San Francesco il presidio del Comitato Donna, Vita, Libertà di Piacenza
Solidarietà e sostegno umano alle donne iraniane e al popolo impegnato a chiedere democrazia e rispetto dei fondamentali diritti umani negati da un regime spietato e sanguinario. Così nel pomeriggio di venerdì 31 gennaio il Comitato Donna, Vita, Libertà di Piacenza ha tenuto un incontro in piazzetta San Francesco.
«La cruenta uccisione della ventiduenne curdo-iraniana Mahsa Amini da parte della "polizia morale" ha reso visibile a livello internazionale l'oppressione delle donne nel sistema patriarcale iraniano. In Iran diritti e libertà fondamentali sono negati, sindacalisti e giornalisti indipendenti sono repressi» hanno detto gli organizzatori.
«Numerosi studenti vengono arrestati, incarcerati e torturati e molti di loro rischiano la pena di morte dopo processi farsa, e alcuni sono già stati impiccati in una pubblica piazza. Una quattordicenne, arrestata a scuola perché si era tolta il velo, è stata "liberata" con "una grave emorragia vaginale" ed è morta in ospedale. Come lei tante altre donne subiscono le stesse violenze».
«Per questo - dicono - chiediamo con urgenza alle autorità italiane di contrastare immediatamente ogni possibile forma di esportazione di armamenti utilizzati per reprimere illegalmente il dissenso in Paesi terzi, richiamare l'Ambasciatore italiano da Teheran per consultazioni e utilizzare le Ambasciate per consentire l'accoglimento delle richieste di asilo a coloro che vogliono sfuggire alla morte, comunicare all'ambasciatore iraniano in Italia la nostra ferma protesta per quanto sta avvenendo in Iran e che non avremo più rapporti economici e commerciali con l'Iran sino a quando non cesseranno i massacri e le violenze, prendere l'iniziativa per fermare la pena di morte comminata contro manifestanti, prendere apertamente posizione, a tutti i livelli istituzionali e politici, per sostenere la voce e la lotta di centinaia di migliaia di donne e uomini iraniani che si stanno battendo per la libertà contro la violenza di un regime spietato, armato e sanguinario; provvedere immediatamente, tramite le organizzazioni dei diritti umani, all'invio di un comitato di accertamento del fatti presso le carceri iraniane ai fini di prevenire le violazioni dei diritti fondamentali degli incarcerati e di intervenire ai fini della liberazione immediata e incondizionata di tutti i prigionieri politici».