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Pezzi storici

La locomotiva a vapore lascia Piacenza: a recuperarla ed esporla sarà Castel di Sangro

La giunta comunale autorizza la donazione del veicolo ferroviario, in stato di abbandono

La locomotiva a vapore lascia Piacenza; a recuperarla ed esporla sarà Castel di Sangro, comune in provincia di L’Aquila. Ad autorizzare la donazione del bene la giunta comunale, come riportato nella delibera del 24 gennaio scorso, che ne ripercorre anche la storia recente.

Acquistata nel 1991 dal Comune per 1 milione e 666mila lire (oggi pari a 860 euro), la locomotiva a vapore nel 1994 era stata concessa - a propria cura e spese - all'associazione Dopolavoro Ferroviario, nella forma del comodato per dieci anni. Per lo storico veicolo ferroviario – inventariato nel 2016, «con valore stimato pari ad 1 euro totalmente ammortizzato» - scaduto il termine non è seguito il rinnovo, ma finora è rimasto in deposito nella stessa area, di proprietà del Gruppo Ferrovie dello Stato. Area che la società - si legge nella delibera - ha manifestato la volontà di voler riutilizzare e riqualificare.

«Il Comune di Piacenza - spiega l'atto - non ha a disposizione un luogo ove poter tenere in deposito il bene e non vi è un luogo ove si possa esporlo al pubblico». In aggiunta «la locomotiva versa in totale stato di degrado e abbandono, necessitando di costosi lavori di ripristino e manutenzione straordinaria. Inoltre, anche l’area di deposito si trova, come sopra specificato, in stato di incuria tale che non è ipotizzabile prevederne l’accesso per consentire, a chi interessato, di vedere la locomotiva».

A mostrare interesse per l’acquisizione è stato invece il Comune di Castel di Sangro «a propria cura e spese, accollandosi anche le spese del trasporto, così da poterla recuperare e valorizzare, esponendola negli spazi antistanti la stazione ferroviaria del medesimo comune (treno storico dei parchi)».

Richiesta valutata accoglibile dalla Giunta: «Da un lato, infatti - scrive - si solleva il Comune di Piacenza, senza che si sostenga alcuna spesa, dall'obbligo di recuperare il bene (con elevati costi a carico dell'Ente) e di trovarne un'allocazione stabile (allo stato, non risulta nemmeno ravvisabile una sistemazione provvisoria) e, dall'altro lato, si ripristinerebbe e valorizzerebbe un bene che si sta deteriorando, la cui storia è legata al Comune di Piacenza, con conseguenti vantaggi in termini di conoscibilità e visibilità della nostra Città».

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