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Venerdì, 29 Marzo 2024
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La Cisl continua a crescere: oltre 1400 nuovi iscritti tra Piacenza e Parma

Il segretario regionale: «Bene, ora ancora più impegno per i giovani»

Nel 2019 sono stati 1466 i nuovi iscritti alla Cisl Parma Piacenza: le tessere erano complessivamente 52913 nel 2018 ma nel 2019 si è raggiunta quota 54379, con un incremento percentuale di quasi 3 punti. I settori più attivi risultano essere quello dei trasporti e logistica, con un incremento del 14 per cento annuo, e il pubblico impiego, pure con una crescita a doppia cifra (11,60%), conquistata parimenti nel territorio delle due province dell'Emilia occidentale. Interessante anche l'aumento delle iscrizioni nel comparto industriale, guidato dall'agro-industria che incrementa gli aderenti del 4,57 per cento in un'area polo d'eccellenza del "Made in Italy"alimentare. A livello regionale nel 2019 sono oltre tremila (3055) gli iscritti in più per la Cisl Emilia Romagna, la conferma di un trend di crescita che ha portato il sindacato di via Milazzo ad essere, con 313.956 adesioni, la terza Cisl in Italia per numero di iscritti, dopo Lombardia e Veneto.

Filippo Pieri, segretario generale regionale, ha commentato i dati con soddisfazione.“Siamo molto contenti, i numeri attestano ciò che già si percepiva chiaramente: una Cisl in ottima salute che continua a crescere nei differenti ambiti produttivi. In particolare, in termini assoluti, i miglioramenti più sostenuti sono arrivati dai settori dei trasporti (+1351 tessere),  del pubblico impiego (+1294), del commercio e terziario (+869), dei metalmeccanici (+488) e degli ‘atipici’ (+486)”. Altra nota positiva arriva dalla categoria dei pensionati (Fnp), che aumentano a livello regionale di 646 iscritti rispetto all’anno precedente. Anche i giovani continuano ad essere uno dei punti cardine su cui si focalizzano le politiche della Cisl, ed anche qui i numeri sembrano indicare un’organizzazione sulla strada giusta, con gli under 35 che sono poco sotto la soglia dei trentatremila e rappresentano quasi il 19% (18,75%) del totale degli “attivi”. “Da tempo – ha commentato Filippo Pieri - ci concentriamo sui giovani, perché è da loro che passa la speranza di un futuro migliore per il nostro paese. Sono loro i veri protagonisti del cambiamento, e questo vale anche per la nostra organizzazione. Noi li dobbiamo aiutare a riscoprire i valori positivi del lavoro, della dignità della persona, della legalità, della solidarietà, ma nel contempo occorre creare le condizioni che garantiscano più eguaglianza, più tutele, diritti, un lavoro stabile e salari dignitosi”. Nel computo generale degli iscritti in Emilia Romagna, le donne (53,69%) superano gli uomini (46,31%), mentre gli stranieri sono poco oltre il 16% del totale. Stranieri che in alcuni settori sono una parte consistente della forza lavoro, come in quello dell’agroalimentare (51,68%), dell’edilizia (48,54%), dei trasporti e logistica (42,42%), del commercio e terziario (39,14%) e del metalmeccanico (30,97%).

“Lavoratori che oltre ad essere un valore aggiunto per la nostra economia (difatti tutte le analisi dimostrano inequivocabilmente che il lavoro migrante, ben tutelato e retribuito, resta fondamentale per produrre le nostre eccellenze) risultano un indispensabile fattore strategico perché vanno a svolgere ruoli e mansioni che non sempre sono semplici da reperire sul mercato. Tanto che lo stesso lavoro diventa un veicolo straordinario d’ integrazione, capace non solo d’inserire la persona immigrata nel circuito produttivo, ma anche di  promuoverne la partecipazione alla vita della comunità. Il ripopolamento di alcune zone del nostro Appennino ne è un esempio lampante”,  ha puntualizzato il numero uno della Cisl regionale. In definitiva, i dati certificano la crescita costante dell’organizzazione sindacale e la rilevanza del ruolo politico e sociale svolto a difesa di lavoratori e pensionati. “Ma, al di là dei dati, è confortante – ha concluso Filippo Pieri -  il clima di  fiducia che giovani, donne, immigrati, lavoratori e pensionati continuano a dimostrare nei nostri confronti. A dimostrazione della perfetta aderenza alle rilevazioni del rapporto Eurispes (Rapporto Italia 2020) in cui la fiducia degli italiani nei sindacati risulta cresciuta di ben 8,5 punti (dal 37,9% al 46,4%). Un sentimento che ci spinge a proseguire con ancora più slancio la nostra azione e che ci porterà a fare ancora meglio”.

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