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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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La colonna emblema della “Tagliata” sarà restaurata dall’Ente Farnese

Fonti antiche ne testimoniano l’autenticità

Questi dettagli sono di una certa importanza per l'ubicazione del Collegio Alberoni e dei fabbricati che gli fanno corona. Infatti, l'antico lazzaretto nel Cinquecento si trovava all'interno della "tagliata" e, dopo pochi decenni, fu ricostruito nel luogo dove ora sorge il Collegio. Accanto al lazzaretto venne eretta una chiesa dedicata al Lazzaro evangelico, simbolo di povertà e sofferenza fisica e morale.

L’esistenza delle due colonne è documentata da Michele Montaigne che nel suo “Viaggio in Italia tra il settembre 1580 e il novembre 1581” scrive:

Vicino a Piacenza ci sono due colonne grandi, l'una d'un lato della strada, l'altra dell'altra, circa quaranta passi di larghezza fra le due. A piede delle quali colonne è scritto in latino, che si proibisce di edificare, piantare arbori, e vigne fra essi. Non so se voglia conservare la larghezza della strada solamente, o veramente, che di esse colonne fino alla città, la quale n'è distante di mezzo miglio, si voglia conservar la spianura scoperta come ella si vede.

Quasi 330 anni dopo, nel 1909, Giuseppe Nasalli Rocca nella sua guida “Per le vie di Piacenza” rileva l’esistenza delle due colonne e ne trascrive l’epigrafe: intra hos fines nemo structuram, arborem, vitem habeat. Qui secus faxit gravis mulctae reus esto.

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Delle due citate colonne è giunta a noi solo quella situata sul lato destro della via scendendo dalla città verso San Lazzaro.

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In epoca anteriore agli anni Sessanta del secolo scorso è stata consolidata inserendo nel corpo una staffa di ferro e in contemporanea o in epoca successiva è stata tamponata con mattoni una breccia che si era aperta appena sopra la modanatura di base. Da tempo parte dell’intonaco di copertura è caduto e la “toppa” è ben visibile.

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La colonna presunta “sorella” di via Farnesiana al civico 96, anch’essa priva di capitello, si presenta in condizioni ancora ottimali. Un rilievo sommario evidenzia analogie del materiale e delle forme costruttive caratterizzate da capitello, anelli alla base, appoggio su un basamento quadrato. Le dimensioni dei singoli elementi architettonici non differiscono di molto e appaiono proporzionate all’altezza dei relativi fusti; tra la modanatura di base e capitello: metri 2,10 circa per la colonna di San Lazzaro e metri 2,36 circa, per la presunta sorella.

Nessuna parentela invece con le due colonne posizionate in via Millo angolo via Duca degli Abruzzi. Di evidente diversa fattura, furono collocate per segnare l’inizio del quartiere voluto dal podestà Bernardo Barbiellini Amidei e intitolato alla Regina Margherita inaugurato il 2 novembre 1927, composto da villette con giardinetti allora abitate prevalentemente da famiglie di dipendenti pubblici. Le due colonne recavano ben evidente, sino al 1945, il fascio littorio simbolo del Regime.

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