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La cura delle donne concentrata all’ospedale di Castelsangiovanni

Un nuovo progetto dell’Ausl e della Regione coinvolge la struttura ospedaliera valtidonese: trasferite qui la chirurgia senologica e ginecologica e la cura e medicina riabilitativa delle patologie femminili

Diagnosi, cura e riabilitazione delle principali patologie femminili: l’ospedale di Castelsangiovanni diventerà sempre di più il riferimento delle donne piacentine per prendersi cura della propria salute. Oggi a Piacenza, alla presenza dell’assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna Raffaele Donini, del sindaco di Piacenza e presidente della Provincia Patrizia Barbieri e del primo cittadino di Castel San Giovanni e presidente della CTSS Lucia Fontana, il direttore generale dell’Ausl Luca Baldino ha presentato il progetto di rimodulazione delle attività sanitarie tra i presidi del capoluogo e della Val Tidone, con particolare attenzione ai percorsi di genere. Si tratta di un’innovativa scelta dell’Azienda Usl di Piacenza, condivisa con la Conferenza territoriale sociosanitaria, che mira a fornire all’ospedale di Castel San Giovanni un’ulteriore vocazione e specializzazione.

Il trasferimento delle attività chirurgiche di ambito senologico e ginecologico in Val Tidone porterà significativi vantaggi anche all’organizzazione del comparto operatorio dell’ospedale di Piacenza. Il passaggio permette di potenziare gli interventi, portando al massimo la capacità di utilizzo delle sale, che è ancora condizionato dalle esigenze di differenziare i percorsi per l’emergenza Covid. Tra le ricadute positive, è previsto un incremento di tutta la chirurgia generale, con particolare riferimento alle patologie oncologiche, e delle altre specialità, in particolare per l’ambito degli interventi programmati, della traumatologia e dell’ortopedia elettiva. 

La realizzazione del progetto su Castel San Giovanni è progressiva: alcuni passaggi sono già realizzati, altri si stanno perfezionando e si completeranno nelle prossime settimane. L’aspetto più innovativo è quello di poter disporre insieme, in un’unica struttura, di risposte diverse e integrate ai bisogni della cittadinanza, in particolare delle donne, offerte dai diversi professionisti, che sono sempre più chiamati a lavorare in rete. I diversi percorsi potranno quindi essere ulteriormente perfezionati, permettendo un più proficuo confronto e scambio tra le varie competenze cliniche e una collaborazione sempre più integrata e di sistema. I temi chiave sono quelli legati alle patologie prettamente femminili o, comunque, nelle quali ci sono rilevanti aspetti di interesse rispetto al genere. L’attenzione del progetto è puntata sull’ambito #senologico, sulle patologie oncologiche in ambito ginecologico, non senza dimenticare alcune problematiche caratterizzanti il delicato passaggio della #menopausa, tra cui le alterazioni del pavimento pelvico, l’osteoporosi e l’elevato aumento di rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari. Un altro aspetto caratterizzante è quello trasversale dell’assistenza #psicologica, che sarà offerta alle donne per affiancarle durante i trattamenti terapeutici o in particolati situazioni di bisogno come può essere l’ingresso nella età non più fertile. Altra attenzione specifica, che va oltre la presa in carico specialistica, è quella delle consulenze legate all’ #alimentazione, che potranno essere sviluppate dal lavoro integrato dei professionisti.

Gli sviluppi del programma prevedono anche un potenziamento tecnologico per un valore di circa 200mila euro, l’attivazione di progetti di #ricerca legati alla medicina di genere e alle principali patologie femminili e un’attenzione anche all’ #accoglienza della donna, con la futura realizzazione di ambienti che facciano sentire la paziente “come a casa”, pur essendo in ospedale.

 «È l’inizio di una storia nuova per l’ospedale di Castello – ha commentato il sindaco Lucia Fontana, che ricopre anche il ruolo di presidente della Conferenza socio sanitaria -. Spero che sia l’inizio di una storia nuova anche per tutta la sanità piacentina». «Progetto apprezzabile – ha aggiunto il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri -, così come la volontà dei professionisti Ausl di prendersi in carico la salute della donna a 360°, anche dal punto di vista psicologico». «A Castello – è il pensiero dell’assessore alla sanità regionale, Raffaele Donini – qualche mese fa abbiamo pensato a questo progetto, che poi ha visto l’entusiasmo da parte di tutti. Per una prevenzione efficace bisogna accorciare la distanza tra la domanda e l’offerta. Sì, è l’inizio di qualcosa di nuovo per la medicina territoriale e la salute della donna. È una presa in carico della persona, cura e assistenza».

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