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Maltempo

«La grandine è la più dannosa in questa fase stagionale e provoca perdite irreversibili»

Valtidone, Coldiretti: «Ancora maltempo, la conta dei danni continua a salire»

Valtidone ancora colpita dal maltempo. Dopo la tempesta che si è abbattuta nella notte tra martedì e mercoledì e che ha provocato danni gravissimi alle colture, alle strutture e alle strade, nel pomeriggio di ieri, venerdì 29 luglio, una forte grandinata ha colpito alcuni comuni della vallata, nelle zone di Ziano e Borgonovo, aggravando ulteriormente la conta dei danni.

Un duro colpo soprattutto alla prossima vendemmia, con perdite pesantissime nei vigneti che rappresentano l’eccellenza della Val Tidone. Tra le manifestazioni meteo estreme la caduta della grandine nelle campagne – sottolinea il direttore di Coldiretti Piacenza Roberto Gallizioli– è la più dannosa in questa fase stagionale per le perdite irreversibili che provoca alle coltivazioni proprio alla vigilia della raccolta, mandando in fumo un intero anno di lavoro. Un evento climatico avverso che – precisa– purtroppo si ripete sempre con maggiore frequenza ma a cambiare è anche la dimensione dei chicchi che risulta aumentata considerevolmente negli ultimi anni con la caduta di veri e propri blocchi di ghiaccio anche più grandi di una pallina da tennis. Nelle zone interessate dal maltempo sono in corso le verifiche dei danni che vanno ad aggravare il bilancio legato alla siccità, il cui  impatto sulla produzione agricola è devastante.

Finisce così un mese di luglio che si classifica tra i più bollenti di sempre segnato però in media da 17 eventi estremi al giorno lungo la Penisola tra grandinate, nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e tempeste di vento. «Siamo di fronte – sottolinea la Coldiretti – ad una evidente tendenza alla tropicalizzazione con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal caldo al maltempo».

«Cambiamenti climatici che – evidenzia la Coldiretti – provocano danni perché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua su un territorio come quello italiano reso più fragile – sottolinea Coldiretti – dalla cementificazione e dall’abbandono con 7252 comuni, ovvero il 91,3% del totale, a rischio idrogeologico secondo dati Ispra. Senza dimenticare che nel 2022 - secondo l’analisi di Coldiretti su dati Effis -si è verificato un aumento del +170% degli incendi spinti proprio da un mese di luglio bollente e siccitoso che ha favorito la corsa del fuoco lungo boschi e campagne di tutta la Penisola con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo».

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