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«La situazione attuale provoca insofferenza tra gli automobilisti: aumenta la rabbia al volante, fenomeno pericoloso»

Le parole di Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale

Il perdurare della pandemia, oltre ai preoccupanti aspetti sanitari, sta ammorbando anche la convivenza civile sulla strada. Alle storiche cause di incidentalità (distrazione in primis) si sono aggiunte la rabbia e l’aggressività in forte escalation. «La paura per la possibilità di contrarre il virus – riflette Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale - le preoccupazioni per la salvaguardia del proprio tenore di vita, le sempre più stringenti limitazioni alla libertà personale, l’assenza di momenti di serenità e di stacco, stanno producendo una compressione di negatività e pessimismo nell’individuo e portano ad esplosione di atteggiamenti inqualificabili verso coloro che si incontra per strada. È in forte crescita un fenomeno di disinibizione, che ha alzato, in modo significativo, l’asticella che controlla l’educazione ed il self-control». 

«Stanno cadendo anche il rispetto e il dovuto timore di fronte alle Forze dell’Ordine, come ci è stato confermato da vari rappresentanti e come attestano anche numerosi fatti recenti di cronaca, di cui sono vittime troppo spesso bambini, donne, anziani e persone diversamente abili o comunque tutti coloro che vengono ritenuti di scarsa prestanza fisica e quindi con limitate possibilità di difendersi in caso volessero contrastare gli atteggiamenti intimidatori ed aggressivi di cui sono oggetto. Sul fronte dell’incidentalità la cartina di tornasole della presenza di scarso controllo è la sinistrosità autonoma, cioè l’uscita di strada senza un apparente motivo. Le misure che impongono restrizioni ai cittadini, impattando in modo significativo sulla loro vita, elevano la pressione emotiva già a livelli di guardia e quindi devono tener conto anche delle ripercussioni sul modus operandi sulle strade di tutti gli utenti presenti, dai pedoni, ai ciclisti e ai conducenti di mezzi a due o più ruote». 

«Gli esempi di insofferenza e dello scarso civismo sono molteplici e testimoniano l’egocentrismo e l’individualismo esasperati che regnano anche sulla strada, con l’intenzione di “punire” e sopraffare chi si percepisce come colui o colei che ci ha intralciato, che ci si è frapposto tra noi e il nostro obiettivo…con gli insulti e le minacce verbali e gestuali, spesso enfatizzati da segnalazioni luminose con i fari o con ripetuti colpi di clacson. Ricordiamoci però che la rabbia stradale è un fenomeno pericoloso che riguarda ciascuno di noi, sia come soggetto che come oggetto. Il tutto viene aggravato quando si è in presenza di un incidente, con crescita a dismisura del nervosismo che in taluni casi produce ulteriori sinistri. Occorre avere ben presente che farsi travolgere dall’aggressività e dai sentimenti di rabbia e di frustrazione porta a commettere atti di cui ci si può pentire dopo, ma che troppo spesso sono irreparabili».

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