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La cura delle malattie: come, quando e dove

L'analisi e l'approfondimento del dottor Renato Zurla

Riceviamo e pubblichiamo l'approfondimento del dottor Renato Zurla in merito all'attuale situazione della sanità locale e nazionale. 

Argomento più che mai di attualità ma tanto misconosciuto. Il Covid 19 ha nascosto ancor di più i bisogni e le priorità nelle cure delle malattie, di tutte, le più gravi e le meno, senza alcuna differenza. Il significato della medicina pubblica, di quella privata e la loro necessaria più che mai collaborazione concreta e di qualità.

Ecco i due punti che proveremo ad analizzare brevemente ma spero con efficacia. Quindi, come provare a pensare al futuro prossimo di ciascun cittadino, nella sua scelta e le opportuninità che potrà avere a disposizione in caso di bisogno.

Rimane come prirorità, il concetto e la cultura sanitaria, un principio generale, il seguente: in tutto il mondo, nel Paesi più ricchi e nei tanti più poveri , la sanità pubblica dovrebbe governare,  ogni azione preventiva ed assistenziale, quindi  “medicina pubblica come bene irrinunciabile!”

Ribadiamo il Principio democratico fondante di ogni Repubblica, o comunque di Governo di un Paese :  la sanità è e deve essere Pubblica, dove lo Stato si fa carico di ogni gesto  assistenziali predisponendo a monte, ogni anno, un bilancio e risorse economiche allo scopo,  per finanziare strutture , personale, luoghi di prevenzione e cura che di anno in anno devono essere riviste ed  adeguate ai bisogni delle popolazioni, che sono e saranno sempre in divenire.

Ho usato ed userò ogni volta la parola, meglio il termine prevenzione perchè è da lì che si parte sempre! La prevenzione delle malattie, la educazione alla salute, la conoscenza del nostro corpo e delle sue funzioni fisiologiche. Oggi ancora se ne fa troppo poca per non dire mai in concreto, se ne parla e discute spesso ma gli interventi definitivi e strategici sono ancora spesso rimandati per problemi organizzativi e mancanza di fondi adeguati. Fare prevenzione costa ma i risultati generali sulla spesa pubblica sarebbero enormi oltre che efficaci e strategici.

Si deve cominciare a far prevenzione seriamente partendo dalla educazione agli stili di vita e quindi  alla salute della mente e del corpo. Si fa prevenzione a partire dalle scuole ed in ogni luogo di lavoro o strutture del tempo libero e dello sport.

Certamente perevenzione anche nei luoghi di cura per acuti o centri riabilitativi. La attività di cura per patologie acute, rimane e rimarrà l’Ospedale, con funzioni sempre più specialistiche e con tempi rapidi di degenza, ubicato in luogo idoneo per il suo raggiungimento e per i parcheggi necessari.

Un ospedale non si costruisce dove capita pur di farlo o dove oggettivamente non è luogo idoneo! La scelta è fondamentale e non si deve sbagliare.

Il loro numero e le localizzaioni sul territorio:  va fatta scelta oculata ed obiettivi relativi al numero degli abitanti interesssati e le distanza chilometriche dai centri urbani.

Nelle valli ed in quei territori dove spesso vivono poche persone, o piccole comunità,   va garantita una presenza di primo soccorso e di trasporto infermi efficienti e quinidi presenti h24.

Possono essere ubicate in quei territori anche ospedali o strutture assistenziali e raibilitative che si prestano oggettivamente per pregi ambinetali e climatici.

Le decisioni nel merito vanno prese sentite le comunità, I Sindaci, la Regione di appartenenza. Il presente ed il fururo, speriamo molto prossimo:

-IL TERRITORIO, in quanto luogo dove vivono i  cittadini pochi o tanti che siano, anzi previlegiando le comunità lontane e poco numerose ma che ancora vivono quelle terre che mai andranno abbandonate anzi incentivate ad abitarle e viverle, partendo a dare o mantenere se già esistenti, le Scuole ed i  Servizi sanitari e socio assistenziali.

In questo tema ed obiettivo primario, ci stanno ad esempio: le case della salute, la assistenza domicilare integrata ma anche altri servizi alla persona che sulla carta esistono anche ora ma mai o molto poco attivate

.La RIABILITAZIONE, luogo di cura fondamentale ed irrinunciabile per ogni patologia in atto, acuta o cronica che sia.

Ogni patologia è cronica, quando ne siamo colpiti ed  affetti , la dovremo curare al meglio per tutta la vita affinchè non si riacutizzi. Una degenza ospedaliera, ad esempio,  breve o lunga che sia, esita in necessità di riabilitazione per ogni patologia a noi nota e curata, nessuna esclusa.

Ci sono poi bisogni curativi e riabilitativi per ogni parte del nostro corpo ed anche e soprattutto della nostra mente.

Tutte le malattie degenerative dello stato mentale e dello stato cognitivo,  dalle più note  alle meno note e spesso trascurate necessitano in primis di riabilitazione.

Vedi  il tono dell’umore, educare a conoscerlo, dirne della sua importanza per ogni malattia che ci colpisce, ripeto ogni malattia che colpisce il corpo umano, affinche si possa affrontare meglio la guarigione della malattia e non divenga poi come spesso succede, la più nota depressione, lieve, moderata o grave che sia. Si hanno risultati davvero buoni se trattati con riabilatazione adeguata, vale a dire guarigione riconoscibile e vissuta dal paziente come tale. Non certo, percorso di  guarigione affidato solo a trattamenti farmacologici del caso. Spesso poco efficaci e con effetti correlati indesiderati.

Riabilitazione quindi come luogo di cura fondamentale nei percorsi di guarigione della malattia. Esiste letteratura al riguardo ed esperienze cliniche importanti già in atto nel nostro Paese e nei Paesi europei ed anche in  USA.

Non mi dilungo oltre ma gli argomenti sono noti e le esperienze cliniche pure, si deve solo volerle conoscere ed applicare, in ogni parte del nostro territorio italiano.

Solo un cenno ma di assoluta validità clinica, quella della riabilitazione con Animali, esiste, regolamentata da leggi dello Stato e regionali, già paraticata ed esercitata in alcune realtà di cura di malattie croniche ed handicap ma che necessita di diffusione ed accoglienza culturale nelle attività cliniche del quotidiano.

La spesa pubblica al riguardo, potrebbe essere molto contenuta sia nel caso che rimanga solo pubblica che nel caso venisse affidata a Strutture cliniche del privato sanitario e socio assistenziale.

Nel, qual caso, il Privato,  l’obiettivo della qualità e della spesa contenuta è facilmente raggiungibile con convenzoni e controlli clinici già per’altro in atto secondo leggi dello Stato e Regionali.

La spesa per un posto letto ospedaliero mediamente a seconda  delle Unità Operative, attualmente può superare i mille euro giornalieri che a volte anzi,  purtroppo e  spesso sono occupati da pazienti che non trovano altri luoghi in cui trovare accoglienza e cura con la spesa di cui sopra certamente con spreco di spesa pubblica elevate.

La esperienza Covid credo ne sia una testimonianza arcinota ed ancora in atto, che non significa che non ci siano stati casi necessitanti la terapia intensiva e quindi lì inviati ma se si fosse iniziato fin dall’inizio un approccio clinico diverso sul territorio, con le Usca (al domicilio), ci sarebbero stati tanti ricoveri ospedalieri in meno con spesa pubblica molto ridotta ma soprattutto con meno disagi dei pazienti e delle loro famiglie.

Quindi riabilitazione e territorio, non più ospedali, se non obiettivati verso utilizzo di servizi molto specialistici e decisi dalle Regioni  in accordo con il Ministero della Sanità.

Solo un cenno anche in questo caso ma che voglio porre alla attenzione di ciascun cittadino, il tema dei No vax ma soprattutto la presenza nella popolazione generale di troppi casi di persone che non vogliono vaccinarsi, hanno nei confronti delle vaccinazione in genere, solo sospetti, paure e contrarietà totale, il COVID 19, ha scoperchiato la pentola..ha portato alla luce comportamenti di totale sfiducia verso la medicina  come luogo di scelte e decisione nel merito.

Quale la ragione, come sempre, tante le ragioni e che vengano da lontano, da decenni dove la medicina in quanto scienza della salute dell’uomo ha perso credibiltà anche non solo la fiducia della gente.

Cio’detto, va recuperata in fretta e certamente con starordinaria efficacia la credibilità del medico in quanto uomo della cura della salute di ciascuno di noi.

Lo si dice anche in questo caso da decenni oramai ma con poco impegno e soprattutto senza  progetti chiari e percorsi di formazione alla popolazione ed al medico stesso, specie per colui medico, che detto di base, rappresenta il primo riferimento di cura e consiglio quasi quotidiano della nostra vita.

Vi è stata una proposta politica detta solo, per ora, quella che tale medico diventi una figura pubblica, per intenderci, dipendente pubblico come lo è il medico ospedaliero.

Certamente forte come scelta ma di valore assoluto.

Ci vogliono risorse economiche tanto per canbiare ma sarebbero risolti gran parte dei problemi del territorio e dei suoi servizi essenziali alla persona.

Il sistema in atto con medici prestati a tale ruolo assistenziale ha mostrato tutti  i suoi limiti e la bassa qualità dei medesimi sia per scarsa preparazione a tale ruolo sia perchè risultano essere medici che non conoscono il territorio ed i pazienti che a loro si rivolgono e che quasi sempre la decisione consigliata è il ricovero ospedaliero quindi il fallimento della attività territorial.

Torniamo al Covid19 ed ai NOVAX, accade oramai ogni giorno, loro ricoveri in Ospedale ed occupazione di spazi clinici che in tanti definiscono impropri , “ andrebbe loro fatto pagare di tasca propria la spesa del ricovero “ , questa la frase commune che spesso è stata pronunciata.

Detto e ribadito che la Vaccinazione oggi consigliata ed attuata nel nostro Paese verso Covid19 ,  è quanto di più corretto ed efficace si potesse offrire alla popolazione italiana,

-detto che non ci sono ragioni valide per  paure varie ingiustificate,

-detto che dovremo pensare ed accettare che ogni anno per un pò di tempo ancora, ci dovremo vaccinare ogni anno per il Covid,

-detto che è davvero poco accettabile che ci siano anche medici ed infermieri ed altre figure sanitarie  e socio sanitarie che dichiarano di non volersi vaccianre,

-detto che è stato corretto porre la obbligatorietà della vaccinazione per tali figure assitenziali,

-detto che bene hanno fatto a sospenderli dalle loro attività,

-detto anche che è atteggiamento, per usare un eufemismo, indegno in qualche modo che un sanitario e soprattutto un medico ponga una negazione alla vaccinazione anti Covid, vista la pandemia ancora in atto,

Quando un cittadino necessita di assistenza e cura, non si possono trovare o peggio fare differenze di trattamento, di fronte alla malattia grave o meno che sia , siamo davvero tutti uguali e dobbiamo essere curati.

Anche solo il pensiero di tale reazione avvenuta nella testa e nelle parole di molti, apre ed aprirebbe un capitol drammatico ed inaccettabile per nessuna ragione al mondo!

Pensiamo ai malati di AIDS, ai Tossicodipendenti, alle Dipendenze patoligiche, quante sono e quanti i cittadini affetti.

Ogni malattia ci vede protagonisti in negativo con comportamneti e stili di vita che ci hanno portato alla malattia ed allora cosa facciamo la classifica per accedere alle cure, davvero nessuno mai più pronunci tali parole e concetti !!

La salute di ciascuno di noi deve essere al primo posto in tutto in ogni secondo della vita, figuraiamoci se così non fosse nella sanità pubblica.

C’è tanto da fare e ci sono tanti impegni da prendere da qui in avanti, non ci sono più scusa da accampare, c’è sola la decisione definitiva di doverlo attuare un progetto del futuro prossimo verso una medicina pubblica che sia tale in ogni aspetto e che utilizzi quella privata come supporto necessario nel quotidiano assistenziale verso ciascuno di noi, nessuno escluso, ma davvero nessuno, poveri o ricchi, immigrati o meno, collaboranti o meno, collaborativi o meno che decidano di diventare ipoco collaboranti!

Sarà un impegno a tutto campo verso ogni atto della vita e la massima tutela dell’ambiente in cui viviamo.

Se così non sarà, non riesco ad immaginare quale vita attenderà la popolazione più giovane, a coloro che nasceranno nei decenni futuri o meglio.lo immagino, la fine di quel mondo senza regole e tutela alcuna.

Dottor Renato Zurla

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