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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità Gazzola

La battaglia di Monticello, un libro e una mostra a 76 anni di distanza

Un appuntamento molto atteso e con tanti partecipanti illustri

Proprio all’interno del castello di Monticello (Gazzola), dove si svolse l’epica battaglia che vide la vittoria di 35 partigiani su oltre 300 nazifascisti assedianti, è stato presentato il libro "Monticello 16 aprile 1945, la battaglia, i partigiani, la gente" scritto da Mauro Annoni per le edizioni di Ponte Gobbo, illustrato da venti disegni a china eseguiti dal ventiseienne pittore barcellonese Gulliermo Malinowski Formento, che ha abitato in loco diversi mesi per trovare l’atmosfera e calarvi i personaggi ricavati dalle testimonianze di Dordoni, Annoni, Muratori,Vescovi-Agosti. 

L’appuntamento era molto atteso; numerosi i presenti tra i quali il partigiano Renato Cravedi, il sindaco di Gazzola Simone Maserati, il sindaco di Piozzano Lorenzo Burgazzoli, Filippo e Raffaella Lezoli, nipoti del commissario Gino Cerri valorosamente caduto proprio  pochi metri più lontano, i signori Conti, proprietari del castello. 

Il presidente provinciale ANPI Stefano Pronti ha introdotto il quadro storico: il 6 aprile 1945 era iniziato l’inevitabile sfondamento della linea gotica tra Viareggio e Rimini da parte della 5^ armata americana e la 7^ inglese; Bologna fu presa e liberata il 21 aprile dal battaglione italiano del reggimento “Friuli”, che indossava divise inglesi ed era comandato dal generale Arturo Scattini.  Parallelamente nel piacentino le forze partigiane tenevano saldamente il territorio oltre la linea Pianello-Piozzano-Bettola-Gropparello-Castell’Arquato-Morfasso e, nonostante ciò, i nazisti e i fascisti non ridussero le manovre di attacco alle forze partigiane, in un disperato quanto folle tentativo di riprendere posizioni.

Monticello, esattamente 10 giorni dopo l’avanzata alleata, ne è la prova, perché dimostra questo feroce accanimento dei fascisti e il loro totale asservimento ai tedeschi; tutto era dovuto al cinismo degli ufficiali di carriera, passati dal regime alla RSI, che sfogavano l’avvilimento per il progressivo cedimento e le continue sconfitte nella vendetta cruenta anche verso tutta la popolazione; qui mandarono avanti giovani diciottenni arruolati da poche settimane senza scrupoli, senza curarsi del massacro.

Ha presentato l’autore del libro Mauro Annoni, figlio di Cesare Annoni (Barba II) comandante di distaccamento e presente nel castello tra i combattenti; si è avvalso di inconfutabili testimonianze. Il presidente Pronti ha poi commentato le opere che denotano la formazione accademica e soprattutto il talento del giovane. In primo luogo il disegno, requisito essenziale per creare la forma naturale; senza il disegno c’è solo una dimensione psicologica individuale, fuori dalla realtà concreta e visiva. Un disegno sicuro, minuzioso, dinamico, con quella rara perfezione data dai particolari. In secondo luogo il chiaroscuro ottenuto con le lumeggiature create lasciando il bianco del fondo e rivolte a una luce laterale per il primo piano e alle spalle delle figure di secondo piano per dare massima profondità. Queste opere hanno un’alta qualità pittorica, sono dipinti in bianco e nero e il monocromo è una prova molto difficile, superata solo da chi ha grandi capacità. Successivamente la parola è passata rispettivamente all’autore e al pittore, che hanno anche espresso le motivazioni del loro impegno, pur non essendo piacentini.

Mauro Annoni

Ha insegnato nella Scuola elementare con impegno costante all’interno del laboratorio di didattica della storia, attivo presso l’Istituto di Storia Contemporanea di Pesaro, del quale è presidente dal 2006. Nativo di Gazzola e figlio di Cesare Annoni, Barba Secondo, comandante di distaccamento e uno dei protagonisti della battaglia di Monticello, è stato attratto da questo importante episodio bellico e ne ha approfondito la conoscenza attraverso continue ricerche, conclusesi nel libro appena uscito. 

Guillermo Malinowski Formento 

Nato nel 1995 a Barcellona, laureato in Belle Arti presso l’Università di Barcellona, ha dimostrato un grande vigore figurativo nel suo racconto artistico. Ha dichiarato: "La mia passione per la pittura e per la natura mi ha portato a vivere per un periodo tra le colline del piacentino. Per pura casualità ho trovato casa proprio dove "Valoroso” spirò, dopo essere stato colpito a morte durante la battaglia di Monticello. Questa coincidenza ha fatto nascere il mio interesse per la lotta partigiana in zona.

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